Di Gennaro Miele
Langhe è parola che evoca una cultura del vino intrisa di fascino, quella dell’uva Nebbiolo espressa con eleganza e differenti stili da eroici produttori i cui gesti e pensieri si perdono tra le colline, alla stregua dello stesso paesaggio avvolto dall’oblio della nebbia.
Quei luoghi e quelle sensazioni non fanno ancora parte della mia diretta esperienza, ma la loro emozione è stata portata nel lontano sud da Tommaso Luongo e Franco De Luca, anfitrioni della serata ‘’Nebbiolo Brothers’’ , due semplici parole a sintesi perfetta del senso della serata.
Il luogo dell’evento, è stata l’Enopanetteria di Stefano Pagliuca, personaggio che mai manca nell’entrare nelle simpatie di ogni cliente di cui diviene poi amico ed affezionato frequentatore, in questo luogo d’eccellenza mai manca il rituale aperitivo con irresistibili pizze, elaborate dalle abili mani di Raffaella Verde, donna energica che profonde nelle sue preparazioni un amore senza pari.
Un silenzio attento è stato la cornice alle accorate descrizioni di storie e luoghi fatte da Franco, che sulla scia delle diapositive ci ha trasportato in un itinerario di aromi e sapori che hanno illustrato nei diversi assaggi che hanno seguito, la capacità del Nebbiolo di cambiare in base al clima ed ai terreni, esprimendosi ora snello ora con maggior spessore, tra aromi di arancia sanguinella e china, un viaggio di sensazioni che ha portato la nostra esperienza virtuale in piccole città come Carema, definita dal Delegato dei paesi Vesuviani, ‘’non un paese ma una poesia’’.
Tra Gattinara, Barbaresco e Barolo difficile poter dire quale che sia il nettare che di più ha affascinato gli astanti, diversi calici come mai uguali sono le intime richieste che ogniuno pone ad un vino, che in fondo, al di là di chimica e business, è necessario che rimanga un delicato mistero, un po’ come il paesaggio dell’ultima foto, icona sommersa dall’immateriale nebbia.
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