Di Mauro Illiano

In un mondo costruito per prevedere tutto ciò che accade, in cui potevi accendere il riscaldamento prima di arrivare a casa, prenotare un volo per Shangai comodamente seduto sulla tazza del water e giocare in borsa mentre i tuoi figli giocavano al parco, oramai siamo arrivati a vivere alla giornata.
Due mesi di soggiorno sono troppi. Così, mentre le pance crescevano le tasche si svuotavano. Progetti imprenditoriali, previsioni di “tutto esaurito”, flussi turistici e idee ai blocchi di partenza, si trovano ora tutti riposti nel fascicolo delle occasioni svanite.
Decreti, ordinanze, faqs, chiarimenti e ricorsi al Tar, rappresentano l’altra faccia di un Paese oramai fermo da due mesi. E, afflitti dalle conseguenze di codesti effetti collaterali della pandemia vera e propria, ci ritroviamo a dover affrontare la famosa FASE 2.
Nessuno sa veramente quanto durerà, né a quali risultati ci porterà.
Ne usciremo presto? O forse torneremo in fase 1 a causa di un colpo di coda dei contagi? Non lo sappiamo.
Fatto sta che le attività commerciali sono ora ad una scelta cruciale.
Delivery, Take-Away, attesa per la riapertura o proroga della chiusura fino a nuove evoluzioni?
Dipende.
In questi giorni ho assistito e partecipato a numerosi dibattiti in merito alle scelte consigliate ai gestori dei Bar, fatto sta che una soluzione univoca non è prospettabile.
Al momento i dati ci dicono che i consumatori – per ovvi motivi – hanno aumentato i consumi domestici ed in particolar modo quelli del mono porzionato (cialde e capsule).
Questo dato, incoraggiante da un lato poiché atto a dimostrare l’attaccamento alla bevanda del caffè oltre il rito e l’abitudine di frequentare il bar, dall’altro però mette in evidenza la necessità per le attività pronte alla riapertura di offrire qualcosa di nuovo e stimolante alla propria clientela.
Tornare al bar non sarà semplice, e ciò sia in funzione delle normative sanitarie (distanziamento sociale, uso di

coffee takeaway on the table 

guanti e mascherine, sanificazioni periodiche), sia in relazione al timore di diventare un numero di quelle statistiche che da due mesi ci tengono inchiodati in casa.
Gradualità è la parola d’ordine. E vale un po’ per tutto e per tutti. I governi hanno prima stretto e poi allargato le maglie in modo graduale, e così stanno facendo le grandi aziende.
Per non allontanarci troppo dal nostro tema, un esempio calzante ci viene da Starbucks. Il colosso di Seattle ha deciso di procedere con una strategia “Monitor and adapt”, ovvero vestirsi da camaleonte, pronto a cambiare colore a seconda di ciò che accade intorno. Consentire solo take away con pagamento e ritiro contactless in casi estremi, drive through classico in caso di andamento costante, servizio tradizionale ove le condizioni lo consentano.
E’ sicuramente una strategia interessante, che richiede però un certo dinamismo imprenditoriale e prototipi contrattuali idonei alle continue variazioni.
Da noi non sarà così semplice, e allora è bene ipotizzare degli scenari tipici:

1. Delivery
Cos’è: la classica consegna a domicilio. Già possibile da giorni.
Con chi funziona: Funziona molto per aziende ed uffici, in cui le persone sono costrette a rimanere a lavoro, meno per privati.
Pro: Comodità, si ordina a telefono.
Contro: Non si vede prima ciò che si acquista.
Segreto del successo: Consegne puntuali, capacità di distinguersi dagli altri, social media per mostrare al cliente il prodotto anche se non può vederlo fisicamente

2. Take-Away
Cos’è: il ritiro al bar. Ora possibile in tutta Italia, senza assembramenti.
Con chi funziona: Funziona bene per privati poiché questi sono liberi di scendere, meno per aziende ed uffici a causa della minore libertà di movimento e dell’attesa.
Pro: Si perde meno tempo che per consumare in loco.
Contro: Bisogna trovare un posto dove poi consumare.
Segreto del successo: Velocità nell’evadere gli ordini (non ci si potrà assembrare), offerta semplice ma accattivante (per recuperare tempo in preparazione)

3. On-line
Cos’è: ordini di prodotti non preparati, vale a dire imbustati e adatti al consumo nel tempo. Non sostituisce il bar, ma consente la vendita di prodotti confezionati.
Con chi funziona: Più o meno con tutti oggi.
Pro: Comodo, più economico, molta scelta.
Contro: Concorrenza globale, consegne non sempre puntuali.
Segreto del successo: Molta pubblicità, puntualità corrieri, innovatività offerta.

4. Riapertura classica
Cos’è: il Bar come lo conosciamo tutti.
Con chi funziona: Oggi solo con chi vince la paura del contagio.
Pro: La meraviglia di tornare alle nostre amate vecchie abitudini.
Contro: Mascherine, guanti, distanziamento sociale (come scherzeremo col barman?).
Segreto del successo: Spazi ampi a disposizione, soluzioni originali per far sentire il cliente a suo agio, offerta di qualità alta per sconfiggere la concorrenza delle altre forme di vendita (estrazioni alternative, nuove ricette, etc.).

5. Di tutto un po’
Cos’è: una somma di tutto quanto sin ora descritto (il nostro “monitor and adapt”).
Come funziona: il cliente sceglie se ordinare da casa, ritirare al bar, spingersi al bancone, o ordinare confezionati
Con chi funziona: Praticamente con tutti, è il cliente a decidere.
Pro: Massima versatilità e ampio spettro di clientela potenziale.
Contro: Difficoltà organizzativa iniziale, necessità di mutare pelle all’esigenza
Segreto del successo: Osservazione costante dell’andamento delle preferenze, rotazione dell’offerta, disponibilità al sacrificio.

Ebbene, abbiamo provato a disegnare alcuni degli scenari possibili per sopravvivere al purgatorio che ci attende, nella speranza che esso possa essere solo l’ultimo gradino da salire per tornare al nostro benedetto angolo di paradiso…
Buon caffè a tutti!