DSCN4213Di Mauro Illiano

Nessun luogo è lontano” affermava Richard Bach. Così, interpretando la realtà segnata da questa meravigliosa costatazione, Mauro Bochicchio, (regista dell’iniziativa promossa da Consortium Paris), accompagnato da un folto gruppo di 40 Chef, ha inteso neutralizzare lo spazio esistente tra l’Italia e la Francia, per dare luogo ad una serie di viaggi gastronomici all’insegna della qualità e della reciproca scoperta dell’io altrui.

La primissima tappa di questa avventura ha onorato la Città di Napoli, che per l’evento ha sfoderato le bellissime stanze de “Napoli Mia”, illustre ristorante della Riviera di Chiaia. L’alto profilo dell’evento non poteva fare a meno della collaborazione di Laura Gambacorta, la più ampia garanzia di successo per ogni evento enogastronomico.

Ed eccoci a parlare di ciò che i sensi colsero nell’aria.

Coloro che hanno avuto l’onore di sedere ad uno dei tavoli hanno assistito ad uno spettacolo indimenticabile. Due ali dello stesso volo, vale a dire  Juan Arbelaez (ventisettenne con esperienze alle spalle del calibro di Pierre Gagnaire, del Bristol di Eric Fréchon e quella del George V di Eric Briffard, nonché titolare del ristorante la “Plantxa” di Parigi) e Antonella Rossi (chef e patron del ristorante Napoli Mia, cuoca di grandissima esperienza), hanno accompagnato i commensali in un percorso tra Napoli e Parigi, senza andate né ritorni, ma figli di un istante fuori dal tempo in un luogo oltre lo spazio convenzionale.

DSCN4181Luci calde a vivificare pietre e mattoni, spalle dello stesso tempio in cuore al quale pochi elegantissimi tavoli fungevano da calamite per i presenti, e mensole, e divani e specchi umanizzavano un  momento altrimenti divino. Muri spogli donavano alla nudità del luogo una bellezza “originale”, mentre in terra una sola tonalità antracite faceva da contrappeso cromatico, a mo’ di ade, al paradiso. Qualche candela osava affrontare la luce indiretta in fuga da punti luce posti alle spalle di lamine primordiali. Tutto quanto descritto era in offerta all’occhio, ma nulla poteva superare ciò che l’olfatto e il gusto si accingevano a ricevere. Pre-antipasto di sgombro, agrumi e pikles, poi seppia adagiata su disco e fonduta di mozzarella, sotto la quale un baffo nerastro donava oscurità al piatto, dunque il momento dell’uovo perfetto su polenta di parmigiano reggiano 24 mesi ed emulsione di carote, il tutto accompagnato da  Asprinio Brut V.S.Q. Quartum Cantine Di Criscio, questo per cominciare. Il primo si è presentato in forma di Paccheri del pastificio Gentile con pescato del giorno e bottarga di muggine. Poi è stata la volta di ben due secondi estremamente suggestivi,  vale a dire la triglia su un letto d’autunno ed un Ossobuco teriyaki su mousse di patate e tartufo, balsamico e senape. Primo e secondi accompagnati da Falanghina Campi Flegrei DOC 2013 Quartum – Cantine Di Criscio. Due anche i dessert, uno incarnato dal Caffè, capperi, pepe e meringa all’anice, l’altro consistente in Vacherin 2020, mango, ananas, coriandolo e yuzu, meravigliose creazioni accostate ai liquori dell’Antica Distilleria Petrone.

Epilogo: La fine di un evento conduce inevitabilmente all’inizio della stessa storia, poiché se è vero, come diceva Bach, che nessun luogo è lontano, è altrettanto vero che un volo in grado di condurre dal principio alla fine altro non è che l’insieme di tanti piccoli battiti d’ali. Napoli e Parigi non sono mai tate così vicine.

Durante la serata ho rivolto alcune domande ad alcuni protagonisti.

Intervista allo chef Juan Arbelaez

Cosa unisce e cosa divide la cucina italiana da quella francese?

Ciò che le unisce è l’importanza del terroir, la tradizione nonché la qualità dei prodotti. Forse si distinguono per la maggiore elaboratezza della cucina francese e le differenze climatiche in grado di offrire prodotti diversi agli chef.

Cosa eleva uno chef a rango di grande chef?

Passione, tempo speso e grande amore.

Qual è la cucina che l’attrae di più oltre a quella della sua regione?

Quella italiana! Perché si mangia bene dappertutto

 

Intervista alla chef Antonella Rossi

Cosa unisce e cosa divide la cucina italiana da quella francese?

Materia prima e qualità le unisce. La gamma di prodotti le divide

Cosa eleva uno chef a rango di grande chef?

Esperienza, tecnica e voglia di imparare sempre

Qual è la cucina che l’attrae di più oltre a quella della sua regione?

Tutte se c’è la qualità, ma devo dire che la cuna etnica mi attrae..

Intervista a Mauro Bochicchio

Perché scegliere Napoli per aprire questo ciclo di incontri?

Beh, intanto perché la dieta mediterranea è nata a Napoli. d’altronde ho già collaborato con la Campania a Parigi. Personalmente ritengo che la cucina napoletana non abbia nulla da invidiare a nessuna cucina del mondo, e allora perché non unire Napoli e Parigi, due capitali del gusto, proprio a tavola?