Una piccola eno-osteria, un angolo di bontà in una stradina che scende rapidamente da via Vittoria Colonna e giunge fino alla Riviera di Chiaia. Siamo a casa di Mario e Germana, siamo da Cap’Alice per godere delle loro tradizionali serate enogastronomiche. Degustazioni e verticali che raccontano il nostro paese nel modo più naturale possibile: con i produttori e i calici in mano. In un contesto “familiare” è nata questa serata un po’ speciale, la prima verticale di Syrah dell’azienda Podere Bellosguardo. Una casa colonica del ‘700 situata nell’alta valle del Casentino, una famiglia che con dedizione e passione ha ripreso e ampliato il proprio patrimonio viticolo, un padre e un figlio che con professionalità e applicazione hanno confezionato un ottimo “prodotto”. Sono con noi Luca e Renato Miraglia che stasera, insieme a Marina Alaimo, ci parleranno dei loro primi anni in questo mondo così affascinante. Hanno puntato sul syrah come fece il nonno Nicola alla fine dell’800, e oggi sono qui a illustrare le tecniche di vinificazione e l’andamento climatico delle annate 2011, 2012, 2013 e 2014. Accanto al syrah producono anche un Pied Franc, un blend di diversi vitigni provenienti da vecchie vigne che hanno resistito tenacemente alla fillossera. Partiamo, come di consueto, dalle annate più vecchie, ed ecco la 2011 che è, come le altre bottiglie un 100% syrah, da lavorazione biologica, anche se ancora senza la certificazione relativa, fermentazione condotta in tini aperti e successiva maturazione in barrique di castagno di terzo e quarto passaggio. E’ stata un’annata molto calda che ha regalato un bel rosso rubino tendente al granato e, soprattutto, un naso pieno e ricco che colpisce per l’iniziale timbro floreale per poi concedersi ai profumi terziari con, in prima fila, tabacco e cuoio; il sorso è morbido e caldo, con una garbata tannicità. Passiamo alla 2012 che, nonostante sia figlio di quello che è stato definito l’annus horribilis, ci sorprende per l’esuberanza delle nuance di frutti rossi maturi che conferiscono densità e lunghezza gustativa alla beva, sospinta spinta da una sostenuta acidità. La 2013 è stata una buona annata da punto di vista climatico e questo ha favorito sicuramente una maturazione più omogenea e graduale che, insieme ai piccoli cambiamenti apportati alla lavorazione in cantina, fanno sì che ci troviamo a un vino di maggior brillantezza, con un naso elegante e un sorso compiuto che chiude il cerchio e dona una gradevolissima bevibilità. La 2014 è stata messa a dura prova da un clima “impazzito”: freddo in primavera e pioggia d’estate, che spiegano la maggiore ritrosia del calice che sembra inizialmente più chiuso per poi aprirsi pian piano, svelando un corpo più snello e ben integrato. Diverso come stile il Pied Franc 2013, con syrah e sangiovese all’80% e per il restante 20% da vitigni storicamente già presenti nel podere: con il naso siamo decisamente sulla frutta dai toni più scuri; e una struttura gustativa assai gratificante e scorrevole nel sorso. Abbiamo chiuso con il Passito, una vera e propria chicca che Luca e Renato ci hanno regalato: il metodo di produzione è quello del Vin Santo, con uve sia rosse che bianche tra cui la rarissima crepolino assieme alle più usuali trebbiano, sangiovese e canaiolo. Una beva piacevole che non diventa mai stucchevole, fresca in acidità e con buona persistenza. Mario, come al solito, non è stato da meno con i piatti selezionati e scelti per realizzare un “matrimonio d’amore” con i vini proposti. Una grande squadra che non perde un colpo…
Il prossimo appuntamento sarà giovedì 27 aprile con Graziano Pra e l’Amarone della Valpolicella con la verticale delle annate 2006, 2007, 2008 2009, 2010, 2011 insieme a Marina Alaimo, ideatrice di Storie di Vini e Vigne per Cap’alice. Ci vediamo alle 20,30 ;-)
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