Di Pietro Iadicicco e Antonia Golino
Succedeva a Dicembre. Era tutto pronto per 3 ore di full immersion nella regione dello Champagne, ero già collegato per l’evento on line de l’Academie du Champagne 2020, con le bottiglie a temperatura e i bicchieri in pole position; ed ecco che appena “vedo” Bernardo Conticelli fare capolino dalla finestra di collegamento sento arrivare il bip della notifica di whatsapp. Sul display appare il nome di Antonia e un testo dal tono inequivocabile “appuntamento con il cliente rimandato alle 18.00, non farò in tempo a fare la spesa e arriverò senza voglia di cucinare…ma che te le dico a fare a te che te stai con uno Champagne in mano!”
Non era un vocale, ma era come se lo fosse e non lasciava presagire nulle di buono… Sembrava di sentirla aggiungere dopo la scrittura del messaggio la classica espressione “che barba, che noia, che noia, che barba” in perfetto stile Sandra e Raimondo.
In effetti dopo un anno di cucina obbligata, anche una come lei, che ama cucinare, è stanca. Lo siamo in verità un po’ tutti. Durante la prima fase del lockdown i social sono stati inondati da un’overdose di pizze home made (anche noi ci siamo cimentati, solo che i risultati non sono stati all’altezza degli autorevoli consigli ricevuti); poi è stata la volta dei dolci ( è andata anche peggio), e infine ci siamo affidati alle varie proposte di delivery con, molto spesso, qualche delusione di troppo,
Nuova zona rossa, e ci risiamo…
Ma stavolta qualcosa è cambiato: avete presente Luisa, la food market manager del film “Immaturi”, che di fronte a una zuppa pronta, destinata al mercato della GDO, di ottima qualità, ma che non vende, risolve il problema consigliando alle sue clienti di terminare la preparazione con un ultimo tocco personale?
Lo slogan recitava:“ Manca solo il tuo tocco”.
Ecco… lasciando agli schermi televisivi l’esempio della zuppa pronta, concentriamoci invece su questo convincente messaggio.
Il “tuo” tocco per terminare un’esperienza gastronomica importante è la chiave di lettura dell’offerta che in questa seconda fase di clausura pandemica caratterizza la proposta di una ristretta cerchia di esponenti dell’alta ristorazione. Sto parlando di chef stellati che si sono reinventati in eccellenti Dark Kitchen e di pizzaioli illuminati che ti spediscono a casa non una semplice pizza di cui lamentarti della temperatura, ma di un prodotto espressione della più alta panificazione artigianale da rigenerare a casa con il tuo tocco. Nascono così le food box, dai packaging accattivanti e con minuziosi tutorial a corredo, con spiegazioni che rendono merito al grande lavoro di preparazione che c’è dietro: l’alta qualità delle materie prime, i tempi rigorosi delle marinature, il metodo di cottura e l’arte dell’assemblaggio; il tutto accompagnato dalla grande attenzione al trasporto e alle modalità di conservazione. Insomma un lavoraccio, ma che è esattamente la soluzione che mi serve stasera per sedare “Sandra” e continuare senza sensi di colpa il mio webinar in Champagne.
8PUS è quello che mi serve, www.8pus.it il mio strumento. Una chiarissima schermata mi presenta il menù, tutto descritto così bene che ti sale la voglia di qualunque cosa e vorresti il tasto ALL IN, ma mi trattengo e scelgo pensando agli abbinamenti degli Champagne che sto man mano degustando. In effetti senza Giuseppe Iannotti che si è organizzato per arrivare a casa mia, con che avrei abbinato così tante bollicine? Ordine confermato e dopo pochi minuti mi arriva un altro whastapp, stavolta il tono non è per niente minaccioso, anzi. E’ l’amico Alfredo Buonanno, sommelier del Kresios, 1 stella Michelin, base operativa della Dark Kitchen 8Pus, che mi avvisa che hanno preso in carico l’ordine, e che verrà lui stesso a consegnarmelo. In questo periodo di isolamento, guadagno anche, con le dovute precauzioni, un’occasione di confronto su quanto ero subito pronto a condividere, facendo ben attenzione a lasciarne sufficienti quantità per la cena della sera, sennò chi se la sente l’architetto…
Apro il box delle meraviglie, e ci trovo tante bustine, contenitori di salse, contenitori di marinature, tutto colorato e accattivante, faccio partire The Dark Side of the Moon, e mi metto ai fornelli. Non so se è perché a Telese mi conoscono, ma giuro che su una delle etichette, oltre al procedimento illustrato minuto per minuto, c’era scritto: e non distrarti a guardare il telefono! Sarà stato un suggerimento di Antonia…
Hamburger di tonno rosso, composto da pane al latte di bufala con sesamo, hamburger di tonno rosso, cetrioli, pomodoro, cheddar stravecchio e fantastiche salse. E’ bastato tostare il pane mentre l’hamburger andava su una semplice piastra, e assemblare i restanti ingredienti. Tutto talmente semplice che quando l’ho messo in bocca non credevo possibile che tanta bontà l’avessi creata io. Cioè non proprio io, io con un’aiutino “scintillante” .
Abbinato a : Barnaut Champagne Grande Reserve Brut Bouzy Grand Cru
Hot dog di Salmone, pane al latte di bufala, würstel affumicato di salmone, cipolla fritta, ketchup, maionese al prezzemolo. La storia si ripete, tutto semplice e immediato, ma credetemi, c’era una foglia di lattuga sottovuoto, protetta da un tovagliolo. Da 8pus sono pazzi…
Abbinato a : Duval – Leroy Champagne Brut
Gyoza di gamberi rossi In salsa piccante, ravioli cinesi ripieni di gamberi rossi di Mazara del Vallo con bisque al peperoncino. Vaporiera, acqua , foglio di carta già fornito e 5 minuti per impiattare. Da non credere.
Gyoza di merluzzo in salsa verde, ravioli cinesi con merluzzo e salsa verde. A questo punto sono esperto. Mi tocca solo migliorare l’arte di impiattare, come mi è stato cortesemente fatto notare. (Sempre Lei…)
Abbinati a : Deutz Champagne Brut
Una serata speciale, grazie a una splendida intuizione di uno chef futurista, e di un “mio tocco”.
Succedeva a Marzo 2021. In una mattinata di diatribe con i simpatici colleghi degli uffici della Sovrintendenza, tra una norma non chiara e qualche mail di troppo, arriva la telefonata fuori contesto, una di quelle che solo lui riesce a fare. Drin… drin… Chiamata da Pietro Iadicicco ( lo so che non è il mio commercialista ma non sono una di quelle da “amore mio” ): “ho deciso che stasera apro un 110 Oyster 2008 , e qualche altra cosuccia. Regolati tu.” E attacca.
In effetti, adesso che ci penso, la mia commercialista (quella vera) mi saluta a inizio e fine telefonata, sempre calorosamente. Il tempo di realizzare la richiesta e vado spedita su www.8pus.it , senza alcun dubbio. Mi innamoro di tutto, ma mi ricordo anche che sono in dieta da 3 settimane, e con questo bel proposito mi avventuro nella piattaforma del menù per poi dimenticarmene alla prima schermata. Infatti parto dalla piccola pasticceria, ma solo per assaggiare un prodotto della versione “Ready to eat”. Vabbè una volta ogni tanto si può fare. Lo so, lo dico sempre. Sto divagando. Torniamo al menù. Spaziando nella versione “ Ready to Cook” scelgo il Ramen di Polpo, è da tempo che non ne assaggio uno buono, poi atterro sulla foto della Paella e mi viene in mente che il “sommelier di casa” dice sempre che lui la sa fare, ma in 10 anni però non l’ha mai fatta (chissà come mai). E’ un’ottima scusa per costringerlo a partecipare alla preparazione. E’ la volta degli onigiri, che mi ricordano chiaramente uno dei miei cartoni animati preferiti, Coccinella, che ne era ghiotta e ne mangiava continuamente e mi chiedevo sempre come potessero essere. E’ arrivato il momento di scoprirlo.
In quindici minuti di viaggio, mentale, la mia cena è pronta ed io sono di nuovo alle mie mail.
Ramen di Polpo: noodles, uovo di campo marinato in soia e zenzero, polpo e alga nori. Il brodo del ramen è arrivato surgelato e sottovuoto, con data e indicazioni del prodotto, ed è bastato rinvenirlo in un tegame a fuoco medio per sentirne subito la grande aromaticità. Una base formidabile in cui tuffare i noodles appena scottati, il polpo lievemente piastrato e le bietoline che insieme all’uovo marinato hanno completato un piatto esaltante, reso ancora più unico dall’alga nori che chiude la preparazione.
Abbinato a : Divella Blanc de Blancs Dosaggio Zero.
Onigiri : onigiri ripieni in bianco con salmone e wasabi, soya e zenzero, con tonno rosso e cetriolo marinato e bianco con gamberi rossi di Mazara del Vallo e ponzu. Sono praticamente pronti, devi solo terminarli con il rettangolo di alga nori ed il gioco è fatto. Non hai tempo di prenderci confidenza ed è un bene, perché ne hai il candore sufficiente per rimanerne sconvolto quando gli darai il primo morso, durante il quale penserai: ah, ma questo è il gusto? Me lo aspettavo diverso. Non pensavo fosse cosi … ne voglio ancora. Sono tutti buonissimi, spettacolare è quello di tonno rosso.
Paella : riso, pesce, crostacei, molluschi, pollo, zafferano, cipolla, pomodoro, peperone, pepe, paprika. Quando il gioco si fa duro, i sommelier iniziano a giocare… più o meno. Chiamato in causa e ferito nell’orgoglio ha dichiarato che avrebbe fatto la migliore paella del mondo. E non è che sia così difficile con una preparazione il cui fondo è ricavato da ben 50 pesci diversi e che, come recitano le istruzioni, profuma di scoglio. Quando l’ho letto ho pensato : Iannotti stavolta ha esagerato … poi è successo che quando nella padella si è sciolto il fondo, si è presentato il 51esimo pesce che al momento dell’appello di 8pus si era assentato. Insomma, un capolavoro, pur essendo passato tra le mani di Pietro.
Abbinati a : Joaquin 110 OYSTER 2008
Piccola pasticceria: golosi biscotti cioccolato e sale, con loro meringhe, cioccolatini e gelatine alla frutta. E’ la giusta conclusione di una cena importante, che ti accompagnano al divano, dopo che sei riuscito a prendere le misure del tuo palato e pensi che puoi rilassarti … e in fondo è così, tra una vertigine salata, un crunch vibrante di una meringa, un affondo profondissimo in un cacao spettacolare e la dipendenza delle gelatine che inevitabilmente finiscono.
Abbinata a : Azienda Agricola Colleluce _ Vernaccia di Serrapetrona dolce DOCG
Che “sbattimento” una box di 8pus !!! … domani riordino!
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