E’ sera, e tutto intorno s’ode come una melodia materna in grado di trasmettere un senso di protezione. Le vie di Napoli si riducono, per una volta, a stretti corridoi di casa, e il cielo sembra poter essere contenuto dai larghi lati un tetto immaginario. Così, nel cuore di questa domus, il suo salotto illuminato a festa da mille luci ora fioche ora vispe, e profumato di spezie in vista del Natale, si accinge ad ospitare un evento dal sapore unico.
Come uno scrigno vale a contener tesori, così, La Garçonne Restaurant & Music, già rinomato tempio del gusto e della buona musica di Chiaia, ospita le preziosissime mani di Eduardo Estatico, celeberrimo Chef del JK Palace di Capri, nonché nuovo consulente del ristorante gioiello di Chiaia “La Garçonne”.
Laura Gambacorta, ineguagliabile progettista di serate indimenticabili, ha voluto – anticipando la magia dell’imminente notte dei doni – regalare alla città questo evento dal nome “Gusto Estatico”, che rappresenta un vero e proprio cambio di musica per le cucine de La Garçonne.
Prodotti di primissima qualità, rigorosa stagionalità e continua turnazione del menu, rappresenteranno l’anima della nuova cucina, l’estro e la tecnica dello Chef Estatico faranno il resto.
E se dal mare viene la nuova mente, ed attraverso il mare dialogano Napoli e Capri, lo chef non poteva che iniziare con un menù a base di pietanze marinare.
Tanti, tantissimi gli acuti gastronomici nella serata di Giovedì 17 Dicembre.
Si inizia con un Entrée di Gambero di Natale, melone bianco e brodo di prosciutto, trio di sapori servito in una piccola ed elegante scodella, per proseguire con un delicatissimo quanto equilibrato Baccalà al vapore, con accanto gemme di cipolla arrostita e radicchio di Treviso al Lacryma Christi del Vesuvio. Si vira poi sul primo piatto, in cui, come fossero messi lì per essere ritratti, campeggiano Ravioli accompagnati da preziosi scampi al profumo di arancia ed alloro. Altra virata, ed altra musica, quella del piatto di Triglia di scoglio accompagnata da carciofi ed Aperol, idea geniale del talentuosissimo chef.
Musica dolce quella del predessert, rappresentato da una cremolata di mela annurca e zenzero. Trionfale finale quello incarnato da “Tommasino Cupiello: Voglio ‘a zupp ‘e latte”, capolavoro di gusto e semplicità ed inconfondibile omaggio all’indimenticabile “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo.
E se i piatti hanno sorriso nel vedersi prima pieni di cotante leccornie, e poi nell’essere ripuliti dall’apprezzamento dei fortunati commensali, anche i bicchieri hanno avuto un’eccellenza, vale a dire i vini dell’azienda vesuviana Sorrentino, rappresentati dal Dorè Spumante (coda di volte e falanghina), dalla Falanghina della linea Prodivi, dal Vigna Lapillo rosato (Piedirosso e Aglianico), ed in fine dal Passito igt pompeiano 2014, egregi lavori nonché perfetti compagni d’abbinamento.
E’ sera, e tutto intorno s’ode ancora una melodia materna in grado di trasmettere una sensazione di protezione… le luci sono oramai spente nel salotto di Napoli, ma al Vico Santa Maria a Cappella Vecchia una cucina è ancora lì a far calore, e d’ora in poi la sua luce non smetterà mai di illuminare la solcata via del gusto.
Durante la serata ho avuto l’occasione di intervistare lo Chef Eduardo Estatico. Ecco il resoconto:
Cosa significa avere una filosofia in cucina e quanto conta?
Avere un’identità. Essere comprensibile e riconoscibile. A mio avviso è importantissimo, poiché senza una filosofia non c’è distinzione tra una cucina e l’altra.
Quale è la sua filosofia gastronomica?
Sono un seguace della cucina fresca e fatta di prodotti di stagione. Cerco di trasmettere la mia coscienza e la mia sensibilità nei piatti che realizzo. Pur non disprezzando la contaminazione in cucina, credo fermamente nella cucina italiana.
Come valuta il suo percorso fino ad ora considerata la sua giovane età?
Credo che la mia sia stata un’esperienza di continua crescita. Sebbene non sia mai soddisfatto, riconosco di essere arrivato ad un punto importante della mia carriera. Nel futuro il progetto è affinare ulteriormente la mia tecnica e le mie abilità, e, perché no, riuscire a realizzare un ristorante tutto mio in cui esprimere al massimo tutto quanto imparato in questi anni di grande lavoro.
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