Di Valeria Vanacore
In sei mesi suonati a Bordeaux, solo adesso riesco a fare una panoramica enogastronomica adeguata di tutto ciò che mi circonda, anche se si tratta di un’analisi ancora troppo “acerba” considerando la vastità del patrimonio vitivinicolo bordolese. Città del vino per antonomasia, a Bordeaux dominano senza ombra di dubbio i rossi, rossi che a me piace definire a “lungo termine”. Proprio così, perché cabernet franc, cabernet sauvignon e merlot, uve predilette per il famigerato taglio bordolese, qui hanno bisogno di un bel po’ di anni di invecchiamento in legno e di affinamento in bottiglia prima di essere apprezzati appieno. I rossi si, la fanno da padrone, ma non solo i rossi… E se vi dicessi che ho scoperto un bianco che mi ha particolarmente entusiasmata? La scoperta risale ad un caldo pomeriggio di qualche settimana fa in cui, reduce da una bella passeggiata nelle campagne del Médoc, mi sono imbattuta nella Winery, fornitissima enoteca ad Arsac en Médoc. Tra i vini in degustazione, a catturare la mia attenzione è stato un bianco di Pessac – Léognan prodotto da Château Bouscaut. Un bianco prodotto a Bordeaux? Bah, proviamolo! Spinta dalla curiosità e con un velato scetticismo, avvicino il calice al naso e con enorme sorpresa mi rendo subito conto di avere a che fare con qualcosa di davvero particolare, speciale. Annata 2012, con vendemmia effettuata a mano dal 19 agosto al 6 settembre, è un Grand Cru Classè de Graves di corpo, avvolgente e persistente, 60% Sauvignon Blanc e 40% Sémillon. A quel punto ho pensato che sarebbe stato bello visitare Château Bouscat quindi, speranzosamente, cerco di mettermi in contatto con la direttrice per fissare un incontro e, con mia grande sorpresa, con esito positivo. Arrivo allo Château comodamente in bus e, una volta varcato l’imponente cancellone d’ingresso, a catturare la mia attenzione è una grande distesa di vigneti sulla mia sinistra. Percorro il vialone di aceri che costeggia le vigne e dopo qualche manciata di metri mi imbatto nella elegante e maestosa struttura risalente al XVII secolo. Struttura che nel 1961 fu totalmente distrutta da un incendio ma ricostruita qualche anno dopo grazie ai lavori di un famoso architetto bordolese. Purtroppo quel giorno non è stato possibile visitare la cantina, ma ho avuto la fortuna di poter degustare i vini. Siam partiti proprio dal Gran Cru Classè de Graves che avevo degustato qualche giorno prima. Al naso non ho avuto nessuna esitazione, era lui! Note agrumate, di pompelmo, e di frutta sotto confettura. Tostato e con leggeri sentori speziati, di pepe bianco. Leggermente affumicato. In bocca morbido, cremoso, corposo. Entro quando berlo? Quando me l’hanno detto ho sorriso. Entro il 2020 si mantiene una bellezza. Ottimo con carne bianca, pollo e quaglia in primis, magari accompagnati con verdure grigliate e pane tostato. Passiamo al Bouscaut Rouge 2011. Vendemmia effettuata tra il 7 settembre e il 3 ottobre. 35% merlot, 54% cabernet sauvignon, 11% malbec. Tannino importante, ancora bello ruvido e prepotente, di carattere. Al naso ciliegie e spezie. Pepe nero, tanto pepe! Sicuramente un prodotto fatto per bene, ma meglio riassaggiarlo tra una decina d’anni per una ulteriore conferma!
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