Il contratto di filiera del grano tenero, il primo al Sud Italia, ha trovato tutti entusiasti, nel corso del convegno “Grano Nostrum: chi semina bene raccoglie meglio”, tenutosi ieri al Real Sito di Carditello.
Un luogo ricco di storia, che fu centro di ricerca agroalimentare (è qui che è nata la produzione della mozzarella, è qui che è stato allevato il cavallo napoletano, il Persano, ed è qui che si praticavano coltivazioni sperimentali di grano) e che diventerà luogo di incontri e di studi su questi temi, promossi da Mulino Caputo, dalla Green Farm e dalla Fondazione UniVerde. Contribuendo, così, alla rinascita del sito.
Nel corso dell’incontro si sono manifestati l’auspicio e i presupposti che la collaborazione, nata due anni fa tra Mulino Caputo e la Green Farm di Michele Meninno, con un intenso e duro lavoro, e che vede connessi agricoltori e molitori, si possa diffondere in tutta l’area meridionale, seguendo il loro percorso virtuoso. Soddisfatti i coltivatori, che vedono il loro sforzo adeguatamente remunerato. Contenti tutti gli altri, per la qualità del prodotto ottenuto.
Perché, con il progetto Campo Caputo, connesso a “Grano Nostrum”, si è raggiunta una produzione ecosostenibile in termini ambientali e di qualità di grano. Un auspicio, quello della diffusione di questo modello, caldeggiato anche da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, che addirittura ha chiuso il suo intervento esprimendo la speranza che in futuro possa essere prodotto un seme “napolitano”, con la “i”, proprio come venivano chiamati gli abitanti dell’intero Regno delle Due Sicilie. Di fatto, la varietà autoctona “Partenope”, selezionata dai tecnici di Mulino Caputo, è già utilizzata nella produzione di Grano Nostrum, in tre regioni: Campania, Basilicata e Molise.
Antimo Caputo ha sottolineato come, grazie a un fitto lavoro di squadra, supportato dallo studio sulle diverse specie varietali, sulla scelta dei mezzi tecnici e sulla gestione dello stoccaggio e ben ancorato alle caratteristiche del territorio, a due anni dal primo contratto di filiera in Campania, siano già stati ampiamenti raggiunti gli obiettivi quantitativi di produzione e ha anticipato che le coltivazioni dedicate alle colture di grano tenero GRANO NOSTRUM, potranno agevolmente raggiungere i 3000 ha per l’annata 2018/2019.
“Anche se” ha aggiunto l’AD del Mulino Caputo “per quanto riteniamo che il raggiungimento di una produzione che possa fregiarsi di essere costituita interamente da “Grano Nostrum”, sia un obiettivo fondamentale, ancora più importante per noi è che la produzione garantisca un grano di altissima qualità, che consenta a tutti gli operatori e trasformatori di portare in tavola il miglior prodotto possibile.”
L’attenzione che l’azienda molitoria napoletana riserva, da sempre, al settore della pizza, è stata riconosciuta dal Maestro Pizzaiolo Gino Sorbillo, che ha parlato di un prodotto “sartoriale” proposto da un’azienda di respiro internazionale eppure profondamente radicata sul territorio.
All’incontro, moderato dal giornalista de Il Sole 24 ore, Giorgio dell’Orefice, è intervenuto anche Francesco D’Amore, dell’Azienda Agricola D’Amore.
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