leggo e inevitabilmente il sopracciglio s’acciglia,
ne avró lette centinaia cosí, ma scusate non riesco ancora ad abituarmi.
che la misericordia abbia legami elettivi col vino, pare azzardato ma passi…
poi rileggo piú volte la prima frase della presentazione, e non riesco ancora a trovare il nesso simbolico tra il legame storico vino-chiesa e il messaggio del papa.
…chissá se Francesco lo ha letto.
intanto la mente divaga e propone:
…é meglio er vino de li castelli…
…e se la sora c’ha messo l’acqua, noi je dimo, noi je famo, c’hai messo l’acqua non te pagamo!
Rosanna Ferraro
17 Giugno 2016 al 10:17 - Rispondi
E’ vero. Anche io mi insospettisco un po’ quando leggo commenti critici da persone che non ci mettono né la faccia né il nome e si nascondono dietro l’anonimato. Ma tant’è. Signor lux maxima, se avesse perso meno tempo a scegliere un nome così altisonante per dedicarlo di più alle letture saprebbe che il vino con la Chiesa, storicamente, ci entra moltissimo, sia a livello pastorale che produttivo, di tutela dei territori, di ricerca, di studio e cultura, di conservazione di memorie e tradizioni. Francesco (se inteso come Santo Papa, ma capisco che, come dire, tra voi vi date del tu) ha letto e approvato il lavoro che stiamo facendo con Eremo Tuscolano perché l’apposizione del sigillo è stata una concessione arrivata solo dopo un lungo lavoro di verifiche dei programmi da noi proposti e significa che il produttore, in sintonia con la Santa Sede, si sta adoperando per fare delle opere di Misericordia in linea con quanto il Papa stesso sta richiedendo nel corso di questo Giubileo straordinario. Se poi lei della cultura dei vini del Lazio conosce solo gli stornelli, e anche malamente, bé, lì non posso aiutarla. Peccato che un commento così inutile, banale e superficiale, arrivi da un sito che si occupa seriamente del vino e della diffusione della sua cultura e con tanti professionisti, che conosco, che meritano molto, ma molto più rispetto.
leggo e inevitabilmente il sopracciglio s’acciglia,
ne avró lette centinaia cosí, ma scusate non riesco ancora ad abituarmi.
che la misericordia abbia legami elettivi col vino, pare azzardato ma passi…
poi rileggo piú volte la prima frase della presentazione, e non riesco ancora a trovare il nesso simbolico tra il legame storico vino-chiesa e il messaggio del papa.
…chissá se Francesco lo ha letto.
intanto la mente divaga e propone:
…é meglio er vino de li castelli…
…e se la sora c’ha messo l’acqua, noi je dimo, noi je famo, c’hai messo l’acqua non te pagamo!
E’ vero. Anche io mi insospettisco un po’ quando leggo commenti critici da persone che non ci mettono né la faccia né il nome e si nascondono dietro l’anonimato. Ma tant’è. Signor lux maxima, se avesse perso meno tempo a scegliere un nome così altisonante per dedicarlo di più alle letture saprebbe che il vino con la Chiesa, storicamente, ci entra moltissimo, sia a livello pastorale che produttivo, di tutela dei territori, di ricerca, di studio e cultura, di conservazione di memorie e tradizioni. Francesco (se inteso come Santo Papa, ma capisco che, come dire, tra voi vi date del tu) ha letto e approvato il lavoro che stiamo facendo con Eremo Tuscolano perché l’apposizione del sigillo è stata una concessione arrivata solo dopo un lungo lavoro di verifiche dei programmi da noi proposti e significa che il produttore, in sintonia con la Santa Sede, si sta adoperando per fare delle opere di Misericordia in linea con quanto il Papa stesso sta richiedendo nel corso di questo Giubileo straordinario. Se poi lei della cultura dei vini del Lazio conosce solo gli stornelli, e anche malamente, bé, lì non posso aiutarla. Peccato che un commento così inutile, banale e superficiale, arrivi da un sito che si occupa seriamente del vino e della diffusione della sua cultura e con tanti professionisti, che conosco, che meritano molto, ma molto più rispetto.