Di Maria Grazia Narciso
Se hai girato un po’ il mondo al tuo ingresso qui ti sentirai proiettato in una dimensione cosmopolita nella quale fluttuano suggestioni di chiringuitos tropicali, azulejos portoghesi, casette bianche delle Cicladi. Sarà un caso? Tutte eco da paesi nei quali l’accoglienza e la condivisione sono iscritte nell’anima.
Le parole non sempre traducono le emozioni e spesso quando lo fanno le modificano e se non lo fanno loro lo farà il cuore di chi le riceve. Vabbè, desisto dallo spiegone e ti lascio provare per credere. Qualcosa però te la dico prima.
Baya restaurant, è una deliziosa frame house vista mare, frutto della visione di Emilio Lucci, un signore dalla intima eleganza, che nel 1982 comincia a tirare su, trave dopo trave, un luogo conviviale, spartano quanto accogliente, dove vendere qualche bevanda, un po’ di frutta con musica q.b. Ne ha di aneddoti da raccontare Emilio ma devi ascoltarlo senza fotografarlo perché lui semplicemente non vuole.
Nel 1996 il piccolo cottage con terrazza panoramica e uno spazio indoor protetto da ampie vetrate a prova di inverno è pronto per far vivere ai suoi ospiti il struggente tramonto sul golfo di Procida davanti ad un calice di vino ed un menù d’eccezione.
“Baya” diventa dapprima un club privato meta della Napoli bene, poi la vocazione alla accoglienza e alla condivisione della famiglia Lucci trasforma il salotto bohemién per pochi in un ristorante aperto a tutti. Ai fornelli Salvatore, figlio di Emilio e mamma Lena. I loro piatti, alcuni dei quali ancora presenti in carta, ora sono affidati alla Chef Federica Amoroso, che ha sposato da subito filosofia e concept dei patron accogliendo, sviluppando ed integrando le proposte esistenti in un menù perfettamente in linea con l’anima del luogo, vocato alla stagionalità e alla qualità della materia prima. Federica si illumina quando racconta i suoi piatti e come li ha pensati e tu ti lasci contagiare dal sorriso e dalla luce nei suoi occhi.
Quanto ai vini vedrai che Salvatore ti farà divertire con il wine-pairing ingaggiandoti in una piacevole dialettica come è capitato a me stasera in occasione della presentazione del menù alla stampa organizzata dalla giornalista enogastronomica Laura Gambacorta, Ufficio Stampa della struttura.
Per l’ aperitivo, composto da Tartare di tonno con stracciatella di bufala e chips di riso soffiata e profumata al lime, Tartare di salmone con granella di arachidi e finto gelato all’avocado, Hot dog con salsiccia di cefalo e cipolla all’aglianico, Chela di baccalà al panko con ragù e sesamo nero e bianco il nostro amabile padrone di casa ha stappato lo Spumante Metodo Classico, 36 mesi sui lieviti, Cuvée della Posta della cantina Corte dei Roberto, a base di Fiano, Piedirosso e Greco con il 20% da vini di riserva delle annate precedenti, il Cremant De Limoux AOC Cuvée Mademoiselle Marguerite Brut e poi lo Champagne Brut Emeraude di Alain Réaut.
La Light dinner, detta “light” in un vano tentativo di acquietare i rimorsi, è partita con Come una caprese: cozze spadellate su estratto di datterino, jus di basilico e mozzarella e crostini di pane casareccio e l’Involtino croccante con seppie, friarielli e papaccella in purezza accompagnati dallo Chardonnay 2020 della cantina laziale Ômina Romana. La Girella di pesce bandiera panato al tarallo con trilogia di peperoni e colatura di provola invece ha goduto dell’abbinamento con il Gramogliano 2019 Friuli Colli Orientali DOC della cantina Canus, un blend di Sauvignon, Chardonnay e Friulano.
Strepitoso lo Zitone Oro di Gragnano con genovese di tonno crudo e cotto e scaglie di provolone del monaco in simpatica e gradevole combo d’Oltralpe con lo Chat Fou 2021 Côtes du Rhône di Eric Texier da Cinsault, Carignan e Chasselas.
Per finire la Torta paradiso di mamma Lena in mezzo a tanto calore, dedizione, empatia.
Che fai, la prossima volta non ci non ci porti le persone del tuo cuore?
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Baya restaurant
Via Guglielmo Marconi, 17
Monte di Procida (NA)
Cell. 333 4930550
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