Ci sono storie nate per essere scritte una sola volta. E poi ci sono storie che, invece, possono essere riscritte migliaia di volte, come fossero parte viva di un libro le cui pagine, man mano che le si sfoglia, riescono ad impossessarsi della stessa storia che stanno raccontando. E’ questa la leggenda di Antonino Rianna, nato a New York il 29.05.1960 ed approdato a Positano all’età di 3 anni. Antonino, uomo dal grande cuore e dagli occhi accesi di passione, ha da sempre posseduto due anime: una imprenditrice – che lo ha condotto a divenire Manager di una società leader di autotrasporti in Costiera Amalfitana –, un’altra eternamente innamorata del gusto. Quest’ultima, vissuta a lungo all’ombra della prima, ha finalmente liberato le sue ali.
Antonino svela al mondo la sua passione nel 2013, quando, dopo 53 anni dalla sua nascita, riesce finalmente a partorire la creatura portata in grembo a lungo, il suo inimitabile Ristobus “Flavio Gioia”, “farcitissimo” furgoncino in cui riversa tutto il suo amore per il buon cibo.
Il luogo in cui il suo sogno si avvera ha un fascino speciale, la Grotta del Diavolo in località Menato, frazione di Praiano (Sa), nel cuore della Costiera. Qui, carni attentamente selezionate ed ordinate in macellerie del luogo incontrano contorni fatti in casa artigianalmente, formaggi di Agerola e Moiano vengono serviti su ciabatte di pane sfornato a Furore, l’olio di Montechiaro (Vico Equense) fa da sfondo a fritture di pesce fumanti servite in coppetti di carta dal color opale. Tradizione, accento locale, ma non solo, se è vero che Antonino accontenta anche palati abituati a Bockwurst autentici accompagnati da crauti da grido, e serba in “stiva” Pecorino di Moliterno e Caciotte sarde per ogni evenienza…
Il suo, a prima vista, potrebbe sembrare un semplice avamposto per amanti del panino, ma in realtà nasconde ben altro. Un’ape limited edition campeggia a latere del vero e proprio chiosco, da essa pendono prodotti della terra costiera più famosa al mondo. Limoni prodigiosi rammentano sapori citrini, e peperoncini, e pomodorini dondolano donando colore all’aria, mentre dall’alto di una treccia il profumo dell’aglio inebria i passanti. Pane e guarnizioni, dunque, ma non solo, accanto ad essi piccole perle costiere come le alici di Cetara, o i prelibati vini delle famigerate viti scoscese, ma anche premute di frutta fresca, granite e liquori introvabili, anch’essi spesso fatti in casa (come ad es. il Concerto, antico liquore originario del Conservatorio di S. Giuseppe e Teresa di Tramonti, a base di erbe, liquirizia, finocchietto, chiodi di garofano, noce moscata, stella alpina e mentuccia, con l’aggiunta di orzo e caffè). Una scelta vasta, sebbene ancora esigua a sentir parlare il creatore di tutto ciò, che ha già in serbo alcune novità, come il pane di Cercola o lo Zafferano di Navelli…
Praianesi, resto d’Italia e resto del mondo, si riuniscono in religiosa attesa a tutte le ore per saggiare le piccole creazioni di Antonino. Camerieri e cuochi a fine servizio incontrano, così, miliardari d’oltre oceano, ed una democrazia del palato prende a governare improvvisamente. Lo street-food, iniettato ad Antonino dall’esperienza Newyorkese, si fonde con la cultura del buono e del ricercato, per dare vita ad una nuova esperienza alla portata di tutte le tasche.
Un Ristobus è già lì, con tanto di carrozzeria ed adesivi, in esso la cultura di un popolo ed il sogno di un uomo. Il tempo ci dirà se il motore di quel sogno si accenderà per portare il suo tesoro in giro per l’intera Costiera Amalfitana. Nell’attesa non resta che emulare Maometto ed andare alla Montagna, con la superlativa scelta di poter optare tra la terrena via che passa dalla Grotta del Diavolo o il celeste passo che attraversa il Sentiero degli Dei…
Durante la visita ho avuto l’onore di intervistare Antonino Rianna, ecco il resoconto:
Com’è possibile proporre Street-food in Costiera?
Sicuramente non è semplice. Bisogna vincere l’iniziale diffidenza, usare prodotti nobili ed avere attrezzature adeguate al livello del cibo servito. Tuttavia, dopo un po’ il cliente inizia ad apprezzare un prodotto più genuino, più accessibile e meno ingessato.
Che rapporto c’è tra la tua idea di gastronomia e quella proposta in Costiera?
Siamo agli antipodi. Qui tutti o quasi vanno alla ricerca del cliente a cinque stelle a cui far pagare prezzi altissimi. C’è poca cultura del rapporto qualità/prezzo. Spesso la fascia media dei consumatori, fatta di persone semplici, con disponibilità economiche medie, non si considera. Lo street-food ti permette di proporre prodotti di alta qualità a prezzi abbordabili, ma ci vorrà tempo per diffondere questa nuova tendenza.
Qual è il sogno di Antonino Rianna?
Accendere, un giorno, il motore di questo mio Ristobus per rendere l’esperienza itinerante. Rilanciare i piccoli produttori al cospetto dei grandi marchi, lontani dalla nostra filosofia. Divulgare la cultura dei prodotti e delle ricette tipiche, come la Caponata con pane biscottato di Agerola, alici di Cetara e pomodorini del Vesuvio, o le famigerate Melenzane baciate. Direi che i sogni non mancano…
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