Di Redazione Ais Napoli
Raccontare un terra, il territorio e le sue potenzialità, la passione e gli sforzi per raggiungere i risultati…tutto in un calice, tutto nelle parole del suo produttore. Affascinante ascoltare le parole di chi in quel calice ha messo tutto se stesso, si è un po’ messo a nudo, ancor più entusiasmate se in un mondo di uomini a raccontartelo è una donna. Siamo all’ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Storie di vini e vigne” da Cap’Alice di Mario Lombardi organizzati dalla giornalista Marina Alaimo. Protagonisti della serata sono il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino, declinati al femminile per una doppia verticale dell’azienda I Favati di Cesinali con la proprietaria Rosanna Petrozziello, che con forza e tenacia, si è dedicata alla vecchia attività di famiglia che si stava perdendo. Un clima accogliente e familiare ci accoglie, come è di tradizione da Mario, e poi, quando ci sono i calici alla mano è la professionalità e la cura di ogni singolo dettaglio che si intrecciano alle piacevolissime sensazioni di due grandi vini. Si parte con il Fiano di Avellino Pietramara Etichetta Bianca nelle annate 2010 [esuberante], 2011 [elegante], 2012 [giovane] e 2013 [caratterizzante]: un percorso lungo quattro annate che hanno in comune una piacevole nota fumè avvolta da leggera tostatura che preannuncia una pronunciata mineralità che si articola in un’ampia, profonda e avvolgente persistenza. Nelle annate più recenti colpisce una nota balsamica accompagnata a un lieve sentore di camomilla. La bocca è equilibrata, fresca e sapida: la versione 2010 è ancor più importante nella struttura gustativa e ispira ancora maggior longevità. Seconda verticale, secondo vino irpino, il mio personalissimo “odi et amo”, il Greco di Tufo Terrantica Etichetta Bianca nelle annate 2009, 2010, 2011 e 2012. Ogni calice ha generato un’emozione diversa: ho trovato la 2009, almeno nel mio bicchiere, un po’ sottotono; la 2010 con un naso maturo e ricco di profumi di mela cotogna; piena e sapida la 2011; grande la bevibilità della 2012, con variegate sensazioni olfattive pur nella sua espressione giovanile e un sorso spesso e deciso. C’è stato tanto studio e anni di approfondimento, da quel 2007 in cui l’enologo Vincenzo Mercurio entrò a far parte di questa grande famiglia: partendo dalle caratteristiche pedoclimatiche della zona di Cesinali, alle tecniche in cantina, fino a decidere di procrastinare la vendemmia e differirla nel tempo. Gli abbinamenti gastronomici puntano dritto al mare per due piatti di gusto: polpo alla brace su crema di patate, accompagnato da un fiore di zucca ripieno di ricotta; e una tagliata di tonno rosso con insalata di scarola ed arance, con una cottura, o meglio “scottatura”, veramente perfetta. Terminiamo in dolcezza con un goloso choux con crema di limoni e frutta di stagione.
Salutiamo Mario e Marina al prossimo ciclo di appuntamenti …sempre da Cap’Alice.
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