Di Franco De Luca
Il mondo che cambia.
Sono un romantico, mi piace ancora comprare un vino dopo una bella chiacchierata con l’enotecario, magari dopo aver toccato argomenti di ogni sorta e con l’etichetta quale trofeo di una complessa negoziazione. Un po’ come quando in passato si acquistavamo i libri nelle vecchie e decadenti librerie, dove gli scaffali erano impolverati a causa del poco tempo dedicato loro dal libraio, troppo impegnato a leggere per poter meglio consigliare i clienti. Non amo la polvere in generale ma quella mi piaceva, perché era il segno di un’attenzione ormai sparita verso noi lettori. Oggi i libri sono allineati e puliti e alla cassiera tutt’al più possiamo chiedere una busta, e questo è triste.
Per i vini però forse va un poco meglio, e la dimostrazione è nell’evento accaduto ad Alessia Alvino, una nostra sommelier impiegata presso un noto market napoletano.
È lunedì mattina e Alessia nota un tipo curioso, un uomo che pare cerchi qualcosa tra gli scaffali ma che di tanto in tanto butta un’occhiata furbetta alla ragazza. Alessia è bella e certamente non mancano cascamorti di ogni taglia e misura, ma lei non percepisce questo, non sente l’esigenza di difendersi. L’uomo sembra gentile e più che altro pare cerchi un varco per comunicare. Alessia gli va vicino e gli chiede:
«Posso fare qualcosa per lei?»
Lui la guarda sornione e poi risponde:
«Forse sono io che posso fare qualcosa per te».
Nasce una conversazione sui vini, sulle tipologie trattate e, soprattutto, sulla modalità in cui questi sono gestiti. Alessia comprende che l’uomo sta solo cercando delle garanzie e allora inizia a rassicurarlo in tal senso, ma con garbo e onestà. E infatti, una volta soddisfatte tutte le perplessità, l’uomo spara senza esitazione:
«Vorrei un Krug Clos du Mesnil»
Alessia rimane colpita: finora ha venduto Aglianico e Fiano, Lambrusco e Piedirosso, qualche Barolo, qualche Brunello, qualche altro Champagne, ma mai un vino il cui prezzo superi gli ottocento euro. Quando lo accompagna alla cassa le tremano le mani e ha ragione. L’uomo se ne va contento, e Alessia già immagina le parole con cui racconterà la sua singolare esperienza.
I tempi sono cambiati e questo va accettato. È inutile fissare come ebeti poetici tramonti mozzafiato su schermi retro illuminati, meglio aprire la finestra e ammirare lo scorcio di cielo tra i palazzi… sarà meno coinvolgente ma è vero. Viva la bottega di una volta ma ben vengano anche le nuove realtà se volgono anche loro lo sguardo nella direzione della qualità. La verità è che la nostra idea di G.D.O. resta un po’ legata a un’immagine precisa: pile di prodotti alimentari stipati al sole in attesa di essere sistemati negli appositi scaffali. Ma questa immagine è superata. Oggi questi nuovi supermarket sono evoluti e sempre più dotati di personale specializzato.
A Napoli, in particolare, questo processo è aiutato dai nostri sommelier che aderiscono con entusiasmo a questa nuova attività professionale. A parte Alessia, tra le più giovani e promettenti, ricordiamo altri affidabili professionisti impegnati ogni giorno sul campo: Andrea Cerino, Gennaro Miele, Raffaele Russo, Mauro Moragas, Luca Fedele e Eleonora Rescigno.
Che dire, credo che questo piccolo evento sia un segno dei tempi, e forse l’AIS Napoli ha visto giusto quando ha deciso di sposare il progetto (qui e qui). Mi piace pensare, in questa domenica uggiosa, che l’uomo gentile che ci ha emozionati, sia in questo momento a tavola con il suo Clos du Mesnil a festeggiare qualcosa di veramente importante, fosse anche solo il fatto di stare bene e di essere lieti in questi tempi così difficili.
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