creed-original-motion-picture-soundtrack-1160x1160Di Marco Tramontano
Un passo alla volta. Un pugno alla volta. Un round alla volta.
Questa è la base del film. Tutto nella vita va affrontato così secondo Rocky.

Creed è il film che vuoi ma non ti aspetti. Ero pronto ad una storia affamata di mangiare alla tavola di uno dei più amati franchise della storia del cinema. Una di quelle serie che nonostante un’iperbolica trasformazione la si ama o le si è indifferenti. Ma non si può odiare. Per me, nonostante il mio amore incondizionato per Rocky, la saga si ferma al secondo capitolo, il resto erano cazzotti e marketing (con una piacevole sorpresa in Rocky Balboa del 2006 però). Sì lo so, e Ivan Drago?

Ecco cosa è Creed, una ricetta classica, ingredienti che tutti conoscono e tecniche di cucina semplici, mai azzardate, dal sapore familiare che nonostante a volte risulti pesante, poi vuoi riassaggiarla. Così per ricordare i sapori di una volta.
Eppure Creed è anche altro, è un piatto semplice, uno di quelli che amo di più ma che è anche uno dei più difficili da preparare. Perché gli errori rischiano di essere troppo evidenti. Ed è per questo che ho apprezzato con delicatezza questo film, un progetto senza errori, che scorre agevolmente tra gli aggiornamenti degli incontri con gli standard della boxe attuale. C’è violenza sì, ma è quella sportiva, quella che è incanalata con allenamenti e con i sacrifici. Così come le emozioni, le paure, le vittorie e le sconfitte dei protagonisti con un Michael B. Jordan che ha saputo farsi perdonare i Fantastici 4 e uno Stallone che, niente, che è Rocky e basta.
Lui non recita, è Rocky e va bene così.

Consiglio di vederlo a tutti i nostalgici e a tutti gli amanti dello sport, qualunque esso sia. Purché sia pulito.

Ovviamente mentre pensavo a come mettere due righe su carta per questo articolo pensavo anche a cosa abbinarci come ricetta. E tra mille idee, in mente non mi veniva altro che il beverone assurdo che trangugiava Rocky nel primo film fatto di uova crude e forza di volontà. Ma… non è una ricetta questa, solo un falso mito che sarebbe meglio sfatare.
E allora consiglio le uova sì, ma con un classico dessert un po’ rivisitato.

Tiramisù del pugile

4 uova medie freschissime
4 Savoiardi, meglio se freschi di pasticceria.
Caffè, buono e caldo.
Zucchero 80 gr e zucchero a velo
Separate i tuorli dagli albumi, versateli in una ciotola e montateli bene con lo zucchero, a bagnomaria finché il composto non diventerà soffice e spumoso.Malvasia delle Lipari Hauner
Montate (se volete e comunque prima della preparazione dello zabaione) a parte gli albumi con un pizzico di sale e zucchero (20gr di zucchero a velo ogni 10gr di albume), riempite una sac à poche, formate tante piccole meringhe su una teglia ricoperta da carta da forno e cuocete a 80° per 3 ore circa, ricordando che le meringhe devo asciugarsi, non dorarsi.
In una coppetta da cocktail adagiate i savoiardi spezzettati (è appena passato il carnevale, dovreste averne in casa, ma due chiacchiere anche potrebbero essere l’ideale) sul fondo, bagnandoli col caffè caldo e amaro. Riempite di spumoso zabaione e, se avete auto tempo di prepararle, coprite con qualche mini meringa.
Consiglio di provarlo dopo l’allenamento, non prima. ;-)

 

Abbinamento a cura di Tommaso Luongo

Un grande classico della pasticceria veneta che è diventato nel tempo un dolce ubiquitario: conosciuto, imitato e modificato in ogni angolo del globo terraqueo.
La struttura grassa dello zabaione invade il palato con la sua consistenza spumosa; la carica zuccherina aumenta quando il cucchiaio incontra le meringhe fino ad affondare nei savoiardi imbevuti di denso e amaro caffè per una persistenza gustativa ricca e gratificante. Nella versione proposta da Marco manca la tradizionale spolverata finale di cacao (e gliene siamo grati…perché ci semplifica l’arduo “lavoro” dell’abbinamento).

Qui ci vuole un vino di gratificante dolcezza e sinuosa morbidezza, baciato dal sole e “rinfrescato” dai venti ricchi di salsedine…un Passito di Malvasia delle Lipari dell’azienda eoliana Hauner: un deciso ed energico uppercut per il nostro palato, fatto di miele, spezie esotiche e  frutta secca; con un durevole finale, pregno di erbe aromatiche e lampi salini. E siamo pronti per il prossimo Rocky…