Per noi sommelier, ma immagino per molti, assistere a una lectio magistralis di Roberto Anesi è una esperienza unica. Fin qui nulla di strano visto che il signore in questione si fregia del titolo di Miglior Sommelier d’Italia 2017, ma lui nel titolo non ci sta del tutto…
Ogni volta che assisto a un suo seminario non so mai bene se sia meglio ascoltarlo, guardarlo, prendere appunti o fotografare le slide. Ma di certo so di non voler perdere nemmeno una goccia, come farei con un Romanée-Conti del 1945. A un certo punto dello speech, sempre lo stesso, il dubbio iniziale svanisce, catturata come sono dall’incedere elegante e modulato del racconto, dalla progressione ordinata dei contenuti, dalle slide didascaliche in sync perfetto con il passaggio successivo. E puntualmente mi ritrovo a formulare una analisi cinesica, a osservare la prossemica, ad annotare il percorso dello sguardo che non trascura mai nessuno in sala. La pronuncia perfetta indifferentemente in inglese, tedesco o francese, musica per le orecchie.
É trascorso qualche giorno dalla sua visita a Napoli, quando ci ha condotti sulle tracce del Pinot Noir in Alto Adige. Il pinot noir, perfettamente a suo agio in Borgogna, è uno dei vitigni più esigenti, delicati e volubili, ma, come tutti i ribelli, dai risultati sorprendenti quando si lascia domare. Come è avvenuto in in Alto Adige, dove ha trovato una sua dimensione precisa e identitaria, quella che Roberto ha scelto di raccontare.
Si sente che siamo a casa di Roberto: conosce gli orari di ogni raggio di sole, distingue le cantine dai profumi, e a quale punto della salita ti chinerai per allacciarti le scarpe.
La gallery con le foto dei vigneti di Gleno, Montagna e Mazzon è selezionata con cura perchè non ci sfugga la precisa percezione del terroir. Così, passo dopo passo, scopri che i Pinot Noir di Mazzon sono maschili mentre quelli di Gleno più femminili e che avrai solo l’imbarazzo della scelta (magari questa l’editor me la cancella! – Tranquilla te l’ho lasciata, NdR).
Anche il nostro Delegato offre uno spunto di riflessione quando evidenzia ai presenti l’accuratezza e la precisione di Roberto, la dedizione nella preparazione dei contenuti e la premura nel riesaminare temi a lui già abbondantemente noti, per essere certo di non aver tralasciato nulla. E’ una caratteristica – sottolinea Tommaso Luongo – che da sola dice la levatura del nostro ospite. Sia di esempio a chi si prepara a sostenere l’esame di relatore AIS.
Per giocare l’importante partita di questa sera Roberto ha convocato una squadra di soli titolari:
Alto Adige Pinot Nero Cortaccia 2017
Alto Adige Pinot Nero Franz Haas 2016
Alto Adige Pinot Nero Stroblhof Pinot Nero Pigeno 2016
Alto Adige Pinot Nero Carlotto 2016
Alto Adige Pinot Nero Castelfeder Burgum Novum Riserva 2016
Alto Adige Pinot Nero Trattman Girlan Riserva 2016
Alto Adige Pinot Nero Schloss Englar Riserva 2016
Il coach li ha mandati in campo ognuno nel suo ruolo, puntando su uno schema ben collaudato e portando a casa il risultato.Tutti bravi i ragazzi, grande partita, ma la sala ha dato all’Alto Adige Pinot Noir, Carlotto 2016 il Pallone d’Oro, con l’avallo condiviso di Tommaso e Steffen (la giuria d’onore).
Anche io ho eletto il campione della serata: indovinate chi è? ;-)
Foto di Gabriella Imparato
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