Di Gennaro Miele
Ci sono luoghi nel cuore della nostra Napoli che evocano per età di costruzione la testimonianza del passaggio di un determinato evento storico: dal pensiero illuminato di pochi alle rivolte popolari, la città è stata sia palcoscenico che protagonista della storia con palazzi di roccia grigia e arrontondata dal tempo ovvero giallo-tufacea e corrosa dal vento di mare. Tutto in una città, capitale del Regno delle Due Sicilie, la cui magnificenza si perde a volte come il ricordo di un’Atlantide del Mediterraneo. Nel quartiere vomerese il locale ‘’Archivio Storico’’ è un inno alla sua meraviglia ed ai meridionali che l’hanno rappresentata in tempi nemmeno troppo lontani, lì nell’anniversario della scomparsa di Re Francesco II di Borbone il suo discendente, S.A.R. il Principe Carlo è tornato per ricevere il rinnovato abbraccio di un popolo dall’affetto ancora estremamente vivo e caloroso per la famiglia de i Borbone.
L’AIS Napoli è stata parte integrante del benvenuto al Principe nella sua visita offrendogli un assaggio dei vitigni che come pochi possono rappresentare il legame di un prodotto al territorio: Pallagrello Nero e Bianco dell’azienda casertana Terre del Principe, sono stati i protagonisti nel bicchiere dell’espressione del lavoro di appassionati vignaioli, gli stessi apprezzati dalla Famiglia Reale che ne tutelava e rispettava il lavoro con generosità. Un uomo tra il suo popolo, ecco quanto si è potuto osservare mentre Carlo aveva tra le braccia l’omaggio di una bottiglia, frutto di una terra che non dimentica i propri figli.
In tempi di assenza di memoria, quel giorno e quella sera sono stati momenti di rievocazione e presa di coscienza che il sud italia non è sempre stato sempre solo ‘’questione meridionale’’ ma Regno, che Napoli non è solo Gomorra fatta di macerie perché sotto di esse ancora arde il ricordo di una città capitale del pensiero d’Europa.
Un’immagine mi sovviene ancora, una metafora fisica, i lampadari della stanza coperti dalla prigione esile di una gabbia scura e dopo il nostro saluto al discendente credo di vedere in essi la luce della nostra Storia che malgrado tutto e tutti, compresi i poteri che si sono succeduti, ancora brilla tenace senza indecisioni dietro gli ostacoli.
Viva il Sud e che ognuno ne sia re e custode.
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