Di Giuseppe Rea
Riflessioni di degustazione a margine del seminario Ais Campania “Il Corpo del vino” di Armando Castagno: “ I Vini dal corpo leggero”
Ogni serio approfondimento sul mondo del vino, rappresenta un crocevia, un punto di transito, al quale si arriva da altre esperienze e dal quale si parte per giungere ad un altro crocevia, alimentando e fecondando una “fiamma” che, mai sterile, si rivitalizza e si risignifica, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Il mondo del vino, quello sospeso tra guide e degustazioni alla cieca, così vario, differente e veloce, ha subìto un momento di ”insolvenza”, sostenendo vini dal possente corpo e trama cromatica e penalizzando quelli fluidi e leggeri, relegandoli in un quartiere sconosciuto.
Malintesi e maltrattati, connotati da scivolosità, qual è la leggerezza, i vini dai fianchi più stretti, mostrano ad un’attenta analisi, un’anima vera e propria che si declina in numerose varianti, oggetto di singolari osservazioni dal valore inatteso.
Un ventaglio di percezioni sensoriali, dove i colori diventano espressione di un linguaggio locale, gentile e puro, testimonianza dei propri confini, vini leggiadri, ricchi di grazia, che all’assaggio danzano, senza prendere in ostaggio la bocca né tanto meno la mente in un punto definito.
Sono vini che hanno un’anima libera; risveglio di sensazioni in grado di donare una sinergia unica tra sapidità e morbidezza, vini che non stancano mai.
Continui rimandi olfattivi si susseguono in un alternarsi di sottili finezze che giocano a sottrarsi ed a emergere, svelando sotto voce un’identità sicura e forte, ma cangiante e mutevole.
Camminano in punta di piedi, non si “offrono”, rimangono fedeli a se stessi seppur figli di una naturale logica metamorfica; è un susseguirsi di virtù, dalla pulizia espressiva, dall’assenza di note decadenti, ad un viaggio fantastico, che ti restituisce il presente in un’azzurrità trasognante, dove l’assenza di peso non determina “caduta libera”, ma diventa il nucleo fondante di un’enologia che si rivela e si manifesta nelle sue pagine più belle.
Bene, la lezione è terminata, anche questa volta ritorno a casa, disincantato, in balìa non delle onde, ma delle nuvole, dove fino a qualche minuto fa c’ero anch’io!
Foto di Ernesto Lamatta
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