Una Domus Augustea del I sec. panoramica sul golfo di Pozzuoli, Villa di Livia, un vitigno, il Piedirosso, di origini molto antiche, alcuni ritengono che corrisponda all’uva “Colombina” citata da Plinio il vecchio, autoctono della zona flegrea, a questo aggiungici la grande squadra dell’AIS Napoli guidata da Tommaso Luongo e Anna Ciotola, referente per i Campi Flegrei, i Mercurio’s brothers , Mariano come docente di Mineralogia applicata all’Università del Sannio e Vincenzo in qualità di enologo, senza dimenticare Mauro Erro e l’ideatore e organizzatore di Malazè Rosario Mattera…non poteva che essere un grande inizio Aspettando Malaze’. Un excursus, partendo dal “Geo-Pedo-Fingerprint” , un’impronta geologica e pedologica del vitigno nel terreno vulcanico dei Campi Flegrei, passando per la cantina ed il mondo dell’enologia, fino ad arrivare al vino e alla sua comunicazione atterrando piacevolmente con il naso nel bicchiere per sei espressioni del vitigno Piedirosso. Si parte dalla filiera vitivinicola dei Campi Flegrei con le sue eruzioni storiche , due per la precisione, e la sua attività recente dove i terreni, insieme della loro storia e ambiente, si sono rilevti propizi alla produzione di vini di qualità. Sembra che più si introducano studi e indicatori di analisi, più si aggiungano strumenti di rilevamento dei dati, maggiore sia la difficoltà di determinare un territorio vocato a produrre tipologie similari di vino. Jacques Fanet sosteneva che “Il suolo viticolo si può paragonare ad una pellicola fotografica.” E dalle parole di Vincenzo Mercurio risulta essere il modo più efficace per capire e comprendere il ruolo del terroir sulla qualità delle viti e del vino prodotto. Per cui partendo da un vitigno determinato occorre studiare il giusto sistema di allevamento, stilare un protocollo condiviso per arrivare a studiare i giusti tempi di maturazione e passare così dal vino alla bottiglia con un packaging coerente e per finire un consumatore consapevole. A questo punto noi consumatori assidui e molto consapevoli attendiamo di inebriarci con i profumi e il naso del più napoletano dei vini o’ Per’ ‘e palummo, per sei espressioni di un ampio territorio. Partendo da Campi Flegrei Piedirosso Cantine dell’Averno 2013, un sorso semplice ed essenziale un giovane vino garbato e spontaneo ; Campi Flegrei Piedirosso La Sibilla 2013, un rosso di gran beva con un’anima giovane ma ruffiana, un sorso dove spicca la sua semplicità prima di un finale caldo e mediterraneo. Campi Flegrei Piedirosso Colle Rotondella Cantine Astroni 2013, un sorso di struttura più ampio e orizzontale per un vino composto e spesso nella sua armonia; Campi Flegrei Piedirosso Vigna delle Volpi Agnanum 2012, un vino definito “simpatico”, un tocco floreale senza dimenticare mineralità e sapidità. Campi Flegrei Piedirosso Contrada Salandra 2011, di naturale espressività mantenendo una buona maturità ed eleganza, un vino di corpo che abbandona gli abiti sbarazzini. Campi Flegrei Piedirosso Vigne di Cigliano 2011, un vino esuberante e curioso con forti sentori speziati e di caffè per una piacevole linearità.
E con sei top player facciamo un in bocca al lupo a Malazè e al suo patron Rosario Mattera per una 10 giorni intensa con Malaze’ 2014 [il programma aggiornato lo trovate su www.malaze.org].
ma come si fà a diventare top player?…sarebbe stato bello se anche la mia cantina con il mio piedirosso avrebbe partecipato….visto che a le analisi sono state fatte nel mio vigneto….alle mie viti di piedirosso secolari.
E’ sempre un piacere collaborare per eventi cosi significativi ed illuminanti per il nostro territorio, un grazie particolare a tutti coloro che hanno voluto, partecipato, e concorso alla buona riuscita, ed in particolare ai miei colleghi di servizio Manuela Papaccio, Andrea Cirino.