Il Respiro del Vino, di Luigi Moio, protagonista del brindisi di fine anno dell’Associazione Italiana Sommelier della Campania. Il volume è stato presentato nello splendido chiostro cinquecentesco di Palazzo Caracciolo in occasione della festa dell’Ais. Una cornice d’eccezione per un volume che racchiude oltre 20 anni di studi legati agli aspetti sensoriali, biochimici e tecnologici nascosti in un bicchiere di vino. Ad accompagnare il professore Moio nella presentazione, dopo i saluti di Nicoletta Gargiulo, presidente dell’Ais Campania, Tommaso Luongo, delegato di Napoli dell’Associazione Italiana Sommelier e Franco De Luca, responsabile della didattica dell’Ais. «Un vino senza profumi è una dose di alcol, quindi un vino morto», ha spiegato Luigi Moio, considerato senza dubbio uno dei massimi esperti di enologia italiana, ordinario all’Università di Napoli “Federico II”, presidente della commissione di enologia dell’Oiv, ma anche consulente di numerose cantine e produttore in prima persona.«Tutti i vini senza profumo si somigliano – spiega – è il profumo che dà vita al vino e, quindi, ne è il respiro. Il respiro è il fratello dell’olfatto, d’altra parte, mentre quando parliamo di vista, udito, gusto,tatto, possiamo chiudere gli occhi, le orecchie, possiamo non toccare un oggetto o possiamo non gustare un cibo, non possiamo non sentire un odore, perché dobbiamo respirare per vivere e senza profumi a noi non piace nulla. Sono gli odori che danno un senso al cibo e a tutto quello checi circonda. È per questo che il profumo è la parte più importante del vino».«Perché questo libro? – ha poi aggiunto Moio – La mia vita è la scienza, io sono uno studioso e in quasi 25 anni, ho sempre parlato di aromi con i miei ricercatori nei laboratori o ai convegni tecnici, siamo pochi e parliamo tra di noi.Ma nel parlare di queste cose anche a pubblici più vasti, mi sono accorto che, anche quando mi rivolgo a non addetti ai lavori, ho sempre riscosso un grande successo in termini di attenzione. Da qui il desiderio di rivolgermi non solo agli studiosi, ma anche a un pubblico più vasto». È con questa premessa che prende corpo “Il respiro del vino”. «Senza dubbio si tratta di un trattato scientifico, supportato da studi, ricerche, articoli pubblicati su riviste scientifiche di settore, molte delle cose scritte sono prodotte dal mio gruppo di ricerca e dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, ma io ho cercato di renderlo il più fruibile possibile arricchendolo anche con aneddoti e con una parte di narrazione importante e con i disegni che, nel volume, sono opera di Ada Natale, una bravissima illustratrice napoletana che ha saputo realizzare il corredo grafico del testo» conclude.Un libro unico nel suo genere perché affronta in maniera capillare e approfondita tutti gli aspetti legati agli aromi del vino, che aiuta nella degustazione e che, soprattutto, richiama alla memoria profumi che ormai credevamo fossero scomparsi o a cui non riuscivamo a dare un nome.
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