Di Emanuele Tanfoglio
Si scrive Faro si pronuncia Farò. Probabilmente la birra più bevuta a Bruxelles e nel Pajottenland nei primi anni del 1900. Questa birra era ottenuta aggiungendo zucchero, solitamente quello bruno candito, a un Lambic. Uno stile quasi definitivamente perso, riportato alla gloria da LindemanS solo agli inizi degli anni ’80.
Nel bicchiere uno strato sottile di schiuma candida cela una luminosa quanto originale tonalità arancione dagli insistiti riflessi rossastri.
Naso contraddistinto da sferzate acetiche, ciliegia sotto spirito e agrumi.
In bocca l’acidità primeggia nell’ingresso al palato; seguita subito da una importante successione di caramello e Sherry. Sul finale si insinuano mela cotogna e limone a rilanciare la dialettica sensoriale tra dolcezza e acidità che si rinnova in una persistente e gratificante chiusura.
Con tutta la leggerezza dei suoi 4,5 gradi è una birra assai rinfrescante e un’ottima “compagnia” per un aperitivo salato per un’armonica contrapposizione.
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