Di Maria Grazia Narciso
Il Pumpkin patch più grande d’Europa si mobilita contro il bullismo.
Sì, il giardino di zucche creato a Pignataro Maggiore da Emily Turino è un luogo incantato ma loro, loro due sono una vera magia e strepitose sono l’energia e le good vibes che emanano.
Chi sono? Fernando ed Elvira i due dolcissimi proprietari del pumpkin patch più grande d’Europa.
“‘O fatto è chisto, statemi a sentire” (prendo a prestito l’incipit dal principe Antonio De Curtis).
Un po’ di anni fa per convincere Emily a trasferirsi dal New England in Italia e sposarlo Fernando le ha promesso una casa in campagna che non le facesse sentire la lontananza da casa. La promessa è stata onorata, la casa è bellissima e dalla loro storia d’amore sono nati Emily, Raffaele, Antonio. Negli autunni trascorsi in Connecticut i tre ragazzi hanno imparato anche loro, come gli amici americani, a scegliere le zucche da intagliare per realizzare la perfetta “Jack-o-lantern”.
Il giardino di Pignataro Maggiore accoglie ogni anno più di 30mila visitatori provenienti da tutta Italia. Questa edizione in particolare ospita il murale in 3D realizzato dallo street artist Vito Mercurio, allievo di Kurt Wenner, padre della 3D street art.
Una volta lasciata l’auto nel parcheggio ci si immerge in un mood tutto americano, con i fienili in legno, i tipici garden wagons rossi, i Pick-up delle nostre serie tv più care, la fattoria con l’alpaca, i conigli giganti, i cavallini Shetland e gli asini crociati da latte.
Un po’ più in là puoi perderti lungo i 7.000 metri del labirinto di mais ed imbatterti nelle pannocchie di mais arcobaleno, gem corns, anticamente coltivate dai nativi americani. Una rara variante di mais, frutto delle ricerche del suo ideatore, Carl Barnes di origini Cherokee, che ha riscoperto le antiche varietà di mais utilizzate dai suoi avi nel XIX secolo, fino ad ottenere, dopo una serie di selezioni, l’affascinante mais arlecchino.
Se poi vuoi portarti a casa un pochino di New England nello store di nuova apertura circondato da vasi di mums, piante di crisantemi, (negli States simbolo della vita contrariamente a qui), puoi acquistare ogni sorta di zucche, sia ornamentali sia edibili, simpatici gadget e i preparati per lo strepitoso Pumpkin bread. E qui il suggerimento è d’obbligo: devi assolutamente provare questo plumcake alla zucca, preparato da Elvira, a mezza mattina assieme al Pumpkin spice latte, il noto cappuccino lanciato da Starbucks profumato con la “pumpkin spice”, una miscela di cinque spezie: cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero e pimento. A pranzo invece puoi fermarti nell’area ristoro all’aperto per gustare un menù tutto a base di zucca: pizza, gnocchi, polpette, fritture, dolci e biscotti.
Quest’anno a partire dal 24 settembre fino al primo novembre il colorato pumpkin patch si mobilita per sensibilizzare il pubblico di piccoli ed adulti al tema della diversità chiamando in aiuto Spookley, la zucca quadrata del noto libro e del cartoon di Netflix. “Nel nostro angolo d’America abbiamo adottato la celebre zucca – spiega l’imprenditrice italo americana Emily Turino – perché combatte il bullismo e ogni forma di discriminazione. La storia di Spookley, emarginata per la sua forma, insegna ai bambini la bellezza della diversità e nel nuovo store si potranno acquistare i suoi libri”.
Il giardino, che ospita oltre 90mila zucche di 58 varietà, resterà aperto al pubblico un mese, di più non si può perché questa è casa di Fernando ed Elvira. In questo periodo tutti i giovedì, venerdì, sabato e domenica si possono fare tante cose ad esempio scegliere la propria zucca, imparare ad intagliarla e dipingerla nei laboratori lungo il sentiero predisposto. L’area dello street food è aperta solo nel fine settimana.
Prevedi una permanenza di circa due ore e ricordati di prenotare il tuo ingresso sul sito ilgiardinodellezucchepp.it indicando data, orario di accesso e tipologia di laboratorio. E poi prova anche a tu a convincere Elvira a rivelare la sua ricetta segreta. Io non ci sono riuscita, e come me tanti, familiari ed amici compresi. In compenso ho portato a casa il necessario per il mio pumpkin bread che non vedo l’ora di sfornare. Incrocio le dita!
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