“Il Nebbiolo è un vino per fare l’ amore nelle giornate d’inverno, ma sono cose che solo le donne conoscono”.
L’ha scritta Cesare Pavese, ma a noi l’ha letta Giada Codecasa, ospite deliziosa, milanese di origine, piemontese di adozione, cha dal 1996 produce con il padre Vittorio i vini della Cantina CA’NOVA di Borgogno (NO), in degustazione stasera alla Cantina La Barbera.
Cose che ti viene voglia di dire solo attorno ad un tavolo in cui l’armonia è perfetta, l’atmosfera magica, le riserve abbassate….. ops!, non tutte, è proprio una Riserva a chiudere la serata, amabilmente condotta da Giada e Steffen.
E’ questo il quarto incontro del calendario degli “Incontri con i produttori in bottaia” che Steffen Wagner, sommelier e degustatore AIS Napoli, ha progettato per condurre gli ospiti in percorsi guidati tra i vini e i territori da lui selezionati per la cantina, ben raccontati anche nella ricca carta dei vini.
Quello in degustazione stasera è “l’altro Nebbiolo”, il fratello austero, quello dell’Alto Piemonte, territorio delimitato dalle province di Novara, Biella e Vercelli, dove il suolo determina l’ inconfondibile nota minerale. Qui insiste Ghemme, une delle più piccole Docg d’Italia, dove 14 produttori si contendono il territorio di natura morenica, risultato della antichissima esplosione del Supervulcano della Valsesia e dallo scioglimento dei ghiacciai del Monte Rosa.
Questi luoghi, dove, al contrario delle Langhe, si fa fatica ad individuare nel paesaggio le vigne, sono stati per molto tempo a margine delle dinamiche macro di settore. Oggi il mercato internazionale, soprattutto americano e canadese, si è accorto del potenziale e anche i grandi nomi della viticultura si aggirano da qualche tempo in zona. C’è da esserne contenti? Punti di vista!
Non manca nulla stasera: Jad’or Rosè, spumante Metodo Classico Extrabrut, a base Nebbiolo 100%, il cui nome non è rubato al profumo ma un omaggio a Giada, i Ghemme Docg 2007, 2010 e Riserva 2009, il cru Vigna San Quirico, Colline Novaresi Nebbiolo Doc 2008.
In onore di Giada, Alfonso Maria Vitabile e Antonello Pizzo, patron della Cantina La Barbera, hanno predisposto un menù squisitamente piemontese, preparato dallo Chef resident Alberto Tavani, grazie al quale anche noi abbiamo familiarizzato incuriositi con la poco nota “Tartrà”.
A fine serata rubiamo a Steffen la promessa di una nuova carta dei vini, (è vero un po’ intrigante), di cui non possiamo dire, ma di cui lui, fine professore e filosofo, ha intuito le premesse e ha già in mente le conseguenze.
Stay tuned!
Foto di Gabriella Imparato.
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