“Le vigne metropolitane di Napoli sono un tesoro da scoprire e valorizzare. È questo il motivo che ha spinto l’Ais Napoli a aderire al festival che, a partire da domani, animerà la città con spettacoli, degustazioni, convegni e visite guidate alla scoperta di vigneti suggestivi, che si intersecano con il tessuto urbano e cittadino”, così Tommaso Luongo, delegato dell’Ais Napoli (Associazione Italiana Sommelier) e direttore scientifico della manifestazione.
Da San Martino alla Selva Lacandona di Chiaiano passando per la vigna di Salita Scudillo fino ai vigneti di Santo Strato a Posillipo e a quelli di Agnano e dei Camaldoli, Napoli è la seconda città d’Europa per superficie di territori coltivati a vite.
“L’Associazione Italiana Sommelier – aggiunge il delegato dell’Ais Napoli – è da sempre ambasciatrice della cultura del vino e non poteva mancare il nostro contributo ad una manifestazione che ha come obiettivo principale quello di fare scoprire ai napoletani insospettabili scenari, vigneti metropolitani che nascondono storia, cultura e tradizioni. Per l’occasione, inoltre, domenica prossima, sarà presentato un annullo filatelico realizzato in collaborazione con Poste Italiane che sarà dedicato proprio alle vigne metropolitane della nostra città”.
Napoli, grazie alla natura sabbiosa del terreno, è una delle poche aree al mondo in cui è ancora possibile trovare vigneti coltivati a piede franco che hanno resistito all’attacco della fillossera, mentre la viticoltura mondiale è quasi interamente innestata su piede americano.
“Stiamo parlando di vigneti antichi da cui si producono vini dal carattere inconfondibile, che hanno tra i filari una storia che noi siamo pronti a raccontare. Proprio per consentire ai tanti appassionati di scoprire questo inestimabile tesoro, sarà anche on line a breve una mappa virtuale dei vigneti metropolitani di Napoli. Un portale con geolocalizzazioni e schede tecniche dei singoli vigneti che abbiamo intenzione di trasformare in una applicazione mobile. Uno strumento indispensabile per scoprire e valorizzare un patrimonio che, così come accaduto a Torino, Parigi e Vienna, dovrebbe e potrebbe diventare un punto di forza di una città che fa del turismo uno dei suoi capisaldi”, conclude Luongo.
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