Di Roberta Porciello
Un luogo particolare, avvolti dell’odore degli ulivi, immersi nel “buono” e lontano dal caos della città, siamo a Sant’Agnello dove il Frantoio Gargiulo oggi, per il secondo anno, si trasforma in una sala ristorante. Originale, accogliente, dove rosmarino e peperoncino sono i “padroni” della tavola dal sapore vintage. Siamo accolti con il sorriso genuino e coinvolgente della chef Imma Gargiulo del ristorante sorrentino Femmena nonché volto di Alice TV con il programma Conserve di Casa. Un pranzo dal sapore “Nobile” come “Nobile” è il latte che andiamo a degustare nel laboratorio tenutosi nello shop adiacente al frantoio tenuto dal docente Slow Food Alberto Capasso e coadiuvato dalla nascente Condotta Slow Food Costiera Sorrentina. Interessante e costruttiva la comparazione dei “latti” che ha portato alla luce gli odori, le sensazioni e i sapori di una volta [per chi ha la fortuna di ricordarli] racchiusi nel Latte Nobile, presidio Slow Food e il primo latte con un suo disciplinare e regole ben precise. Provare per credere! Ed è proprio la bontà del Latte Nobile la protagonista del pranzo di oggi insieme al tema sempre attuale del riciclo: dalle sedute dei barilotti di olio, all’allestimento con “buatte” di pomodori e vasetti di varie grandezze… saranno proprio i vasi, e i vasetti la base dei nostri piatti. Fantasia, originalità e ingegno non mancano alla chef Gargiulo che ci presenta l’olio D.O.P. del frantoio Gargiulo 2013 posto in bicchierino d’eccezione fatto di pane al latte Nobile del panificio Malafronte che ci accompagnerà per l’intero pranzo. Un olio buono fa la differenza in ogni piatto, esaltando anche il classico ed essenziale pane, sale e olio, nonna docet, e qui la materia prima è davvero ottima. Proseguiamo con l’entrée, un “boccaccio” alto e snello, per “Mucca Clotilde”, una ricottina artigianale fatta con latte Nobile adagiata su di un letto di puntarelle romane con olio e limone, e lungo le pareti un po’ di liquirizia, vi chiederete…ma come si mangia? Ebbene occorre stendere il barattolo e utilizzare il cracker agli 8 cereali, sempre del panificio Malafronte, per prendere la ricottina che porterà con se la sua base di olio e limone e la liquirizia che si trova sulle pareti in vetro: un’esaltazione di gusti e vivace contrapposizione di consistenze tra le puntarelle crude, belle “crocchiarelle” come da tradizione capitolina, e quelle invece cotte senza dimenticare la sfida tra la morbidezza della ricotta e il croccante del mega cracker. Per noi il piatto del giorno: GENIALE. Anche l’acqua non è scelta a caso, beviamo Acetosella, l’acqua di Castellammare che con la sua sapidità e l’effervescenza non troppo spinta è perfetta per il nostro antipasto. Il primo arriva in una barattolo chiuso che fa intravedere il timo…e solo aprendolo gli odori colpiscono il nostro olfatto. “Turacciolo di pane al sugo cafoncello” ci muoviamo sempre nella direzione del riciclo…stavolta culinario con il connubio tra pangrattato e latte nobile a creare la pasta e il sugo realizzato con i pezzi di scarto , i classici e buoni rimasugli della carne, selezione Carni Sorrentino, una interessante realtà locale. Ed è proprio abbracciando il territorio che siamo partiti dal nostro Latte Nobile, passando alla panetteria di Gragnano Malafronte, alle carni Sorrentino , per arrivare al maestro liutaio Ernesto Scarpato, una grande realtà sorrentina con le chitarre e il mandolino napoletano in esposizione; e sono proprio i suoi strumenti a essere suonati dal maestro Di Francia e dal giovanissimo Raffaele Esposito per allietare il nostro pranzo con eleganza e raffinatezza. Non potevano che abbinare un vino del territorio: il Costa d’Amalfi Furore Rosso 2013 della Cantina Marisa Cuomo, un rosso dalle note esuberanti di frutti rossi tra cui spiccava la ciliegia matura, e un sorso morbido e speziato. Si continua con “Non chiamatemi Pane”, un panino di farina di segale con mais soffiato e chicchi di girasole farcito con fette di maialino al latte [perfettamente cotto e tenerissimo] e verdure glassate, insomma un altra bontà confezionata dall’incontro tra il panificio Malafronte e la chef Gargiulo. Finiamo con “Aspettando Babbo Natale “, una birra del Birrificio Sorrento, nuova e innovativa, una Birra di Natale dal gusto avvolgente e chiudendo gli occhi ritornano i sapori e le suggestioni delle case delle nonne intrise dal profumo del natale. Perfetta, secondo me, con del cioccolato oppure giocando sulle concordanze con il natalizio roccocò, qui la beviamo abbinata al panettone scomposto di Massimiliano Malafronte con crema speziata e cioccolato.
Esaltazione del territorio, innovazione in cucina, coesione di gruppo…questa è la Campania del gusto che ci piace!
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