Sabato 16 febbraio partirà ufficialmente da Napoli l’avventura di ‘Sannio Falanghina’, il territorio che lo scorso 10 ottobre è stato riconosciuto a Bruxelles come la ‘Città Europea del Vino 2019’. C’è molta attesa nelle cinque realtà territoriali che hanno fatto rete per raggiungere questo importante obiettivo, vale a dire i Comuni di Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso.
I sindaci Mario Scetta, Floriano Panza, Carmine Valentino, Pompilio Forgione ed Erasmo Cutillo sono in questa fase al lavoro per assicurare la migliore ospitalità alle diverse delegazioni che giungeranno in Campania per l’importante evento. All’incontro di Napoli presenzieranno, infatti, i rappresentanti delle città portoghesi di Torre Vedras e Alanquer (che sono state ‘Città Europea del Vino 2018’) e della cittadina francese di Perpignan (che sarà ‘Città del Vino Dioniso 2019’), oltre ai vertici dell’associazione nazionale delle ‘Città del Vino’ e di Recevin, la rete europea che aggrega circa 800 Città del Vino in rappresentanza di undici Stati europei, l’associazione che ha assegnato al Sannio questo importante riconoscimento.
I rappresentanti dei cinque Comuni coinvolti, insieme alla Camera di Commercio di Benevento presieduta da Antonio Campese e al consigliere regionale Mino Mortaruolo, delegato dal presidente Vincenzo De Luca a seguire le attività della ‘Città Europea del Vino 2019’, hanno voluto fortemente che la cerimonia d’inaugurazione si svolgesse a Napoli.
La scelta è caduta sulla grande città all’ombra del Vesuvio per una serie di importanti motivazioni. Prima di tutto va specificato che cade in errore chi pensa all’incontro di Napoli come ad un puro e semplice evento. L’idea che ha indirizzato i primi cittadini verso tale scelta è stata quella di trasformare la cerimonia di consegna della bandiera di ‘Città Europea del Vino’ da parte del presidente di Recevin, Josè Calixto, in una vera e propria conferenza stampa per comunicare le finalità del progetto anche ad una platea quanto più ampia possibile di giornalisti, sia della carta stampata che dell’informazione digitale. Sono stati valutati, dunque, alcuni aspetti in grado di garantire il raggiungimento di tale obiettivo. Da qui la scelta di una location che assicurasse prima di tutto la più ampia partecipazione di giornalisti alla cerimonia. Si è per questo optato per un luogo facilmente raggiungibile, con la scelta che dovrebbe indirizzare la cerimonia in uno degli angoli più suggestivi del “cuore” di Napoli. Scelta ovvia, considerato che nella città capoluogo di regione hanno non solo sede le redazioni dei più importanti organi d’informazione regionale e di alcuni giornali a tiratura nazionale, ma anche le redazioni “periferiche” dei più importanti quotidiani nazionali.
«Siamo convinti – dichiara il sindaco guardiese Floriano Panza – che tanto più sarà efficace la comunicazione quanto più unitario sarà presentarsi il messaggio del Sannio. Napoli, scenario unico e suggestivo, farà da cassa di risonanza all’avvio dell’importante percorso. Durante l’incontro illustreremo i contenuti del dossier grazie al quale abbiamo ottenuto l’ambito riconoscimento di ‘Città Europea del Vino 2019’. Un riconoscimento che alla vigilia non era per nulla facile e scontato, che ha richiesto uno sforzo particolare e grazie al quale si accenderanno i riflettori sul Sannio, non solo vitivinicolo, per un intero anno. Questo 2019 sarà scandito da oltre 120 eventi che si svolgeranno prevalentemente in terra sannita, coinvolgendo non solo i cinque Comuni che hanno ottenuto il prestigioso fregio, ma anche altre importanti location del Sannio, a cominciare dal capoluogo Benevento. Ma non mancheranno – aggiunge Panza – trasferte importanti, programmate non solo nelle città più importanti d’Italia, ma anche in Europa e Oltreoceano. Tutti gli eventi si prefiggono un unico obiettivo: catalizzare l’attenzione degli amanti del vino e degli enoturisti su questa area interna della Campania. Una terra suggestiva e ricca, dove si produce la metà del vino campano. Una terra dove la vite segna profondamente non solo il paesaggio e l’economia, ma anche la storia, le tradizioni e la cultura».
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