di Cristina Varchetta

Tra meno di un mese partirà la 22esima edizione del Master  ALMA -AIS, il Master in comunicazione del vino in collaborazione tra ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana e Ais.
Il Coordinatore dell’ALMA Wine Academy, Ciro Fontanesi, racconta tutte le novità di questa edizione che sarà caratterizzata dalla figura del Brand Ambassador e da i più attuali temi del mondo del vino.

Il prossimo 6 marzo partirà la 22esima edizione del master ALMA-AIS. Nel corso di questi anni cosa è cambiato e quali saranno le novità?
Dalla prima edizione ad oggi, il Master è sicuramente mutato. Il piano didattico si è aggiornato rispetto a quelli che sono gli argomenti attuali e negli anni è cambiato sotto il profilo della docenza, implementando alcune figure, meno puntali, rispetto a quelli che sono i docenti principali che restano: Massimo Castellani che si occupa di Enografia Nazionale e Internazionale, Costanza Fregoni per Viticoltura e Enologia, ed infine Nicola Chighine, il meno veterano del master, ma presente già da svariate edizioni, che si occupa della parte di Marketing. Le lezioni sono caratterizzate anche dalla presenza di ospiti, che vanno dal mondo del giornalismo con Andrea Grignaffini, ai grandi comunicatori del vino, come Federico Graziani, Alessandro Tomberli, dell’ Enoteca Pinchiorri. Gli ospiti, che arrivano al Master sono veramente diversi e toccano tutte le figure professionali in quanto, l’obiettivo del Master è quello di formare nuovi comunicatori del vino e per noi è essenziale far conoscere i diversi approcci utilizzati dagli stessi. Un’altra fetta importante del Master è legato alla wine hunting. Nel corso degli anni abbiamo cercato, di migliore sempre più l’esperienza di degustazione per gli allievi con etichette uniche, come il Silex di Dagueneau, la Borgogna con la Romanée Conti, ma il tutto senza tralasciare i grandi protagonisti italiani, ad esempio il Monfortino, Soldera e Gravner.
Quest’anno, all’interno del Master introdurremo delle master class legate alle chiusure dei vini, argomento molto attuale, che ci permetterà di far comprendere quanto la chiusura per una bottiglia possa influire sulla sua vita. Gli argomenti di cui parlare ne sono veramente tanti, ma
resteremo sempre focalizzati sulla comunicazione, il punto cardine del master.

A chi è rivolto questo Master e soprattutto, quali sono le prospettive lavorative?
Il Master è rivolto ai diplomati Terzo livello AIS o figure che hanno già fatto un percorso di associazionismo equiparante. Le prospettive lavorative che offre il Master sono diverse, da chi vuole affacciarsi nel mondo della ristorazione, oppure chi vuole lavorare in un’azienda vinicola, nonché chi vuole cimentarsi nella parte commerciale per esempio, con un distributore nazionale di vini, o anche chi si vuole dedicare più alla parte redazionale, quindi redigere guide o scrivere per riviste legate al mondo del vino.

Le sfaccettature sono molteplici, proprio perché questo corso è una sorta di vestito sartoriale che viene fatto sull’allievo stesso. Infatti per ogni allievo, effettuiamo dei colloqui per capire quali sono i suoi obiettivi e soprattutto, per noi, è fondamentale riuscire ad indirizzare l’allievo rispetto a quelle che sono le sue ambizioni lavorative. Ci sono anche alcuni casi, in cui chi partecipa al master lo fa semplicemente per integrare le proprie conoscenze rispetto al lavoro che svolge. Per questo motivo il master viene svolto ogni lunedì.

Il Master dà anche la possibilità di fare stage. In che percentuale i ragazzi che fanno stage poi sono assunti nell’azienda ospitante?
L’impianto di ALMA è medesimo su tutte le tipologie di corso, seppur con argomenti e tematiche differenti. In tutti i piani didattici è prevista una parte di fase residenziale, dove troviamo un approccio di formazione con lezioni demo e training. Per demo intendiamo l’insegnamento frontale mentre con le training, l’allievo si cimenta in quello che gli è stato trasmesso. La parte finale è composta dalla parte di stage, e sottolineo, che lo stage vuole essere il collante tra la scuola e il mondo del lavoro.
La percentuale di assunzione post master nel mondo della sommellerie, legata alla ristorazione, è pressoché del 100%, ma anche in tutti gli altri settori parliamo di percentuali che vanno oltre al 90%, con assunzioni piene nell’arco di pochi mesi dal diploma. Un aspetto che ci tengo a chiarire, in casi di successo in cui un allievo viene assunto da un’azienda, vengono dall’allievo stesso. La fame di arrivare e di riuscire ad affermarsi a livello lavorativo non sostituisce il fatto che ALMA mette in contatto l’allievo con l’azienda. Quindi direi il 20% lo mette ALMA e l’80% lo mette l’allievo, perché se manca questo 80% manca la fase finale, quella legata all’assunzione: l’obiettivo finale.

È nata la figura del Brand Ambassador del Master, di cosa si tratta esattamente?
Si, è nata la figura del Brand Ambassador del Master che vuole creare spazio proprio agli allievi che hanno partecipato alle edizioni precedenti. Ormai siamo a ben 200 diplomati in tutta Italia ed è per noi il grande valore aggiunto un diplomato che ritorna ad ALMA per raccontare la sua esperienza oppure un allievo, che torna per insegnare ai futuri studenti. Per noi questo è un valore incredibile e soprattutto lo è nel far si che possiamo appoggiarci all’interno di una regione. Infatti stiamo cercando dei Brand Ambassador regionali proprio per portare all’interno delle sedi AIS la loro esperienza, precisamente nei corsi del terzo livello. Chi meglio di chi ha vissuto il percorso stesso può fare da ambasciatore e raccontare la propria esperienza. In questo senso, abbiamo trovato delle figure che ci permettono di promuovere il master stesso, senza essere
autoreferenziali.

Sei stato prima studente del Master e poi Coordinatore del corso. In che modo la tua esperienza ha influenzato il tuo ruolo?
Questa è una domanda bella! Essere stato prima allievo e poi coordinatore è stato fondamentale. Perché avendo vissuto da studente il corso ho potuto capire cosa avrei voluto e cosa mi sarei aspettato dallo stesso. Sicuramente ho riportato le emozioni vissute durante l’anno come un Brand Ambassador riporta le sue nel parlare della sua esperienza nella delegazione di riferimento.

Ho capito quali cose potevano essere da migliorare e, piano piano modificarle, lavorando in maniera sinergica con ALMA, mettendo un po’ del mio stile. Quindi la mia esperienza ha influito in maniera diretta e profonda nel modificare ogni anno quelle che erano delle migliorie da
fare a partire, dalla materia prima. Io ho sempre avuto l’obiettivo di avere questi grandi vini per farli provare agli allievi. Un aspetto fondamentale è proprio quello della percezione della qualità e aver fatto assaggiare i punti di riferimento a livello enologico e, per quanto riguarda i vini, a livello mondiale. Implementare e rafforzare il corso per creare i nuovi comunicatori del vino, anche staccandosi da quella che è la scheda tecnica ufficiale AIS. Sviluppare uno stile proprio, ma basato su fondamenta di alta professionalità. Il corso ha assunto diverse direzione evolvendosi nel corso del tempo, inserendo nuovi prodotti e finalizzando nuovi obiettivi, impiegando relazioni e conoscenze professionali che mi hanno fatto crescere. Di conseguenza, sono riuscito ad implementarle all’interno del corso con l’aiuto di tutte le persone che mi circondano partendo dagli stessi produttori , fino ai grandi comunicatori del vino.
Il mio ruolo è quello di regista, ma quando serve si entra anche in campo. Il mio è un ruolo binario, mettiamola cosi!

Quali, tra le edizioni a cui hai partecipato come coordinatore del corso ti senti maggiormente legato?
È una domanda molto personale ed è molto difficile dirlo. Tutte le edizioni sono state diverse e mi hanno fatto crescere. Posso dire sicuramente che le edizioni più difficili da gestire sono quelle che si sono rivelate più belle, perché quando un’edizione è facile, va tutto liscio e come gestione è tutto perfetto. Invece le edizioni più complesse, mi hanno insegnato a livello di gestione e fatto crescere sotto vari aspetti. Posso dire che mi sento legato un po’ a tutte le edizioni. Hanno fatto crescere il Master per come è fatto oggi. Nel corso di questi anni, la gestione ad oggi è un po’ più semplice, sicuramente. Mi ricordo all’inizio quando mi sono confrontato con allievi anche più preparati di me e quindi non è stato facile, anche perché bisogna essere un punto di riferimento e mantenere sempre un livello altissimo. A questo punto, direi che sono legato all’edizione numero tre in cui ero allievo. Questa edizione per me è stata la svolta personale nella mia vita. Nel senso che io arrivo da un percorso diverso laurea in ingegneria, e poi la mia strada è completamente cambiata.

Se dovessi dare un consiglio ai partecipanti della prossima edizione, cosa gli diresti?
Sicuramente di vivere questo percorso con serietà, ma dall’altra parte con grande leggerezza e spensieratezza. Il Master è sempre visto come qualcosa di molto rigido, ma in realtà il segreto è mettersi in gioco e, quindi, uscire da quella rigidità di quando si inizia. Un percorso così importante ci fa crescere, più siamo rigidi e meno cresciamo sulla parte comunicativa.