Di Adele Munaretto
Cosa ci fa un Pediatra, Sommelier napoletano in uno Château a Saint-Émilion? Ve lo raccontiamo nell’Intervista a Vincenzo Crispino.
Vincenzo, medico pediatra napoletano, raccontaci dalla tua professione:
Essere pediatra era il mio sogno da ragazzo, a sei anni dichiarai a mia madre di voler curare i bambini, sono stato talmente cocciuto da riuscirci. Questo è stato il primo dei miei sogni che ho realizzato, faccio ancora un lavoro che mi piace e dopo trentacinque anni riesco a farlo con lo stesso entusiasmo di prima e questa non è una cosa scontata.
Invece la passione per il vino?
Questa è una cosa per la quale devo ringraziare la mia attuale compagna, Monica Montuoro che mi ha iscritto a sorpresa al corso AIS come regalo di compleanno. Probabilmente era stufa del fatto che al ristorante chiedessi solo il vino della casa, così ha deciso di fare un favore ad entrambi. Ho iniziato il primo livello circa otto anni fa e dopo la prima lezione sono stato completamente rapito; per cui non solo ho finito tutti e tre i livelli ma ho fatto l’esame e sono diventato sommelier, mi sono iscritto al gruppo servizi e sono legato ancora a questa meravigliosa squadra.
Adesso, Vincenzo, chiedi ancora il vino della casa?
Certo! Ma adesso quello della mia casa!
Ed è proprio di questo che dobbiamo assolutamente parlare. Uno Château nel Bordeaux, allora Vincenzo come hai deciso di perseguire questo nuovo sogno?
In effetti questo era il mio secondo sogno e da bambino dicevo che da grande, si volevo fare il medico, ma che avrei vissuto in un castello; mai avrei pensato che quello che è cominciato come un gioco avrebbe avuto questo risvolto!
Abbiamo iniziato proprio per gioco a visitare durante le vacanze questi bellissimi Château che sono delle micro-isole immerse nella campagna francese.
Il gioco è diventato una sfida quando ci siamo resi conto che acquistare non era cosi complicato come potevamo pensare, ci siamo rivolti ad alcune agenzie immobiliari e dopo un po’ si è presentata l’occasione che conciliasse le nostre esigenze.
Così abbiamo identificato questa proprietà immobiliare della fine dell’Ottocento a Saint–Christophe–des–Bardes a un chilometro da Saint–Émilion. In pieno lockdown abbiamo fatto una video chiamata a con l’agente abbiamo fatto una prima visita virtuale e qualcosa dentro di me si è accesa. Appena possibile abbiamo visitato la proprietà e ci siamo innamorati del progetto, la mia compagna ha deciso di entrare in società con me e questo per me è stato un grande gesto d’amore e di fiducia ed è stata anche la molla che mi ha fatto capire che stavo percorrendo la strada giusta.
Raccontami della cantina e del vigneto legate alla proprietà:
La proprietà consiste in uno Château che ha una cantina di produzione e una cantina di conservazione, un terreno di un ettaro intorno di cui solo una piccola parte,circa 2000 metri, con le vigne coltivate a merlot grand cru. Vista l’importanza abbiamo selezionato una piccola società di vigneron che con la loro esperienza gestiscono completamente la vigna e la vinificazione. Noi otteniamo una percentuale di uva che viene imbottigliata.
Questi vigneron locali, che hanno preso la vigna in gestione, ogni anno ci daranno una quantità stabilita, per ogni vendemmia verranno prodotte dalle cinquecento alle settecento bottiglie e a noi ne arriveranno circa duecento. Per me questa è stata la conquista più importante perché desideravo avere il nostro vino.
Adesso che siete proprietari come intendete usare questo regalo che vi siete fatti?
In un primo momento avevamo in mente di tenerlo come una residenza estiva, poi successivamente con la disponibilità di mia nipote che lavora nel mondo del turismo abbiamo pensato di farlo diventare una chambre d’hotes che è l’equivalente di un B&B.
Abbiamo fatto una ristrutturazione in base a questo obiettivo e abbiamo ricavato da questa proprietà cinque camere di cui quattro grandi e un mini appartamento. Il progetto di ristrutturazione è mio perché io sono appassionato di arredamento, ho lavorato sul recupero ricercando in giro per la regione mobili d’epoca, oramai siamo alle battute finali. Tutte le difficoltà incontrate le abbiamo compensate grazie la nostra testardaggine, pazienza, inventiva e anche un po’ di follia.
Cosa proporrete ai vostri ospiti?
Chi sarà nostro ospite avrà la possibilità di fare un’esperienza mista tra il mondo del Bordeaux e quello napoletano. Raccoglieremo tutti intorno a una tavola ricca di prodotti e cucina partenopea abbinata ai vini francesi proponendo anche delle cooking class. Questo sarà il nostro obiettivo che non vediamo l’ora di condividere con i nostri amici a conclusione di questo progetto iniziato due anni fa.
Vincenzo si percepisce una reale felicità dal tuo racconto…
Sì mi sento molto felice e la cosa bella è che questa felicità non vedo l’ora di condividerla con gli altri. Tra qualche anno andrò in pensione come medico e potrò dedicarmi in maniera più accurata a questa nuova vita.
Una nuova vita dunque?
Sì, mi sento come la fenice che risorge dalle proprie ceneri, termino la mia vita da medico e inizio la mia vita da vigneron!
Tutte le persone che verranno nella nostra chambre d’hôtes verranno accolte con entusiasmo, lo stesso entusiasmo che ho dedicato all’inseguimento di questo sogno e il desiderio di farlo vivere ai miei ospiti ed amici.
Quando parlo di queste cose non mi rendo conto di quello che sono riuscito a fare e per me fino a poco tempo fa era impensabile, raggiungere delle mete sia nella medicina che nella mia vita privata. Ho fatto tutto quello che desideravo e un altro sogno si è realizzato. La vita mi ha regalato la fortuna di realizzare i miei progetti grazie alla mia cocciutaggine, alla volontà e alle persone che ho vicino.
Ora non ci resta che prendere un aereo e raggiungere al più presto il nostro amico medico, sommelier, vigneron!
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