Di Adele Munaretto
Caro Gabriele suppongo che questa sia la tua prima intervista da delegato, da quel poco che sappiamo ci è sembrato di capire che non ami apparire troppo, proprio per questo vorremmo sapere tutto di te.
È vero tendo ad apparire poco, ma è un piacere fare questa intervista e presentarmi a chi non mi conosce ancora. Sono nato a Napoli nel 1982, sono un commercialista e contemporaneamente condivido con mio fratello un’azienda che produce pezzi di ricambio per decespugliatori.
Che origini ha la tua passione per il vino?
È stata trasmessa da mio padre, devi sapere che alla fine di ogni estate partivamo con tutta la famiglia per un giro tra le aziende importanti nel mondo del vino in Toscana ed oltre. Per quanto mi riguarda la passione è scattata prima per il mondo delle birre ma con il vino avevo confidenza già da ragazzo grazie a questi tour familiari.
Da dove arriva la decisione di iscriverti ad un corso AIS?
Un giorno eravamo ad acquistare i vini per trascorrere una pasquetta tra amici, uno di loro mi porta ad una riflessione: conoscevamo bene la differenza tra i vini di un euro e i vini di dieci euro ma dopo una certa cifra non avevamo alcuna conoscenza. Oggi so bene che il prezzo del vino non è un parametro sempre affidabile ma questa chiacchierata in effetti mi fece riflettere e nell’ottobre successivo, esattamente nel 2009, ho cominciato il corso di Sommelier insieme a mio padre e a mio fratello. Siamo tutti e tre sommelier: io e mio fratello attivi nell’Associazione mentre mio padre ha coronato la sua passione e attaccato il diploma alle spalle della sua scrivania.
Torniamo invece a quella che hai detto sia stata la tua prima passione, la birra appunto.
Con alcuni amici di sempre condividevo questa passione, uscivamo e provavamo iniziando a interrogarci sulle differenze tra le tante, tantissime birre che provavamo. Da qui è nata la forte spinta di comprendere l’argomento in maniera tecnica e mi sono iscritto a dei corsi per capirne di più. Nel 2012 ho terminato il corso AIS e sono diventato sommelier ho fatto tanti servizi, mentre facevo questo ho continuato ad approfondire in maniera ancora più seria la birra, non solo indagando i vari stili di produzione ma concentrandomi sulle caratteristiche sensoriali e la tecnica di degustazione. Nel 2014 ho fatto l’esame di “Tecniche di comunicazione” AIS e nel 2016 ho preso la mia prima abilitazione al’insegnamento che non poteva non essere che “Birra”, dopo sono arrivate le altre
Appunto le altre, quante abilitazioni hai Gabriele?
Ho 15 abilitazioni, o meglio sono abilitato all’insegnamento di 15 materie nell’ambito dei Corsi per qualificazione professionale dell’Associazione Italiana Sommelier
Credo che questo possa essere un record, magari da verificare!
Non so non credo, può essere che nell’AIS ci sia chi ha più voglia di studiare di me, non saprei.
Ad ogni modo sono tantissimi titoli, qual è il motivo di tutte queste abilitazioni, ti piace studiare da matti?
In effetti si, mi piace studiare, anche tanto. Da quando mi sono laureato non ho mai staccato ed ho preso l’abilitazione a Dottore Commercialista immediatamente dopo, superando l’esame di stato. A quel punto mi promisi che non avrei più dedicato così tanto tempo allo studio e invece è arrivata l’iscrizione ad AIS che mi ha cambiato la vita, la promessa a me stesso non è stata mantenuta e ho continuato fino alla quindicesima abilitazione, ma studiare per una passione è cosa assai diversa ed anche, se vuoi, divertente!
Elencami tutte le abilitazioni che hai se le ricordi.
Allora non so davvero se riesco su due piedi a ricordarle tutte ci provo: Birra, come già detto, Distillati, Francia uno e due, Dolci e Cioccolato, Tecnica di abbinamento Cibo Vino, Tecnica di Degustazione e varie altre lezioni ad esempio la lezione sulla Scheda a punti e qualche altra che adesso davvero non ricordo, “in effetti sono tante”.
Gabriele tu hai anche un’altra grande passione per lo Champagne, credo di aver visto delle foto dove tu eri proprio nella regione francese giusto?
Sì esattamente, ci sono stato più volte e, grazie a conoscenze che abbiamo in famiglia, ho anche avuto l’onore di partecipare ad alcune vendemmie.
È da lì che è nata questa passione oppure avevi già questa preferenza?
In realtà è una passione che già avevo e ho finalizzato con i viaggi, il primo viaggio in Francia per il vino è stato in Borgogna e poi tanti altri.Viaggiare è una delle cose più belle che ci sia, farlo per scoprire cantine e incontrare persone con cui condividi la stessa passione lo rende ancora più affascinante. “È difficile visitare un posto dove si fa il vino e non incontrare belle persone”
Tornando alla prima passione, com’è nata l’idea di un corso per Sommelier della Birra?
Come ti dicevo ho frequentato corsi dedicati presso associazioni specifiche, ho sentito l’esigenza di creare qualcosa che coniugasse le conoscenze sul mondo della birra con la professionalità e l’organizzazione dei corsi AIS così come venivano fatti per il vino. E quindi abbiamo cominciato a Napoli, grazie all’appoggio di Tommaso Luongo che mi ha supportato dall’inizio e mi ha dato la spinta per organizzare questi nuovi corsi. All’inizio chiamavamo relatori esterni, esperti della materia poi pian piano (oramai sono sette anni che è cominciato questo percorso) abbiamo formato dei relatori AIS con un percorso stabilito. La novità è che esiste da poco il libro di testo, verrà pubblicato a breve e sarà la prima pubblicazione AIS dopo quella del vino!
Gabriele, davvero una grande soddisfazione
Si certo, l’autore non sono solo io, c’è un team nazionale. Io ho scritto la parte sulla tecnica di degustazione della birra e per me è una grande soddisfazione. Il corso di sommelier della birra è partito da Napoli e poi si è diffuso a livello nazionale, la nostra fortuna e di aver avuto persone motivate, c’è stata una grossa partecipazione, abbiamo una delegazione che fa numeri importanti e questo ci ha permesso di strutturare tutto il percorso che con l’uscita del libro andrà a compimento. Partiranno nuovi corsi ed è previsto un secondo livello con esame finale. Insomma un cerchio che si chiude.
Sono 13 anni di presenza attiva in AIS: Sommelier, Degustatore, Relatore, ideatore del corso sulla birra, revisore dei conti e poi un giorno ti chiamano e viene fuori l’idea che tu possa diventare il nuovo delegato.
In realtà è stata una proposta maturata dopo tante riflessioni e discussioni tra me, Tommaso e Franco De Luca responsabile della didattica regionale. È vero che oggi sono il delegato ma c’è tutta una squadra alle mie spalle, io mi sono reso disponibile sapendo di non potercela fare senza l’aiuto di tutti.
Hai ricevuto una grossa eredità. Che idee hai in proposito?
Un’eredità enorme, Napoli è una grande delegazione è stata eletta la più innovativa d’Italia, ha vinto il premio Surgiva ed è stata gestita in maniera ottimale negli ultimi 15 anni dal mio predecessore. Questo richiede un grande impiego di tempo e di risorse, gli oneri sono tanti, ho messo in conto un primo anno complicato, si è di solito refrattari ai cambiamenti e le persone si aspettano tanto da me. Ma le cose stanno andando davvero bene, oggi proprio partirà il primo corso pomeridiano di sempre a Napoli città organizzato autonomamente da AIS, abbiamo fatto numeri che non ci aspettavamo quindi bene così.
Diciamo che i cambiamenti non sono mai semplici.
Sì, esatto. Non ho intenzione di operare dei veri cambiamenti in una organizzazione già così efficiente ma delle modifiche atte al miglioramento secondo il mio punto di vista.
La prima cosa alla quale abbiamo messo mano è la comunicazione e i social (fondamentali in questi anni), per ora sembra che i risultati ci stiano dando ragione
Il mio pensiero, inoltre va verso la maggiore collegialità, ma questo anche per una diversa disponibilità di tempo da parte mia. La mia idea è quella di mettere davvero tutti al centro perché l’associazione si basa sulle persone.
Anche il gruppo servizi va strutturato in maniera tale che tutta la responsabilità non ricada su una sola persona perché oggettivamente è un carico importante, per questo ho individuato qualcuno che ci sta già dando una grande mano. Altro punto fondamentale è quello di fare una serie di incontri almeno bimestrali per accrescere il senso di appartenenza al gruppo e migliorare le competenze dei sommelier che sono in prima linea nei molti servizi che, per fortuna, ci vengono commissionati.
Dopo i primi cinque mesi da delegato riesci a fare un primo bilancio?
Bilancio personale, gli effetti sulla mia persona sono stati importanti (sorride) n.d.r.
Quanto agli effetti sulla delegazione, invece, posso dire che abbiamo fatto una serie di cose importanti, ospitato il miglior sommelier d’Italia nella serata di confronto tra champagne e birra, primo di una serie di ospiti nel nuovo format AIS Napoli “Ci stAIS?”.
Inoltre ho in mente di creare una vera e propria redazione AIS Napoli.
Insomma andiamo avanti, sono sicuro che di cose belle ne accadranno e fiducioso che le mie aspettative nei confronti di tutti quelli che daranno disponibilità in delegazione saranno ben riposte.
Tanta roba, grazie Delegato…
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