Alla mia terza visita con “Terra dei … Vini”, l’EnoGiro del nostro territorio, non cessano le occasioni per stupirmi e mostrarmi realtà coraggiose ed appassionate. Sorpassato il valico di Chiunzi, lo scorso 17 gennaio abbiamo scoperto le vigne di Tramonti, visitando le cantine Apicella e Monte di Grazia che dalle pendici dei Monti Lattari guardano dall’alto scorci di mare della costiera amalfitana, su terreni realmente rubati alla montagna! Prisco Apicella proprietario ed enologo dell’azienda, ci conduce per primo tra le sue viti, impianti storici a raggiera patrimonio dell’Unesco, per la maggior parte viti autoctone e a piede franco, come ad esempio la Pepella – così chiamata perché ha acini grandi come un grano di pepe – e il Tintore, che insieme al Piedirosso, alla Ginestra, al Biancazita e al Biancatenera (Falanghina e Biancolella ripsettivamente) costituiscono la base dei vini Costa d’Amalfi DOC. E’ emozionante vedere viti di circa 200 anni, che hanno resistito al tempo e, fortunatamente, alla maledetta fillossera! Dopo aver visitato anche la vigna detta “’A scippata”, impianto risalente agli anni 1930, da cui si ricava l’omonimo vino riserva, pendente sulla montagna quasi quanto la costiera sul mare, e mostrataci la potatura degli impianti storici, Prisco ci conduce in cantina, dove ci ha spiegato il processo di vinificazione e ci mostrato le botti e le storiche vasce di cemento. Montanare, ricottine al miele di castagno, verdure dell’orto, pizza rustica e un’ottima zuppa di farro e fagioli accompagnano la degustazione del bianco “Colle di Santa Marina”, il Rosato e il Rosso “Tramonti”, ed infine ‘A Scippata in magnum riserva 2008. Vini sinceri e pietanze contadine … il perfetto abbinamento, raccontato da Ernesto. Giuseppe Apicella ci svela come ha ottenuto la IGT Tramonti: grazie al fatto di aver lavorato in Piemonte… da piccolo. Se il vino di Gattinara era riuscito a ottenere l’omonima denominazione IGT, perché non quello di Tramonti? E così, un giorno si trovò a passare nella sua cantina l’amico piemontese Ezio Greggio, vignettista oltre che show man, che gli disegna la prima etichetta del suo Tramonti Rosso, la cui commercializzazione provocò non poche difficoltà amministrative, ma la caparbietà e la grande determinazione di Giuseppe, fecero il resto ed il gioco-giustizia fu fatto! Appagati e sazi di informazioni, ci dirigiamo alla cantina Monte di Grazia, una azienda agricola biologica che ancora coltiva il terreno alla maniera dei vecchi contadini, non conoscendone altri metodi, col sistema del sovescio e il letame come concime. Le vigne sono allevate a raggiera, utilizzando pali di castagno come tralicci. Qui si produce solo con uve autoctone: Biancatenera, Pepella e Ginestra per il bianco e Piedirosso, Tintore e Moscio per il rosso, rendendo i vini di Monte di Grazia espressione quasi integralista del territorio. La giornata è fredda, ma l’accoglienza di Alfonso Arpino fa sì che al nostro arrivo troviamo anche un bel fuoco acceso e una lunga tavolata di legno imbandita con salumi e formaggi locali, per apprezzare al meglio la degustazione. Purtroppo non possiamo portare a casa nessuna bottiglia, perché per la maggior parte già tutte vendute o prenotate per i prossimi anni! Porteremo con noi i sentori profumati, i sapori della terra, il calore umano e quell’abbraccio alla vite ultracentenaria che Ernesto Lamatta ci ha fatto provare, e immortalare in foto, che difficilmente potremo dimenticare.
Cos’altro dire? Alla prossima visita! AIS-ta la vista!
Foto di Anna Ciotola
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