Le alici di Cetara, la loro tracciabilità, le diverse tipologie di pesca e la Colatura sono al centro del progetto C.Ali.Ce, acronimo di Colatura di Alici di Cetara (approvato dalla Regione Campania nell’ambito della misura 1.26 “innovazione” del Po Feamp 2014/2020).
Un percorso che vede coinvolti la cooperativa Pescatori Cala Bianca, il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.
Responsabile Scientifico, il professore Vincenzo Peretti della Federico II che spiega: “Il tema delle attività produttive compatibili con la salvaguardia delle risorse ambientali è di grande rilevanza nel dibattito scientifico, nella programmazione delle strategie di sviluppo e nella prassi operativa. Le fasce costiere richiedono una specifica attenzione per l’estrema vulnerabilità, per coesistenza di habitat diversi e per la densità degli usi antropici. Il progetto C.Ali.Ce nasce con lo scopo di adottare le iniziative giuste che mirano allo sviluppo di una pesca sostenibile per le alici e la loro successiva trasformazione in Colatura di Alici di Cetara che alla fine del 2021 vedrà in commercio i primi prodotti Dop”.
C.Ali.Ce. si propone con l’obiettivo di caratterizzazione fenotipica e valutazione delle alici fresche, di monitorare le diverse tipologie di pesca, di esaminare tutte le fasi del processo produttivo, delle qualità organolettiche e gustative del prodotto e di realizzare specifiche indagini igienico-sanitarie. Grande attenzione verrà dedicata al problema della sovra-pesca che non colpisce soltanto le specie di maggiore interesse commerciale, ma anche tutte quelle che vengono catturate accidentalmente da attrezzi di pesca poco selettivi che non risparmiano gli individui di specie commerciali sotto la taglia minima di conservazione (che non hanno ancora avuto tempo di riprodursi). Questa percentuale “scartata” può arrivare oltre il 50% della cattura.
“Nel progetto -interviene Roberto Della Monica, Sindaco di Cetara che ha messo a disposizione degli Enti di ricerca i locali del Punto Sbarco- sono stati coinvolti tre armatori della nostra città che utilizzano differenti tipologie di reti da circuizione per la pesca delle alici: cianciolo, tonnara e volante. Nei prossimi anni puntare su come valorizzare adeguatamente il prodotto della pesca locale diventerà fondamentale anche per la sopravvivenza dei nostri pescatori”.
La tecnica a cianciolo o lampara, racchiude in sé l’essenza della pesca tradizionale, risultando tutt’oggi molto affascinante e suggestiva. Si tratta di un’attività di pesca selettiva che si svolge in orario notturno e che si basa sull’attrazione in superficie dei banchi di pesce tramite la luce; questa viene prodotta da una lampada installata a poppa di alcune imbarcazioni ausiliarie, calate sulla zona di pesca da parte del natante principale. L’azione vera e propria di cattura viene condotta da parte del natante principale, generalmente di dimensioni medio-grandi, che cala una rete effettuando una manovra atta a circuire il banco di pesce attirato in superficie dalle luci.
Una volta pescate, le alici arrivate al porto di Cetara, saranno esaminate direttamente presso il punto sbarco; mentre tulle le analisi previste nel progetto, sia sulle alici che sulla successiva colatura, saranno eseguite presso i laboratori del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali della Federico II e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.
“Un progetto osservato con grande attenzione dai produttori della Colatura di Alici di Cetara -spiega il presidente dell’Associazione che ha curato tutto l’iter per l’ottenimento della Dop, Lucia Di Mauro- in quanto l’intero ciclo dalla pesca alla lavorazione della materia prima, si conclude proprio con la maturazione e l’affinamento per ottenere il prezioso liquido ambrato”.
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