Di Maria Grazia Narciso
Si chiama “L’ Antro Divino” ma per me è il ristorante di Paolo e Anna. E’ il loro sorriso e la loro accoglienza che mi apre il cuore sin da quando parcheggiamo difronte e loro sono sulla porta ad accertarsi che sia tutto a posto. Sedersi e scambiare quattro chiacchiere è già pace e tranquillità con l’acquolina che sale poco a poco in bocca, per dirla tutta. Sono felice di essere tornata qui e soprattutto curiosa di sentire le novità della casa.
Paolo Brancaccio e Anna Di Meo, i titolari del ristorante, sono totalmente coinvolti nella gestione della cucina e del servizio, per cui ascoltare loro e poi lo chef fa sentire subito a casa. Ma ti dico subito. Questo che ama definirsi “Atelier enogastronomico flegreo”, solo 20 coperti, ben distanziati a favore di privacy e comfort, ha aperto i battenti a fine ottobre 2019 a seguito della ristrutturazione di un locale dismesso, in via Lucullo, 140 nei pressi del porto di Baia. L’ arredamento minimal, essenziale e lineare si presta a fare da sfondo non invadente alle atmosfere ogni sera diverse perché frutto della interazione autentica tra gli ospiti e i padroni di casa. Da fine marzo 2022 la cucina è stata affidata allo chef Nicola Scotto Di Luzio.
Il menù è prevalentemente di mare, fedele alla cucina tradizionale del luogo.
Noi partiamo con il bellissimo (perché si fa mangiare prima con gli occhi) “Crudo di scampo, gambero rosso, mazzancolle con brunoise di mela verde e pesca gialla su salsa di avocado e maionese ai frutti di bosco e la Tartare e sashimi di tonno rosso e ricciola. Spolverata di polvere di olio extravergine.
A seguire il Baccalà in olio cottura su una salsa fredda di pomodoro alla pizzaiola, panna al pomodoro, croccante di riso al pomodoro ed emulsione di baccalà, le Cozze fritte in tempura di riso con maionese al pepe e polpa di lime, spolverata di tre pepi (Cubebe, Sichuan e nero classico) e il Sandwich di pesce sciabola farcito con gamberi e avvolto in sfoglie di melanzane arrostite su salsa “arrecanata” (aceto e origano). E già qui il dibattito si accende e partono le classifiche di gradimento, segno che da dire c’è tanto oltre che da gustare.
A detta di tutti lo Spaghetto con frutti di mare, fiori di zucca e parmigiano vince sul Fusillone di Gragnano ceci e baccalà con pomodorini crudi e rosmarino. Fosse per me mangerei sempre e solo spaghetti, linguine e similari, ma lungi da me non soddisfare palato e curiosità con tutto il resto. In ogni caso concordo con il tavolo e voto spaghetti pure io. Il Bon bon di alici e ricotta di bufala campana su salsa di pomodorini gialli semicrudi, aceto alla paprica piccante e basilico fritto arriva per ultimo ma si guadagna la nomination.
Per il wine-pairing Anna rimane nel territorio e propone due etichette campane che non hanno bisogno di presentazioni: Via del Campo 2018 Irpinia Falanghina Doc di Quintodecimo e Ischia Doc Biancolella 2021 di Casa D’Ambra.
I dessert? E come si fa a decidere tra Panna Rappresa con limone, arancia km zero, Rivisitazione di una caprese cioè briciole di Caprese, spuma di mandorle, frutti rossi, mandorle tostate e caramello salato e il Tiramisù in lingotto di crema al tiramisù con sentori di amaretto, savoiardo e crema al caffè? Facile, non si decide e si accompagna il tutto con lo Cherry home-made preparato da Anna facendo macerare le foglie di ciliegio come vuole l’antica ricetta di famiglia.
Insomma, tutto cucito su misura dell’ospite, proprio come un atelier, e che Atelier!
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