Di Lello Cimmino
Dopo la lunga pausa estiva sono tornate le serate di INDo’vino e per incanto siamo arrivati anche all’ottova che si è tenuta il 17 ottobre.
Tema: “GRANDE PRODUTTORE o piccolo produttore”, ovvero un’ esplorazione tra i grandi produttori che vinificano grandi quantità e pur facendo ricorso a standardizzazioni mantengono alta la qualità, e piccoli produttori che, lavorando piccole quantità e rispettando l’impronta del vitigno, realizzano delle vere eccellenze.
Trenta sono stati i presenti che hanno messo alla prova i propri apparati recettori e sei sono stati i vini in degustazione: tre bianchi e tre rossi.
Il primo in degustazione è stato il Valle Isarco Sylvaner Praepositus 2012, un Sylvaner della linea alta dell’ Abbazia di Novacella, grandi numeri ma ancora controllati dai Canonici Regolari Agostiniani.
Bianco Alto atesino di 13,5°, dal colore paglierino chiaro con riflessi verdognoli. Al naso si fa notare per le nuance di vegetale erbaceo e agrumato di limone acerbo.
Intenso, con ritorni di delicato floreale. In bocca vi è una piena confema della olfazione: il breve passaggio in legno di acacia ha donato nitidi profumi di pesca e mela golden.
Non è stato facilmente individuato anche perché il Sylvaner non è un vino molto comune. Però, per la particolare freschezza, molti lo hanno collocato tra i vini del nord-est.
Molto suggestivo e aggiungo particolarmente intrigante è stato il secondo vino. Bourgogne Hates-Cotes de Beanne 2009 di Emmanuel Rouget, Chardonnay in purezza della Cote-D’Or (Bourgogne) di 13° e dal colore giallo paglierino marcato. Al naso non è stato dei più facili, la ritrosia olfattiva ha spiazzato la maggior parte dei presenti anche se le narici più allenate iniziavano a centellinare i profumi di agrumi e spezie dolci. Anche in bocca, al primo sorso, non dava immediatezza, ma si lasciava bere e scoprire con grande classe. Molti dei presenti hanno intuito che si era al cospetto di un fuoriclasse. Morbido e con un perfetto equilibrio d’alcol che introduce un finale di raffinata nocciola tostata (come pochi vini) e intensa frutta gialla matura.
Il capolavoro di uno dei più grandi vigneron de Vosne-Romanèe, veniva individuato da una delle più belle aspiranti sommelier, nonché fissa presenza d’INDòvino, ossia Valeria Vanacore, che con grande decisione sentenziava “Chardonnay di evoluzione francese”. Per questa precisa affermazione gli è valso anche il premio INDòvino della serata. Brava Valeria.
Lo chardonnay di Emmanuel Roget non è stata l’unica rarità, la vera sorpresa a mio parere è stato l’Ansonaco 2011 dell’Isola del Giglio dell’Azienda Agricola Altura – Carfagna, piccola produzione ma grande qualità. Uva ansonica di 13,5° vinificata secondo il manifesto naturalistico di Luca Gargano e Nicolas Joly e quindi un vino biodinamico che si può fregiare della denominazione“Triple A” .
Senza chiarificazione e senza filtraggio, si presenta nel bicchiere di un colore giallo ambrato e leggermente opalescente. Al naso colpisce per l’intrecccio tra gli agrumi e i sentori di miele di millefiori, ma anche vaghe tracce di humus.
In bocca esplosione minerale e salmastra, ma soprattutto un abbraccio caldo ed avvolgente.
Finale amarognolo non facile. Un vino, questo, che merita un vero “inchino”, ma all’Isola del Giglio ultimamente tale pratica viene sconsigliata vivamente.
Dopo i primi tre vini si è fatta una prima pausa con il buffet di pizze della casa. Il commento sulle pizze da parte dei convenuti è stato lapidario, – “Report”, qui, non avrebbe fatto nemmeno un minuto di filmato. Troppo buona, senza difetti e solo genuinità!
Dopo la sosta è stata la volta dei tre rossi.
Il primo ad essere versato è stato il Cabernet Sauvignon 2004 – Margaret River di 14,5° di Cape Mentelle, azienda del West Australia appartenente al colosso della moda e del bere francese (Moët – Hennessey – Luis Vuitton), quindi grandi produzioni di particolare qualità. Colore rosso carico, al naso fruttato e speziato. In bocca rotondo e diretto con frutta rossa matura, finale un po’ stanco e tannino levigatissimo dalla sosta prolungata di 18 mesi in rovere. Tra i tanti presenti una voce subito si è levata tuonando “Cabernet sauvignon francese”. Anche se l’emisfero di produzione non è proprio quello giusto, la tecnica invece si. Con questa affermazione, la new entry Ivano Davide, metteva la sua ipoteca sul secondo premio di INDòvino della serata. Complimenti.
Le sorprese enologiche non sono finite, quinto in bicchiere è stato il Brunello di Montalcino DOCG 2005, di Pieve Santa Restituta, linea toscana della famiglia Gaja; quindi, grandi numeri con grande qualità.
Rosso granato di 14,5°, con riflessi di rubino scuro. Al naso note fruttate di prugna e fiori come la viola, ancora cenni balsamici come la canfora. In bocca parte subito con un attacco di cacao e frutti di bosco. I tannini sono morbidi, ma l’alcol è potente, con una bocca avvolgente scossa da continui ritorni di frutta a polpa rossa. Finale lunghissimo. Fascinoso il naso anche a bicchiere vuoto con note di muschio, quasi un parfum pour l’homme.
Ultimo dei sei è stato il Chianti classico Riserva 2004 di Bucciarelli, piccolo produttore ma grandissimo vignaiolo, la cui produzione va quasi tutta all’estero. Un vino non per guide e solo per selezionate enoteche. Sangiovese in purezza di 13,5°, dal colore rosso rubino con sfumature granato.
Al naso profumo di viola, cuoio con ficcanti note di chiodi di garofano.
In bocca, suadenti amarene. Al primo sorso subito una sensazione di morbidezza con tannini raffinati, il seguito è un’esplosione di frutta rossa in confettura e finale speziatissimo.
Con Bucciarelli, si è chiusa la sfida tra grandi produttori e piccoli (però di grandiose eccellenze). La serata è continuata con il secondo break delle specialità della casa, ovvero delle fumantissime pizze con prosciutto, carciofi e provola, ed ancora rotoloni ripieni.
Immancabile la premiazione dei più bravi INDòvini: Valeria Vanacore e Ivano Davide. Valeria è stata omaggiata con un Rosso di Montalcino di Casanova di Neri, mentre Ivano è stato omaggiato di un Taurasi Radici riserva 1997 di Mastroberardino e…… scusate se è poco!
Allora, occhio alla data della prossima serata di INDòvino con “Indisciplinati o disciplinati”. Stay Tuned…
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