Di Adele Munaretto
Alla fine di un percorso di studi, impegnativo e affascinante, come quello dell’Associazione Italiana Sommelier arriva il momento di fare i conti, il famoso bilancio dei costi/benifici e chiedersi: “Ma perché ho deciso di fare il sommelier?”. Le motivazioni possono essere svariate ed eterogenee così come la platea dei corsi AIS; ci sono persone che hanno esigenze professionali ma tanti sono gli appassionati che nella vita svolgono professioni che niente hanno a che fare con il mondo del vino; forse però sono proprio quelli che risponderebbero in maniera più interessante a questa domanda un po’ irriverente. Ho provato a chiedere ai sommelier per quale motivo hanno intrapreso questo percorso e le risposte sono state davvero divertenti.
Ho riassunto le motivazioni in questo elenco, siete pronti?
10) il Social: cosi faccio amicizia e conosco tanta gente;
9) il Dandy: la divisa è fighissima;
8) il Despota: cosi finalmente quando dicono chi assaggia al ristorante non ce ne è per nessuno,
7) l’Intellettuale: perché c’è più filosofia in una bottiglia di vino che in tutti i libri del mondo;
6) Il Riconoscente: perché prima non sapevo cosa fosse il litchi ora grazie all’AIS lo so;
5) l’Eroe per caso: per poter fare qualcosa di nuovo, però poi mi è piaciuto tanto;
4) la Romantica: perché ci hanno fatto sempre credere che per essere felici bastasse l’amore, ma poi ho assaggiato il vino;
3) L’Umile: per mettermi al servizio degli altri;
2) l’Esploratore: per conoscere nuovi territori e nuovi prodotti da abbinare al vino;
1) il Cult: perché mi piace bere, ma così sono giustificato.
Se ti sei ritrovato in uno di questi profili, è tutto “regolare” sei uno di noi! :-)
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