Di Gennaro Miele
Il profumo salmastro che sale dal mare è filtrato dal porto e cade su Via Nuova Marina surrealmente silenziosa, attraversata dai tram delle ultime corse. Finestre di palazzi e uffici della strada sono nascosti da una linea di penombra spezzata dalle luci di GranGusto, progetto gastronomico tutto napoletano, nato come scommessa e cresciuta come vittoria di proposte enogastronomiche d’eccellenza.
È la serata dal titolo ‘’A Cena Con il Mare’’ con un menù realizzato per l’occasione dal giovane e talentuoso chef resident Giovanni Vanacore, viso pulito ed un modo sincero di raccontare il suo lavoro, passione nata dall’osservare i gesti dei genitori in cucina, gesti divenuti poi passi che lo hanno portato a ricche esperienze lontano da casa, un giro d’anima gastronomica che si sintetizza adesso qui, di fronte all’orizzonte napoletano, in un lavoro fatto di rispetto della tradizione e ricerca gourmet.
La cucina a vista è come un acquario in cui chef e aiutanti si muovono professionali e con gesti misurati, l’attenzione per i dettagli e la cortesia del personale crea la giusta dimensione in cui immergersi lontano dal caos del giorno, notevole l’attenzione dedicata all’enoteca ricca al punto di poter rispondere alle molteplici esigenze dei clienti.
Lo spazio dedicato a quattro tavoli in enoteca creano uno angolo esclusivo, le sedute rilassanti e le luci soffuse giocano sulle curve delle bottiglie e rendono la sensazione di essere protetto come perla in un’ostrica.
La sala della cena dà su una Napoli in silenziosa attesa del giorno mentre nei calici sale il perlage di Brut Metodo Classico dell’azienda siciliana Planeta, da uve Carricante in purezza, che esprime freschezza e finezza dal contatto con i lieviti, avvolge l’assaggio di delicate tartarre di tonno, ricciola e spigola con verdure.
A seguire un tocco di fine mediterraneità espressa con anelli di pasta con pomodorini e sugo di canocchie e friarielli scoppiettati, delicato ed aromatico che ha offerto lo spunto della degustazione di Alastro, vino fermo da uve grecanico in purezza, di soddisfacente sapidità e aromi di frutta e mandorla.
Il pescato del giorno con salsa all’anice stellato e cicoria saltata si è espresso in un buon assaggio accompagnato da un calice di Cometa, fiano siculo, dalla buona acidità, prima del dolce finale con Bignè con crema di pistacchio e zuppa inglese, abbinato ad un passito Moscato di Noto, zona vocatissima per le uve di questo nettare.
Un cena che termina come puntini sospensivi in attesa di prossimi momenti preziosi, scendendo in una Napoli apparentemente addormentata, carezzati dal vento che aspettava sospeso sul sonno dei gabbiani, GranGusto è come un’isola in verticale alle mie spalle su cui approdare alla ricerca di cose buone e di un piccolo regalo quotidiano come un calice di buon vino con serenità.
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