Di GuShu, associazione per la diffusione della cultura del tè e delle piccole cose dimenticate
Oggi, per riprenderci dal bel frastuono di voci e genti dell’ultimo fine settimana sul decumano inferiore, abbiamo deciso di ritornare per un attimo nello Yunnan del Sud, dove l’immensa Cina finisce, al confine tra la Birmania, Laos e Vietnam.
Decidamo di aprire un Puerh Beeng Cha.
Questo tè Puerh proviene da un Giardino, o meglio, una foresta di vecchi Alberi di tè (gu shu) cresciuta per secoli in Zhu Lin Zhai, in Na Nuo Shan (shan=montagna)
Il raccolto è della primavera 2013, fine marzo. La lavorazione è totalmente manuale: dal raccolto al confezionamento. I giardini sono ad una altitudine superiore ai 1300 metri e, nel punto piu alto, confinano con i celebri giardini di Ban Po Zhai. La foresta circostante è intatta ed i giardini sono ben ombreggiati , sdraiati su una ripida pendenza esposta a nord est.
Appena aperto, un aroma di qualcosa tendente al cioccolato, o forse alla carruba, ci lasciava immaginare il gusto, ma, dopo la prima infusione, gli aromi di fiori e frutta prendono il sopravvento. Dopo, dal coperchio del gaiwan una aroma tendente al miele…Le foglie bagnate emanano sentori vegetali, sentori di tostato, di tabacco e, dopo una prima impressione di estrema leggerezza, le note piu pesanti di muschio e legno, cominciano a mostrarsi. Il Rukou (è la prima sensazione, impressione che lascia il tè appena entra in bocca per la prima volta) è dolce, per poi lasciare il posto ad una leggera sensazione amara che sembra diffondersi in tutta la bocca e, insieme a quella, punte di estreema dolcezza. Una piccola secchezza sulla parte anteriore della lingua e una sensazione oleosa, leggera.
Lo Huigan (il ritorno del gusto) è raffinato ed elegante. Il tè scende liscio nella gola e regala una meravigliosa sensazione palpabile.
Ha un rispettabile Hou Long (la sensazione che lascia il tè sulla gola), salendo dalla gola al naso, della giusta intensità e persistenza.
Lasciando le foglie raffreddare dopo la 3° o 4° infusione, e tornando al tè dopo venti minuti o mezz’ora, i profumi sembrano ancora più accentuati: in particolare le note più leggere come la frutta e i fiori.
La sensazione complessiva è ottima, dolce con un po di Ku Se (amarezza e astringenza, se non seguite da una sensazione dolce è indice di un tè non buono/perfetto/benfatto), ottima fragranza. Ha corpo e struttura ed una buona profondità,
Il tè si sente generalmente pulito e puro, riflette il piccolo giardino di alberi secolari da cui proviene.
Abbiamo provato ad abbinarlo a una insalatina di grano, finocchi, carote viola, menta e melograno ed una zuppetta di Chana Dal con una miscela di spezie indiane e curry di Goa.
Il risultato si è dimostrato in perfetto equilibrio. La freschezza dell’insalatina di grano viene esaltata dai profumi fruttati del tè, mentre il gusto deciso ed i sentori tostati riescono a sposarsi meravigliosamente con il caratteristico sapore strutturato della zuppetta di chana dal.
Un tè raro e di altissimo pregio che con la finezza del suo sapore e l’eleganza dei suoi profumi, chiudendo gli occhi, può condurci verso terre lontane, sui monti dove nasce la sua magia.
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