Un vino singolare, un vitigno misterioso, un posto unico al mondo. E’ successo lo scorso 23 maggio nell’ambito di Vitigno Italia 2016, la bella manifestazione di casa da anni nella splendida cornice di Castel dell’Ovo.
In una delle stanze dell’antichissimo castello sul lungomare partenopeo le bottiglie di Grecomusc’ di Cantine Lonardo Contrade di Taurasi hanno incontrato un folto pubblico di interessati wine lovers, che hanno ben volentieri si sono sottratti agli assaggi nelle altre sale per godersi un viaggio tra sei delle nove annate sin qui prodotte.
Le note di degustazione di Marina Alaimo e Tommaso Luongo hanno supportato l’appassionato racconto di Sandro Lonardo, fondatore della Cantina, che ha profuso energie ed entusiasmo per recuperare un vitigno unico nell’areale irpino e nazionale: il vecchio Grecomusc’. Definito “muscio” dai vecchi contadini a causa della particolare tendenza degli acini ad asciugarsi durante la maturazione presentando una buccia raggrinzita, veniva vinificato ed utilizzato per arricchire il vino ricavato da uve di Greco aumentandone la piacevolezza aromatica e gustativa.
Grazie a uno studio condotto in collaborazione tra le Cantine Lonardo con la dottoressa Antonella Monaco della facoltà di Agraria della Facoltà di Portici (NA), il vitigno che Sandro aveva sempre visto crescere sugli starseti di Taurasi è stato analizzato a livello di DNA ed assimilato al Roviello Bianco. Ma a noi il termine Grescomusc’ piace. Dal 2006 è sinonimo di un vino unico, visto che i Lonardo sono i soli a vinificare il Roviello Bianco che, tra l’altro, cresce solo a Taurasi ed immediati dintorni.
Ecco le impressioni sulle annate degustate in questa che, in assoluto, è stata la seconda verticale di Grecomusc’ mai realizzata:
2009 – I.G.T. Irpinia Bianco Grecomusc’.
Di colore giallo dorato pieno e cangiante. Il naso offre aromi frutto dell’evoluzione del vino che variano dall’affumicato all’idrocarburo, aromi speziati di radice di liquirizia, frutta e fiori secchi. Al sorso il palato viene avvolto dalla morbidezza del vino che con passo deciso e lineare porta avanti la sua parte fresca e minerale. Vino caldo e persistente con un finale di mandorla con note minerali sulfuree.
2011 – I.G.T. Irpinia Bianco Grecomusc’.
L’annata 2010 non è stata prodotta per scelta aziendale. Il vino si presenta di un colore giallo dorato ben luminoso. Al naso le note evolutive rimandano al miele, al burro, alle arachidi ma non prevalgono su un bel fruttato di pesca e arancia mature. L’impronta minerale resta una costante con note di grafite e zolfo. Al gusto il sorso è pieno e corposo, fresco con il calore che si diffonde nel palato sul finale affidato a note minerali.
2012 – I.G.T. Irpinia Bianco Grecomusc’.
Di colore giallo dorato non pienissimo, all’olfatto rivela una prevalenza di fruttato maturo e floreale non secco, buccia d’arancia e nocciola tostata, appoggiati su un denso strato minerale che ricorda la pietra focaia e lo zolfo. Bello il sorso che entra fresco, agile e corposo per finire caldo non note agrumate e sulfuree. All’inizio della sua maturità piena.
2013 – I.G.T. Irpinia Bianco Grecomusc’.
Colore giallo paglierino abbastanza carico. All’olfatto rilascia complesse note di mela, pera e pesca fresche, agrumato di arancia e pompelmo, fresie e gigli, note vanigliate, sulfuree e di pietra focaia completano un corredo notevole. Sorso fresco, tagliente, agrumato, che si scioglie caldo tra note fume’ e di iodio. Non ancora giunto alla maturità, ma è piacevolissimo da bere.
2014 – I.G.T. Irpinia Bianco Grecomusc’.
Colore giallo paglierino con riflessi verdi. L’olfatto ricorda note molto fresche e acide di frutta non matura e agrume appena tagliato, fiori freschi e la costante nota minerale di zolfo. Al palato è estremamente fresco e agrumato, non ancora perfettamento bilanciato dal calore della componente alcolica. Giovanissimo
2015– I.G.T. Irpinia Bianco Grecomusc’ Burlesque.
Prima annata di un nuovo progetto per un vino ottenuto da uve di un’unica vigna coltivata secondo l’ancestrale metodo delle starsete taurasine a piede franco. Colore nettamente giallo paglierino tenue con forti riflessi verdi. Naso che esalta note freschissime e penetranti di frutta, agrume e fiori. Le note sulfuree sono ancora poco nette e fuse con sentori iodati. Sorso freschissimo, diretto ma molto morbido e ricco. Un vino che si farà ma che sta appena muovendo i primi passi.
L’evoluzione del Grecomusc’ ci ha trasmesso un’idea importante di vinificazione, fortemente legata alle caratteristiche pedoclimatiche e geologiche del territorio, che mira alla conservazione di una tradizionalità e di una franchezza che non vogliono lasciarsi irretire dall’andamento del mercato. Un vino molto identitario e di personalità, che intende cavalcare il tempo andando oltre le mode e i preconcetti. Esattamente come il Burlesque.
[…] articolo pubblicato anche sul sito dell’AIS Napoli […]