Di Federica Palumbo

Giorno 2: Clos de Vougeot – Marey St. Denis – Corton – Pernand Vergeless

Il sottotitolo potrebbe essere: il mal di piedi! Spinti da una irrefrenabile curiosità, percorriamo circa 200 km in una sola giornata. Non lo consigliamo: è causa di confusione e tensioni tra i viaggiatori…

Colazione grassa a Beaune e poi direzione nord – Cote de Nuits – Clos de Vougeot, dove incappiamo (inconsapevolmente) nell’ennesima leggenda: Chateau de la Tour!

Ma veniamo al Clos, ben 50 ettari racchiusi da una estesissima muraglia di pietre a secco. Dinanzi a noi si staglia il più grande Clos – e la più grande Grand Cru – di Borgogna; presidiato dallo Chateau che risale al XVI secolo, la sua storia affonda le radici in pieno Medioevo e ha nei monaci Cistercensi dell’Abbazia di Citeaux i principali artefici. Tra acquisti e donazioni il Clos si ingrandisce sistematicamente dal 1109 al 1336, anno in cui  termina altresì la costruzione dell’immane muro. I monaci rimarranno unici proprietari del Clos fino alla Rivoluzione Francese. Emozionante! Ah, la visita del Castello è consentita, costa € 7,50 e, compreso nel prezzo, potrete anche assistere alla proiezione di un film di 2 ore completamente in francese, senza sottotitoli… cosa vuoi di più dalla vita?!

la-vigna-del-clos-de-vougeotIl Clos de Vougeot – vigna

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Chateau du Clos de Vougeot – XVI sec.

Lasciamo Clos de Vougeot alle spalle e ci dirigiamo verso Morey St. Denis alla volta dei tesori inestimabili dei Grands Crus di Clos de Tart, Clos de la Roche e Clos de Lambrays. Intanto però ci imbattiamo nell’Echezeaux e nel Grand Echezeaux, mica male! C’è da impazzire letteralmente!

Di tutti i villaggi della Côte de Nuits, Morey-Saint-Denis è uno dei più “valorosi”. Ben 5 Grand Cru leggendarie:  Clos de Tart, monopole, fondato dai Cistercensi di Tart nel 1141, è appartenuto nei secoli a sole tre famiglie. I Clos de la Roche e Clos des Lambrays, entrambi semi-monopole, hanno una lunga storia che ha coinvolto (ndr spostato) i confini tra i due Climats. Il Clos Saint-Denis e per una piccola parte il Bonnes-Mares completano la scena. La storia di questo borgo vinicolo in passato è stata fortemente influenzata dalla potente casa religiosa di Vergy, dalle abbazie di Cîteaux e Tart, e da alcune delle famiglie grandi della Borgogna. Del suo vino, è stato scritto: “si può dire che non manca nulla”.

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Clos de Lambrays – Clos de Tart – Clos de la Roche

I confini sono labilissimi, e dopo una lunga passeggiata, ripartiamo. In un istante ci troviamo catapultati nel villaggio di Chambolle.

La stanchezza inizia a farsi sentire, così come la fame e altri atavici bisogni. Sosta a Nuits St. Georges per una piccola pausa rifocillante.

Si riparte in direzione Cote de Beaune, precisamente Corton… alla ricerca della bacca bianca che salvò la barba di Carlo Magno e, per quella via, la sua reputazione…

Lo scenario naturale è tra i più belli mai visti fin’ora: la collina di Corton si trova in mezzo ad un raggruppamento di famosi borghi di viticoltura – Ladoix-Serrigny, Aloxe-Corton, Pernand-Vergelesses e Savigny-lès-Beaune – con, a nord, l’estremità meridionale della Côte de Nuits dove i vigneti si mescolano alle cave di pietra (calcare). I vigneti si trovano ad un’altezza di 250-330 metri e formano una specie di anfiteatro senza eguali nella Côte. Sebbene sia terra di vini rossi, Corton è il villaggio del famosissimo Grand Cru Corton-Charlemagne. Raramente la grazia dello chardonnay stabilisce un legame così stretto con il suo terroir! Secondo la leggenda, Carlo Magno ordinò che le viti venissero piantate su quella pendenza dove per prima si sciolse la neve. Fu così che la collina di Corton venne piantata interamente con varietà di uva rossa. Un paio di decadi dopo, la quarta moglie di Carlo Magno, Luitgarda, imbarazzata per i gocciolamenti di vino rosso sulla barba bianca del re, ordinò che una sezione della collina venisse ricostituita con varietà di uve bianche – quella sezione oggi nota come Corton-Charlemagne!

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Le vigne di Corton, in alto a destra il bosco che le protegge

Si fa presto a dire distanze! Continuando a percorrere le stradine tra i vigneti, raggiungiamo Pernand – Vergeless (non consapevolmente!).

 

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Vista di Pernand (sullo sfondo) dalle vigne di Corton

 

Lontana da occhi indiscreti ed infossata nella giunzione di due piccole vallate, sovrastata da Corton e pressoché deserta, Pernand si mostra meno appariscente della vicina Corton ed anche meno accessibile data la sua posizione, ma assolutamente mozzafiato. Le vigne assumono una forma più “eroica” rispetto alle cugine di Corton e su di esse campeggia l’unico nuvolone in un cielo “a pecorelle”.

La tabella di marcia ci impone di rientrare: Beaune è inflessibile sugli orari di cena e noi abbiamo fame!

Qui il primo giorno: https://www.aisnapoli.it/2017/10/20/cinque-giorni-in-borgogna-il-primo-giorno/