Il clima temperato della nostra Campania ci concede ancora di godere di un tempo accogliente e di vivere giornate meravigliose lungo la costa. Così mercoledì 15 novembre al bellissimo San Pietro Bistrot del mare a Torre del Greco, dalla terrazza in stile mediterraneo si è svolto il pranzo “A Tavola con i pomodorini Giolì e il Birrificio VentiTRE di Grottaminarda”. Il ristorante è proprio sulla spiaggia nera e a pochi passi dalla scogliera che nei colori ricorda la lava del Vesuvio acquisendo un fascino particolare, trattegiato con colori insoliti. La cucina di mare di Antonio e Mariano Panariello è già ben conosciuta per il loro ristorante del porto Fenesta ‘e Mare, e di recente hanno voluto replicare con il bistrot che offre ottimi crudi, la brace a vista nella sala, piatti con il pescato favoloso che il porto di Torre del Greco mette a disposizione giornalmente. Qui la pesca è una tradizione antica e ha sviluppato una ristorazione che accoglie da sempre gli appassionati della cucina di pesce. Non manca la pizza secondo la tradizione napoletana, con qualche variazione personale legata alla passione per il mare e la pesca. In questa occasione lo chef Alfonso ha reso protagonista di ogni piatto di pesce i pomodorini del Vesuvio gialli e rossi dell’azienda agricola Giol’ di Angelo Di Giacomo, ormai noto per il sapore straordinario dei suoi piennoli. A raccontare le peculiarità dei pomodorini vesuviani al social table è stata l’agronoma e ricercatrice Patrizia Spigno, responsabile del centro ARCA 2010, banca del germoplasma delle varietà orticole e frutticole della Campania. La loro forza si è sviluppata nel corso dei secoli attraverso il lavoro altamente specializzato dei contadini del territorio che li hanno selezionati con cura e competenza. La capacità poi dei pomodorini vesuviani di resistere in arido coltura rende la polpa soda e la buccia coriacea, fattori che consentono loro di durare sui piennoli dalla raccolta estiva fino a febbraio. Angelo Di Giacomo, a San Sebastiano al Vesuvio, è alla quarta generazione di contadini in famiglia e si tramandano i semi , oltre che ai saperi preziosi, di generazione in generazione. Il packaging curato e divertente ha favorito l’inserimento dei suoi piennoli nelle gastronomie di qualità, diventando spesso un oggetto di regalo molto gradito. L’aspetto scientifico e nutrizionale dei pomodorini, della pasta, della birra ed altri prodotti degustati in questa fortunata e allegra tavola è stato affrontato dal professor Michele Scognamiglio, sfatando un po’ di credenze popolari su certi alimenti, con competenza e ironia, come è nel suo stile.
Il dottor Scognamiglio è autore di pubblicazioni scientifiche e di articoli a carattere divulgativo su aspetti della Biochimica della Nutrizione e Nutrigenomica, sommelier “per dispetto”, biochimico , specialista in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Applicata, Specialista in Patologia e Biochimica Clinica presso il Dipartimento Immunoematologia Università della Campania Luigi Vanvitelli. Le birre artigianali del Birrificio VentiTRE si sono fatte ampiamente apprezzare in abbinamento ai piatti di mare. Anche questa è una bella storia di giovani che a piccoli passi conquistano il mercato con presenze sempre più frequenti in ristoranti e pizzerie attente alla qualità e alle espressioni territoriali. Jacopo, Jenni e Clementina a Grottaminarda hanno dato spazio alla loro passione per il mondo brassicolo ed in breve tempo da homebrewers si sono trasformati in produttori. Acqua delle sorgenti irpine, pregiata, abbondante e stabile nel tempo sono un valore aggiunto importante. La birra VentiTRE, realmente artigianale, è prodotta nel modo più naturale possibile, nel rispetto del prodotto e delle materie prime utilizzate, del consumatore e dell’ambiente. Per questi motivi le birre non subiscono processi di filtraggio o pastorizzazione e sono realizzate impiegando esclusivamente prodotti selezionati quali malti e luppoli di assoluta qualità. All’interno del laboratorio il 100% del ciclo produttivo avviene utilizzando esclusivamente fonti energetiche ecosostenibili. Perchè 23? 23 litri è stato il volume della prima cotta.
23 è il numero civico del birrificio a Grottaminarda nelle verde Irpinia
23 è il giorno in cui da appassionati homebrewers diventano birrificio. A questo punto 23 sembra essere diventato un numero fortunato visto il successo di queste birre che sanno mantenere un timbro elegante e gustoso allo stesso tempo, differenziandosi dalle proposte comuni con una interpretazione personale dovuta alla ricerca accurata delle materie prime da utilizzare e ad una giusta tecnologia indispensabile per raggiungere tali standard qualitativi.
Il menù
Welcome
Mini Babà al basilico con acqua di pomodorino giallo del vesuvio Giagiù e fonduta di provolone del monaco
calamaro scottato con pizzaiola fredda di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù
Insalata di pomodorino giallo Giagù pelato con mozzarella di bufala
Montanara con pomodorino rosso del vesuvio confit e alici di cianciola
In abbinamento Esperia witbier
Antipasto
Baccalà appena scottato con chutney di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù su crumble al basilico e limone
In abbinamento Esperia witbier
Primo
Linguine con granchio fellone e pomodorini rossi del Vesuvio (tipico piatto torrese)
In abbinamento Aura belgian strong golden ale
Secondo
Palamita su pizzaiola fredda di pomodorino rosso del Vesuvio e spuma di provola
In abbinamento Aura belgian stron golden ale
Dessert
Pomodorini gialli e rossi canditi della pastry chef Anna Chiavazzo su cioccolato fondente e sale Maldon
In abbinamento Uranianoatmeal stout
Comunicazione e organizzazione
Marina Alaimo
Alaimo.marina@libero.it
Mob. 3401815881
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