di Massimo Scandurra

Nel 2024, la denominazione Campi Flegrei DOC ha festeggiato un traguardo significativo: trent’anni dalla sua istituzione, avvenuta nel 1994. Questo territorio, incastonato nella straordinaria cornice vulcanica dei Campi Flegrei, è da sempre simbolo di unione tra la storia millenaria e l’arte della viticoltura. Con il riconoscimento della denominazione di origine controllata, i vini dei Campi Flegrei hanno potuto consolidare la loro identità, valorizzando i vitigni autoctoni e il legame unico con il territorio.

 

Le origini della DOC Campi Flegrei

La nascita della DOC Campi Flegrei nel 1994 è stata il culmine di un percorso di consapevolezza e tutela iniziato negli anni precedenti. In una regione già famosa per la ricchezza del suolo vulcanico e il clima mediterraneo, si è sentita la necessità di preservare vitigni storici come la falanghina e il piedirosso, due autentici protagonisti della viticoltura flegrea. La denominazione è stata anche un modo per arginare l’urbanizzazione crescente che minacciava la sopravvivenza delle vigne e promuovere un’agricoltura sostenibile e rispettosa delle tradizioni.

 

Un territorio unico

I Campi Flegrei sono una terra di contrasti: crateri vulcanici spenti, sorgenti termali, colline baciate dal sole e la brezza marina che mitiga le temperature. Questo contesto geografico offre condizioni ideali per la viticoltura. Il suolo vulcanico è ricco di minerali, donando ai vini caratteristiche organolettiche peculiari: freschezza, sapidità e un’eleganza minerale difficilmente replicabile altrove. Lavorare i vigneti nei Campi Flegrei non è affatto semplice: le caratteristiche del territorio, con pendii scoscesi e terreni vulcanici difficili da raggiungere, richiedono spesso sforzi straordinari. In molti casi, si può parlare di vera e propria viticoltura eroica, con l’utilizzo di terrazzamenti e tecniche manuali che testimoniano la dedizione e la resilienza dei produttori locali.
Una delle peculiarità più affascinanti dei Campi Flegrei è la presenza di vigneti prefillossera, una rarità a livello nazionale. Questo fenomeno è reso possibile dal suolo vulcanico della zona, che agisce come una barriera naturale contro la fillossera, un insetto devastante che alla fine del XIX secolo distrusse gran parte delle vigne europee. Nei Campi Flegrei, grazie alla natura sabbiosa e minerale del terreno, le radici delle viti autoctone non hanno subito l’attacco del parassita, permettendo la conservazione di piante originali, mai innestate su portainnesti americani. Questo patrimonio unico è una testimonianza viva della storia vitivinicola italiana e contribuisce a rendere i vini flegrei ancora più preziosi e sorprendentemente longevi.

 

Evoluzione e successi della denominazione

In tre decenni, la DOC Campi Flegrei ha fatto passi da gigante. All’inizio, la produzione era principalmente destinata al mercato locale, con una distribuzione limitata. Oggi, i vini flegrei sono presenti sulle tavole di tutto il mondo, ambasciatori del made in Italy e del patrimonio enologico campano. La falanghina dei Campi Flegrei è apprezzata per la sua freschezza e versatilità, mentre il piedirosso – conosciuto anche come “per’e palummo” per la forma del raspo che ricorda la zampa di un colombo – colpisce per i suoi sentori fruttati e la morbidezza.

 

Sfide e prospettive future

Nonostante i successi, la denominazione affronta ancora sfide importanti. La frammentazione delle aziende vitivinicole, spesso di piccole dimensioni, rende complesso competere su mercati globali sempre più esigenti. Inoltre, il cambiamento climatico pone interrogativi sul futuro della viticoltura in quest’area, rendendo necessarie strategie innovative e sostenibili.

Tuttavia, le potenzialità sono enormi. Sempre più giovani produttori stanno investendo nella qualità, sperimentando nuove tecniche di vinificazione e rafforzando il legame con il turismo enogastronomico, che rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia locale. Ad esempio nel 2022 è nato il primo vino dell’isola di Procida grazie all’iniziativa di un produttore che ha deciso di mettersi in gioco creando un blend di Falanghina e Levante, un vitigno autoctono dell’isola.

 

Celebrazioni per il trentennale

Per celebrare questo importante anniversario, nel corso del 2024 si sono tenuti numerosi eventi e iniziative sul territorio: degustazioni guidate, convegni sulla storia e il futuro della denominazione e percorsi enogastronomici che hanno coinvolto appassionati e turisti. Tra i principali promotori di queste manifestazioni vi è stato il Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei e Ischia, attivo dal 1987 nella tutela e valorizzazione della viticoltura locale e il laboratorio Malazè che ormai da anni organizza l’omonima manifestazione archeoenogastronomica.

 

Con i suoi trent’anni, la DOC Campi Flegrei dimostra come la salvaguardia delle tradizioni possa convivere con l’innovazione. Questo anniversario non è stato solo una celebrazione, ma un invito a scoprire e sostenere un patrimonio unico, custode di storia, cultura e sapori irripetibili