Di Roberta Porciello
Nuovo appuntamento per “Storie di Vini e Vigne” con nuovo primato… la prima verticale storica in Italia dei vini di Nicola Chiaromonte con il suo volto più internazionale, amatissimo in America: il Primitivo Gioia del Colle Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto, miglior vino dell’anno 2017 per la Guida ai vini d’Italia del Gambero Rosso. Nel bicchiere ritroviamo tutta la Murgia, con la sua antica e contraddittoria storia vitinicola, fatta di alberelli secolari da una parte; e vino sfuso dall’altra. Un ossimoro figlio di una territorio duro, difficile, dalle grandi potenzialità, bisognevole di grandi sacrifici ma capace di regalare grandi soddisfazioni.
Siamo ad Acquaviva delle Fonti, tra la costa adriatica e quella jonica, nella Puglia centrale, ben 45 ettari di cui 10 sono quelli con i vecchi alberelli, con più di ottanta primavere sulle spalle, che danno vita al cru Contrada Barbatto. Una degustazione spassosa e divertente, che si snoda dal 2009 al 2014, condita da racconti veraci di un vero uomo di terra.
Iniziamo il nostro percorso con il 2009: note speziate delicate che si fanno sentire senza mai essere invadenti; pienezza ed espressività con una bella spinta dell’acidità; un vino dinamico, riconoscibile e longevo anche grazie alla maturazione di 18 mesi in legno, in botti di terzo o quarto passaggio.
La 2010 è stata un’annata particolarmente calda in Murgia, il vino è concentrato e composto, con un sorso masticabile, piacevole ed equilibrato tra le varie componenti.
Compresso e reticente all’inizio il 2011, che va atteso e aspettato nel bicchiere, prima di aprirsi e regalare sentori intensi di frutta, con amarene e more in evidenza, conservando un’invidiabile bevibilità e ottima scorrevolezza.
Punta tutto sulle morbidezze il 2012, un vino rotondo con sensazioni avvolgenti e nuance fruttate di mora e ribes e un elegante timbro floreale di rosa, meno equilibrato nella struttura gustativa ma che si fa perdonare per la femminile piacevolezza con la quale si offre nel calice.
Interessante il 2013, con un gioco alternato tra le parti morbide e quelle più pungenti; entra in punta di piedi nel palato per poi mostrare in retrolfazione aromi di ciliegia, pepe e chiodi di garofano. Il finale è tutto orgoglio e carattere, con un sorso elegante e deciso allo stesso tempo; è questa l’annata premiata dalla guida ai vini Gambero Rosso.
Annata difficile la 2014, un vino non così giovane e immediato come sembrerebbe, con le note più dolci stemperate e ravvivate dalla grande acidità.
Una verticale dal respiro internazionale con un un vino giustamente definito “bello, potente ed equilibrato”.
Grazie a Nicola Chiaromonte per i suoi racconti di vita…E ora spazio all’oste Mario Lombardi, patron di Cap’Alice, che ci ha deliziato con una tradizionale lasagna napoletana di Carnevale, piacevole e godereccia, e la chiusura in dolcezza con chiacchiere e sanguinaccio.
Storie di vino e vigne….to be continued.
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