Di Donatella Bernabò Silorata – the wine insider
Mi avevano incuriosito il design delle bottiglie, l’immagine curata da Oliviero Toscani e la scelta di scommettere sull’abbinamento con la pizza verace napoletana. E mi era piaciuto il loro Satèn assaggiato in una sera d’estate sulla spiaggia di Bacoli. E allora non ci ho pensato due volte quando, l’ufficio stampa Teresa Caniato, travolgente veneta innamorata di Napoli e dei napoletani, mi ha invitata a visitare l’azienda ad Adro in occasione del Festival del Franciacorta. Contadi Castaldi, gruppo Terra Moretti, è il volto giovane e più dinamico della Franciacorta. Nel nome c’è il passato (i contadi erano le contee agricole della Franciacorta medievale, i castaldi i signori ai quali era affidato il governo delle terre), nelle bottiglie il futuro. Una di quelle realtà italiane decisamente up to date, capace di guardare oltre, dinamica nella comunicazione (ho un debole per chi scommette sulla contaminazione tra il mondo del vino e quello del design), eppure ben radicata sul territorio che è poi quel lembo di terra morenica sulle sponde del lago d’Iseo. Ricerca e innovazione sono lo spirito che quotidianamente anima il lavoro in vigna e in cantina. L’azienda si trova ad Adro, paese di poco più di settemila anime in provincia di Brescia, che nello stemma porta tre grappoli d’uva ad indicare l’antica vocazione di questo territorio alla viticoltura. Ad accompagnarmi in azienda in una assolata mattina di settembre è l’enologo Gian Luca Uccelli. In quella che era un’antica fornace è stata allestita la cantina preservando gli ampi volumi e soprattutto le lunghe gallerie una volta usate per la cottura dei mattoni ed oggi perfette per l’affinamento dei vini. Tecnologia e passato dialogano in questi spazi enormi – 7000 metri quadrati – che da una parte rievocano la tradizione agricola lombarda, dall’altro guardano al futuro coltivando giorno per giorno un nuovo sogno enologico da 900mila bottiglie ogni anno, spiega Francesca Moretti Ceo Gruppo Terra Moretti, area wine. <C’è il perfezionista del Pinot nero, il purista dello Chardonnay, l’inventore di sistemi di allevamento della vite all’apparenza nuovi e che poi scopri essere eredità di antichi saperi. E c’è il poeta del Pinot bianco che riesce sempre a sorprenderci un attimo dopo l’ennesima discussione sul metodo di potatura verde. E ancora, ci sono le sei unità vocazionali della Franciacorta, talmente diverse tra di loro che abbiamo ceduto alla tentazione di coltivare vigneti in ognuna di esse, con la determinazione di renderli simili in un unico aspetto: l’attenzione alle più sottili differenze e la cura manuale e minuziosa della vigna per renderla perfettamente sana e longeva>. I vigneti Contadi Castaldi si estendono per una superficie di circa 100 ettari (di cui il 20% di proprietà) sparsi nei diciannove comuni della Franciacorta e distribuiti in tutte e sei le unità vocazionali di paesaggio. Tutta questa varietà si traduce in una grande ricchezza che ad ogni vendemmia arriva in cantina. Qui assemblaggi di uve diverse danno origine a vini vivaci, dall’equilibrio completo e complesso destinato a raggiungere nel tempo un’armonia perfetta, spiega l’enologo Gian Luca Uccelli. Assaggiamo insieme il Franciacorta Zero Millesimato, vino complesso e sapido e piacevolmente persistente; e il Franciacorta Satèn Soul, vivace nel colore, fine nel perlage, con profumi variegati ed intensi, nitido al palato.
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