Non capita tutti i giorni, almeno per chi scrive, di conoscere un ambasciatore, soprattutto se si tratta di Cesare Assolari: Ambasciatore delle Birre Belghe in Italia. Il titolo gli è stato conferito dalla Confrèrie du Fouquet des Brasseurs Belges (l’Associazione belga dei mastri birrai, probabilmente la più importante al mondo nel suo genere).
Abbiamo incontrato Cesare al Loco for Drink di Giugliano, dove si è tenuto, per la prima volta in Campania, il corso di Beer Gourmet organizzato dalla Drink up in collaborazione con l’Associazione Belgian Beer Gourmet & Zytholoog, l’Associazione Belgian Beer Gourmet Italia e con l’Ambasciata Belga in Italia come partner istituzionale. E’ stato proprio lui a guidarci, con il suo carisma e la sua simpatia, attraverso un viaggio nella “zytho-gastronomia”: l’arte di abbinare la birra a piatti della gastronomia, in questo caso, italiana.
Ma andiamo con ordine.
Iniziamo con la Tongerlo Blond. Birra belga d’Abbazia stile Ale con schiuma mediamente persistente e colore giallo dorato con decisi riflessi ambrati. Al gusto non è invadente e lascia la bocca molto pulita grazie a una giusta luppolatura e, soprattutto, a una acidità quasi sorprendente per il suo stile ovviamente accompagnata da una spiccata dolcezza conferita dal malto. Abbinata ad un cubetto di stocco grigliato con gazpacho di peperoni e cetrioli ed emulsione di friarielli riesce a bilanciare, con il suo gusto tendenzialmente dolce, l’amaro apportato dal metodo di cottura.
Seconda birra in degustazione è la Tongerlo Bruin. Anche lei viene dall’Abbazia di Norbertine Tongerlo e il colore scuro lascerebbe presagire una birra impegnativa. Invece, con i suoi 6.5° in alcool, gli aromi di caffè e miele di castagno che virano verso sentori dolci di confettura di ribes, si presenta come una birra gentile ma pronta agli abbinamenti più disparati. Il migliore abbinamento della giornata arriva proprio con questa scura atipica: costolette di agnello prima grigliate e poi affumicate con composta di mele annurche cotta con la birra. Accostamento prevalentemente giocato sulle concordanze dall’equilibrio perfetto.
Ultima delle tre sorelle Tongerlo è la Prior, una Triple, come le altre ad alta fermentazione, con sentori spiccati di albicocca e frutta tropicale entra in bocca e, dopo qualche attimo di esitazione, si dirige decisa verso una nota amara. Abbinata ad un roast beef cotto a a 46° con glassa di zucca e salsa di soia sembra leggermente troppo intensa per un piatto, fondamentalmente, delicato.
Dopo una breve pausa il nostro viaggio continua con le birre del birrificio Charles Quint. Birrificio il cui nome richiama quello del re che pretese un boccale a 4 manici per avere la possibilità di impugnarlo in qualsiasi verso!
La Gold: impressionante per la quantità di schiuma e la persistenza della stessa, è una birra da alta fermentazione aromatizzata alla camomilla e all’anice, al naso è giustamente intensa ma mai scomposta o irruente. Al gusto più decisa anche grazie alla gradazione alcolica che la rende una belga a pieno titolo (8,5°). Servita senza abbinamento proprio per questa sua particolare spinta alcolica che la rende quasi una birra da meditazione.
Il gran finale è riservato alla Charles Quint Ruby. Rossa dal carattere, per usare un eufemismo, forte! Schiuma abbondante. Colore vivace. Intensità e complessità olfattive fuori dal comune con sentori di spezie (anice e chiedi di garofano ), tostati, di frutta rossa matura e l’elenco potrebbe essere ancora lungo. Gusto amaro ma anche acidulo e a tratti vinoso che richiama i vini liquorosi della penisola iberica. Servita in abbinamento con un panettone artigianale con fonduta di cioccolato fondente regge alla grande il confronto.
Il Natale si avvicina ed il vero appassionato di birra, in questo periodo pieno di appuntamenti gastronomici, potrebbe sentirsi abbandonato tra le tante bottiglie di spumante. Perché non pensare ad un pranzo di Natale in abbinamento con le birre?
Siamo sicuri che il capitone fritto andrebbe d’accordo con una splendida blanche! Vero Cesare?
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