Di Maria Grazia Narciso

Una serata preziosa.

Prezioso l’ospite, l’attesissimo Fleur de Miraval Champagne Rosé,  preziosa la location, Le Pavillion del The Britannique Naples, Curio Collection by Hilton illuminata di rosa per l’occasione, prezioso lo chef, Eduardo Estatico, Chef resident della struttura e personalità di spicco del panorama enogastronomico, preziosi i relatori, Tommaso Luongo Delegato AIS di Napoli e Gabriele Pollio, relatore AIS.

Protagonista indiscusso, l’esclusivo progetto enologico immaginato e voluto da Angelina Jolie e Brad Pitt, tenuto nascosto per cinque anni, attualmente in distribuzione con 20.000 bottiglie reperibili sul catalogo di Millesima.

Anche lo scoop con cui i due relatori lanciano la serata è prezioso: la coppia di divi cinematografici, che dopo la separazione ha continuato a produrre insieme il rosé a Château Miraval in Provenza, si scoppia anche nella compagine societaria. Notizia dell’ultima ora, la signora Jolie ha ceduto, per quale cifra non è dato sapere, il suo 50% delle quote di Miraval a “Tenute del Mondo”, sussidiaria del russo Stoli Group, socio di minoranza del gruppo Tenute di Toscana controllato dalla famiglia Frescobaldi, che annovera cantine da Masseto ad Ornellaia a Bolgheri, a Luce a Montalcino.

“Ma che mi frega a me mi basta che rimani tu, uhuh……” sì lo so, non è palesemente un verso elegante ma è quello che ho canticchiato guardando il liquido rosa cipria, o rosa oro, o cipolla (si è aperto un dibattito nel frattempo) zampillare dalla bottiglia laccata nelle mani dei miei inappuntabili colleghi.

75% Grand Cru Chardonnay, 25% Vertus 1er Cru Pinot Noir, metodo saignée ovvero salasso. Un blend di cuvée perpetuel, la prima nel 2007, con migliaia di vini invecchiati aggiunti  en cercles. Praticamente un solera. Fermentazione in acciaio, 36 mesi sui lieviti. Tutto nel nostro calice stasera, con refill annesso. Grazie Delegato!

Ma perché  è tutto così esclusivo? Nata dalla collaborazione di tre famiglie, Champagne Fleur de Miraval è la prima maison champagne dedicata esclusivamente alla produzione del rosè.  L’iconica famiglia di produttori di champagne Pierre Péters, a Le Mesnil-sur-Oger, ha portato in dote l’anima della Côte des Blancs e l’esperienza maturata con lo chardonnay del suo centenario “Héritage”.  La famiglia Perrin di Château de Beaucastel, nella Vallée du Rhône, da parte sua ha arricchito il blend con 25% Pinot Noir da Vertus 1er Cru, prodotto con il metodo del salasso. La famiglia Perrin, giusto per dire, è tra le 12 casate della Primum Familiae Vini insieme ai Marchesi Incisa, Antinori, al Baron Philippe de Rothschild (Mouton).

Brad e Angelina hanno fatto il resto. Risultato? Un vero Rosé Côte des Blancs.

“Le scelte per il nostro champagne si sono indirizzate verso i nobili aromi autolitici dello Chardonnay,  quindi mandorla, nocciola, una burrosità elegante, tutto supportato da una superba tensione e freschezza incredibile”, ha dichiarato Rodolphe Peters. Il metodo del salasso per il rosè è raro in Champagne e notoriamente difficile. L’ esclusiva bottiglia laccata è disegnata per proteggere lo Champagne dal goût de lumière al quale è particolarmente sensibile.

Anche qui al Le Pavillon stasera tira un aria pétillant ma prima del gran momento, per avvinare i palati, degustiamo il Miraval Rosé Côtes de Provence AOP, 2020 e 2019 in abbinamento con le preparazioni di Chef Estatico.

Nomen omen. E’ così che ci lasciano il suo Scampo crudo di Sicilia con sorbetto al mandarino e fava tonka, il Gambero rosso di Crotone con emulsione alle fragoline di bosco e mandorla, la Capasanta fritta con mozzarella e tartufo nero uncinato di Bagnoli Irpino condito con clorofilla all’erba cipollina, l’ Antipasto, nello specifico una Crocchè di genovese con fonduta di Provolone del Monaco DOP 24 mesi, alloro e cannella,  su salsa di cipolla all’aceto.

Lo chef mi racconta che ha costruito il pairing senza testare i vini ma solo attraverso la descrizione del profilo sensoriale trasmessogli da Tommaso Luongo. Delle due l’una… o meglio, dei due entrambi grandi professionisti.

L’apertura del ristorante fine dining – mi dice Eduardo Estatico è prevista per dicembre 2021, mese più mese meno, forse più, ma se volete farvi estasiare anche voi il suo Bistrot è aperto al pubblico, sette giorni su sette.

Non sappiamo ancora se la mancanza di Angelina si farà sentire ma quello che questa serata ci lascia dentro è che i grandi amori, anche quelli finiti, lasciano sempre il segno.

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