Di Roberta Porciello
Due protagonisti d’eccezione, per un abbraccio tra il nord e il sud nel nome della bontà, dell’eccellenza e delle novità, Giuseppe Giordano in arte Giò Il Pizz’ino di origine campane, precisamente di Tramonti, ma nato e vissuto ad Alessandria dove dirige la pizzeria Piedigrotta 2 Express e il maestro pizzaiolo Gianfranco Iervolino di Palazzo Vialdo, insieme per il primo appuntamento “Pizze&Pizzini – stranezze nel mondo della pizza”, evento che apre un ciclo di serate alla scoperta della bontà campane…e non solo. “A qualcuno piace…Vialdo”: serate organizzate e condotte da Giustino Catalano e Laura Gambacorta che riescono ad attirare l’attenzione e a creare interessanti focus su prodotti e produttori sempre in prima linea a raccontare le loro storie. Una passeggiata golosa tra pizze e pizzini, che parte dalla storia del tegamino e della pizza nel ruoto e arriva alla geniale idea del pizz’ino, che unisce la cottura tradizionale su pietra a quella in teglia, solo però con i bordi racchiusi non nel classico ruoto, ma in una corona, una sorta di ruoto senza fondo che crea una nuova cottura della pizza. Iniziamo con il primo pizzino “provola, carciofino violetto di Castellammare e ricotta di pecora”, bello l’equilibrio dell’abbraccio tra l’affumicatura della provola, la delicatezza del carciofo e il gusto pieno della ricotta di pecora o meglio del Fior di ricotta del Caseificio Aurora, che come il produttore Paolo Amato ci spiega proviene non dal siero bensì dal latte di pecora e consente quindi un prodotto finale più soffice e cremoso e con la giusta umidità. Per un boccone così appetitoso non poteva che esserci una bollicina in abbinamento: lo spumante brut di Falanghina del Sannio della Cantina di Solopaca, dal tenue colore paglierino, perlage fine e presistente, e accattivanti profumi fruttati. Un sorso secco, sapido e rotondo. A Giuseppe dà il cambio Gianfranco, e noi molto curiosi di assaggiare, la Margherita sott ‘ncopp, nata da un errore, un banale capovolgimento dopo l’uscita dal forno, e abbiamo ritrovato, come evidenziato da Gianfranco, il sapore di una volta, quello delle “fugaci” pizza a libretto dove la pasta piegata manteneva il pomodoro e la mozzarella umidi e caldi, un perfetto involucro, che senza diventare protagonista aveva la capacità di esaltare il prezioso companatico. Altro giro, altra corsa e ritornano i pizzini: ed è il turno della versione “provola, scarola saltata con uva passa e pinoli con salsiccia di Nero casertano”, con i nostri sensi esaltati dall’impasto unico e dall’elevato tasso di umidità, marchio di fabbrica di Gianfranco Iervolino (ripensandoci adesso ci viene ancora l’acquolina in bocca). Poi l’ultima pizza…ci consolaiamo con una Marinara con la buzzonaglia di tonno, “Marzamemi – Torre del Greco solo andata”, in cui tutti gli ingredienti sono in un armonico e deciso intreccio di sensazioni. In abbinamento una Falanghina del Sannio Dop Taburno delle Cantine Iannella, un vino dalla struttura importante che riesce d accogliere lo spessore gustativo del capolavoro “pizzoso” di Gianfranco. Siamo ai piedi del Taburno e l’anima sapida e minerale si sente e come nel bicchiere. Per finire saluti, complimenti e ducis in fundo una chicca offerta da Palazzo Vialdo gestito da Vincenzo Di Prisco, le graffette calde. Al prossimo appuntamento “A qualcuno piace…Vialdo”.
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