di Adele Munaretto
Mauro parliamo un po di te e dei tuoi interessi al di fuori della sommellerie, ti definiresti uno studioso?
Studioso è una parola importante ma diciamo che è quello che forse avrei voluto essere, studioso della filosofia, che parallelamente ha camminato con il mio lavoro nella ristorazione. Il mondo del vino è quello che mi ha permesso di vivere, economicamente parlando, ma che contemporaneamente ha rallentato i miei progetti universitari. Adesso però ci siamo, sono prossimo alla laurea specialistica in scienze filosofiche che tanto desideravo.
Raccontaci in che modo del vino è entrato nella tua vita, ostacolandoti ma anche agevolandoti.
In realtà il rapporto con il vino c’è sempre stato, ho iniziato il corso per Sommelier al quinto anno del liceo, frequentai il corso all’Accademia Aereonautica sotto suggerimento di mio padre che vi lavorava. Nel 2009 il diploma, ma all’epoca non era una passione e non ero consapevole di quello che mi accingevo a fare. Semplicemente mi ero dato una possibilità lavorativa in tempi non semplici per chi come me pensava di diventare un insegnante.
Quindi un trampolino per il mondo del lavoro?
Esattamente, e di fatto così è stato, anche se la mia prima esperienza lavorativa è stata da subito importante. Cominciai a lavorare per Feudi di San Gregorio, dove mi sono fatto le ossa ed è cominciata ad affiorare in me la vera passione. Ero a Nola, nel winebar del gruppo. Era una ristorazione veloce, le persone passavano da lì dopo il lavoro, mangiavano un piatto ed a me il compito di suggerire un calice in accompagnamento. Di sera invece la clientela era più rilassata e il servizio più importante, mi capitava di aprire più bottiglie. In un anno e mezzo ho imparato la ristorazione nelle varie situazioni e sfaccettature soprattutto nel rapporto con i clienti. Successivamente il livello si alzò quando passai al Marennà, il ristorante stellato del gruppo. L’esperienza lì è stata breve per mia scelta, ma professionalmente mi ha dato tanto. Una volta rientrato a Napoli mi si presentò l’occasione dei supermercati Conad, tramite Massimo Florio e Alessandro Palmieri. L’obiettivo era quello di costruire uno spazio enoteca dove consigliare e guidare i clienti nella giusta scelta di una bottiglia di vino.
Un passaggio dall’alta ristorazione alla grande distribuzione. Come mai?
Per questa domanda ti ringrazio, molte persone e per molto tempo mi hanno chiesto perché accontentarsi di questo tipo di lavoro per il quale mi dicevano fossi sprecato. La mia visione era diversa, è stato bello contribuire alla nascita di uno spazio di qualità per avvicinare le persone ad una buona bevuta. Sono stato al fianco di Gennaro Miele per diversi anni nei quali la nostra collaborazione ci ha portato a grandi soddisfazioni. Il punto enoteca dove lavoravamo per anni è stato il fiore all’occhiello della catena. Anche la possibilità di lavorare nella gestione degli acquisti, il rapporto con i rappresentanti e lo stoccaggio dei prodotti è stata un’esperienza che ha arricchito le mie conoscenze. Non ultimo la possibilità di gestire gli orari senza turni massacranti, poteva far conciliare la mia esigenza di coltivare anche l’altro interesse della mia vita, lo studio.
Adesso sappiamo però che sei tornato alla ristorazione.
Con l’entrata della nuova generazione in azienda sono cambiate le esigenze. A quel punto ho deciso che anche le mie lo erano. Quest’anno passato sono successe diverse cose tra le quali aver vinto il concorso di Miglior Sommelier Campania, e questo è stato per me una dose di autostima che mi ha fatto ripensare alla ristorazione.
Quanto aver vinto questo concorso ha cambiato le cose?
Come ti dicevo, intanto è arrivata una buona dose di autostima, la vittoria è arrivata nel 2022 dopo due tentativi e forse è giunta nel momento giusto. Ad un passo dalla presentazione della mia tesi per la specialistica in filosofia, le mie certezze lavorative hanno vacillato. La vittoria al concorso è stata la spinta per rimettermi in discussione e nel momento giusto. L’esser arrivato primo in un concorso così prestigioso mi ha aiutato nelle offerte lavorative e mi ha dato cosi la possibilità di poter scegliere tra le varie realtà.
Cosa fai allora adesso?
Ora sono sommelier di sala al John Restaurant del gruppo Casamadre ad Afragola. Una realtà piccola con venticinque coperti che propone alta ristorazione in un locale intimo e raccolto. Questa cosa mi permette di esprimere al meglio la mia indole, riesco a gestire la cantina ed anche il rapporto con il cliente, dedicando il tempo giusto e curando le esigenze di ognuno.
Ti piace fare quello che stai facendo adesso?
Molto! Devo dire che mi piace tanto, adesso apro bottiglie importanti con i ritmi più congeniali a me. È un lavoro che mi gratifica e che è arrivato nel momento giusto della mia storia professionale.
Oltre ad essere vincitore del concorso Miglior Sommelier Campania, partecipi spesso anche ai master regionali sui vitigni, e sei anche Relatore AIS. È questo il tuo modo di conciliare la tua indole da studioso e la passione per il vino?
Pensandoci forse è proprio così. Ho un sogno che sto coltivando ed è quello dell’insegnamento. Non ho mai lasciato l’università e gli studi per diventare un insegnante di materie umanistiche, parallelamente il mio lavoro in enoteca richiedeva tempo ed impegno. Così la possibilità di studiare per i master, il concorso e gli studi per diventare relatore tenevano accesa la fiamma della conoscenza conciliando le due passioni. Sono relatore della lezione Umbria e Lazio del secondo livello del corso per sommelier, in questo modo sono riuscito ad essere un insegnante in questo ambito in attesa che si realizzi il mio sogno di entrare nelle scuole che, come si può immaginare, non è semplice.
No, non lo è soprattutto per un ragazzo di 32 anni che lavora già da più di dieci e che adesso ha anche una sua famiglia.
Si, mi sono sposato due anni fa e devo dire che mia moglie mi supporta tantissimo. Sua è stata l’idea recente di spingermi a iscrivermi all’Istituto alberghiero, così avere nuove competenze in curriculum favorevoli per i concorsi nella scuola, e contemporaneamente fondere le due anime: quella di sommelier e quella di futuro insegnate.
Quindi il prossimo passo è arrivare ad insegnare e in un istituto che si occupa di cibo e vino?
Esatto, sarebbe il giusto epilogo dopo questi anni di esperienze varie. I mi ei sogni sono lì a portata di mano e finalmente dopo tanti sacrifici spero di aver trovato il modo di fondere le mie passioni e realizzarmi completamente dal punto di vista professionale.
Esatto, come studioso e come Sommelier!
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