Di Roberta Porciello
Taverna Vesuviana è il “piccolo” mondo di Alfonso Crisci, che dopo tanto girovagare, alla soglia dei quarant’anni è tornato per raccontare e raccontarsi. Un posticino che di “taverna” ha veramente ben poco: linee essenziali, bianco e sabbia sono i colori che si alternano, un locale disposto su più livelli e con un armonioso profumo di eucalipto, un elegante olio essenziale home made, che abbraccia i diversi ambienti. Coccole e raffinatezza non mancano per la riuscitissima presentazione del menù invernale organizzata dalla giornalista enogastronomica Laura Gambacorta. Una lunga carrellata di gusto tra colori e sapori, con qualche ispirazione d’oltreoceano dal respiro internazionale ma è proprio tornando a casa che Alfonso si esprime al massimo.
Iniziamo con uno strepitoso Bloody Mary che accompagna l’Aperitif of sensations, stupore e gusto che precedono il primo antipasto lo Scampo su burrata andrianese con spuma di cetriolo e la sua riduzione, perfetto l’abbinamento con lo spumante Cinquantenario di Janare, una Falanghina 2012 Brut Metodo Classico. Un calice illuminato da un brillante giallo paglierino, buona l’intensità al naso, con i toni agrumati ben in evidenza; altrettanto buona la struttura con una piacevole e bilanciata chiusura. Continuiamo con il secondo dei tre antipasti proposti, la Terrina coreana – halibut marinato, riso sbianchito all’aceto di mele, uovo confit, cavolo cinese, bietola ripassata e peperoni in agrodolce con infuso al tè verde e cardamomo, sicuramente più complicato da spiegare e (anche…) da abbinare, qui suggeriamo di lasciare il classico accompagnamento con il vino per scegliere un thè o un infuso. Ultimo antipasto in tavola e la proposta gourmet si arricchisce con un divertente connubio tra un’ottima Tartare di fassona con capperi di salina, polvere di pomodoro vesuviano, semi di canapa e zabaione al rum e un Alto Adige Lagrein Franz Haas 2014, un bel sorso corposo e vellutato, che regala una grande morbidezza. E’ il turno dei primi piatti e partiamo con il Risotto cacio e pepe con pancetta di stoccafisso e bottarga di tonno, e i Tagliolini con clorofilla di basilico, salsa di broccoletti e rossi di Mazara –in questa sfida a colpi di piatti molto ben fatti ho preferito quest’ultimo -entrambi abbinati a un Terra d’Uva Greco di Tufo Benito Ferrara 2016, un vino dagli ammalianti profumi floreali e delicate nuance di frutta gialla. L’ingresso in bocca è deciso e scandito dall’acidità con un finale dal classico sentore di mandorla amara. Ancora il Greco è il compagno di bevute del Baccalà confit su salsa di papaccella napoletana, fibre di sedano croccanti e germogli di melissa. Il sorbetto Apple ripulisce il palato e prepara il nostro palato all’originale Agnello in variazione con crosta di pistacchio, insalatina di puntarelle e asparago ghiacciato, cottura perfetta e gusto sublime: per l’abbinamento qui ritorniamo sui nostri passi con il Lagrein Franz Haas. Predessert un Frozen tangerine e il dessert Tartalette alla frutta secca, con ganache al cioccolato, tappeto alla nocciola e mandorle caramellate, un gustoso contrasto di differenti consistenze che chiudono alla grande un’ottima cena.
Un plauso per Alfonso Crisci che proprio nei piatti fondamentali, quelli in cui non c’è nulla che ti distrae dal piatto e dal calice, è impeccabile, sapendo anche far divertire in un gioco goloso tra rebbi, ingredienti e palato.
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