Di Maria Grazia Narciso

Se ti chiedi come si pronuncia devi sapere che l’accento è sulla Ô.

Cosa significa? Per i latini una buona annata dipendeva dai  “buoni presagi”, (ômina) li stessi che avverti quando in una sala con oltre 60 persone e due megaschermi incontri un uomo con il sorriso di un maestro zen, l’autorevolezza di un leader, la competenza di un manager, la sapienza di uno storico che si accompagna alla eleganza e piacevolezza di un altro uomo, un po’ più giovane, dalla competenza infinita mai ostentata e dal senso autentico dell’accoglienza.

Entrambi sotto l’egida del motto “Mens et Manus”,  a raccontare come in certi momenti della vita ci si riconosce e si decide intraprendere un percorso stra-ordinario insieme.

Siamo con l’AIS Napoli presso l’Hotel Renaissance di Napoli alla masterclass di Ômina Romana, azienda vitivinicola nata nei pressi di Velletri ma concepita altrove, oltralpe, dal dr. Anton F. Börner, appassionato di arte e di storia.  Spinto dalla una nitida visione, e cioè il recupero del prestigioso vino di Roma confezionato dagli etruschi 2500 anni orsono, nel 2007 il dr.Börner commissiona una perizia alle Università di Geisenheim e di Firenze per verificare le potenzialità del territorio individuato.

Mission? realizzare un vino di eccellenza in un contesto sostenibile per la natura e per l’uomo, in un territorio naturalmente vocato alla viticultura per le particolari condizioni pedoclimatiche: alle spalle le colline vulcaniche dei Castelli Romani, dall’altra parte il Mar Tirreno che di giorno regala una preziosa e fresca brezza. Di notte invece il vento soffia dai Colli Albani, creando un microclima unico e irripetibile.

Il DNA di questa azienda è racchiuso nel logo, una fenice che risorge dalle proprie ceneri, a significare la rinascita vitivinicola del Lazio, una regione densa di storia, cultura e tradizioni. Nei Colli Albani infatti, l’antica Alba Longa,  i Latini coltivavano già le viti e la zona era rinomata per il pregio delle proprie vigne.

Oggi 83 ettari di vigneti impiantati a Chardonnay, Viognier, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, ma anche con l’autoctono Cesanese, producono 250.000 bottiglie circa, con un obiettivo di crescita nel cassetto.  Due enologi e 35 persone assunte a tempo indeterminato si prendono cura di ogni singola pianta, contrassegnata da un proprio codice “fiscale”, come lo definisce il dr. Börner,  monitorando chicco per chicco per poter gestire la vendemmia secondo le specificità e lo stato di ogni singolo filare.  Gli acini infatti vengono assaggiati e valutati attraverso una scheda analitica che ne determina lo stato e l’opportunità o meno di raccolta in quel dato momento. Non ci credi finché non lo vedi.

E’ Enzo Falcone a presentarci il risultato nei calici di questa incredibile avventura. Sommelier AIS, con una esperienza decennale nel fine-dining  e nel gotha della ristorazione, ora Area Manager Sud Italia dell’azienda, introduce i dieci vini della serata quasi sottraendosi al palco, donando al pubblico gli strumenti necessari per orientarsi e avventurarsi nel bicchiere, proprio come solo un sommelier di classe sa fare. Nel suo autentico understatement tanto da imparare. Incantata.

Ma ecco i vini degustati,  tutti da varietà internazionali tranne uno splendido Cesanese in purezza. Ognuno dotato di propria personalità, forgiata in ultimo dalle differenti combinazioni di affinamento tra acciaio, barrique di rovere francese di diverse tostature, sono tutti tenuti assieme dal trait d’union della eleganza e del portato vulcanico del terroir.

Hermes Diactoros II 2019 (62% Viognier, 13% Incrocio Manzoni, 13% Petit Manseng, 12% Chardonnay)

Chardonnay 2019

Chardonnay Ars Magna 2017

Viognier Ars Magna 2017

Diana Nemorensis I 2017 (blend tradizionale bordolese)

Cesanese 2017

Merlot Ars Magna 2016

Cabernet Franc Ars Magna 2015

Cabernet Sauvignon Ars Magna 2015

Ceres Anesidora I 2015 (50 % Cabernet Sauvignon, 50% Cabernet Franc).

Un prezioso memorandum utile ad un ripasso prima di rituffarsi in questa bellissima visione, diventata progetto, trasformato in realtà che assomiglia ad un sogno.

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