Di Mauro Illiano
Ci siamo, è ufficialmente iniziato il percorso di candidatura dell’Espresso Napoletano nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.
Un percorso voluto fortemente dalla comunità partenopea, e sostenuto con grande impegno dal Gran Caffè Gambrinus e dai suoi rappresentanti Michele Sergio e Massimiliano Rosati.
L’arte e la storia del caffè napoletano, dunque, si propongono con il tema “Cultura del caffè espresso napoletano. Tra rito e socialità”, con il co-finanziamento della Regione Campania e l’essenziale opera dell’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza.
La prima data del percorso a tappe avviato sarà il 2 Ottobre prossimo, quando il Consiglio Regionale della Campania ospiterà un incontro con tutte le comunità coinvolte, ivi incluse associazioni, singoli e attività produttive, ovvero coloro che rendono possibile la trasmissione della tradizione dell’Espresso Napoletano.
Tantissimi gli argomenti a sostegno della tesi, così come tanti sono i napoletani pronti a sostenere questa tradizione, che per molti è considerabile al pari del “sacro”.
Napoli è dunque pronta ad affrontare un percorso in cui ritoccherà le più importanti tappe della diffusione del caffè e dei suoi tanti riti, provando a evidenziare quelli che nei secoli sono stati i momenti, gli avvenimenti ed i personaggi in grado di scolpire letteralmente questa ritualità.
Una indagine storica, ma non solo. Un affondo nella Napoli dei secoli scorsi, nelle usanze, nel commercio, nella torrefazione e nell’innumerevole sequenza di piccole quanto significative sfumature, in grado di scrivere uno dei capitoli più importanti della cultura napoletana.
Un viaggio lungo più di quattro secoli, dalle prime lettere di Pietro Della Valle, ai caffettieri Ambulanti, passando dalla famosa “Manovra” del Corrado per approdare agli scritti scientifici del Picardi, testimonianze tutte di una passione senza tempo, che ha conosciuto tantissime interpretazioni ed altrettante menti dedite, ma con un solo denominatore comune: l’imprescindibilità della società napoletana da questa straordinaria bevanda.
Una imprescindibilità talmente grande da generare uno stile unico, una visione tutta partenopea, un rito nato e custodito nella mura di Napoli, un tesoro la cui rarità chiede oggi al mondo intero di ergersi a sua difesa.
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