Il mondo scorre a volte come un fiume, e martedì ha attraversato il PAN dinanzi al mio banco d’assaggio, in quel momento per me come un promontorio da cui osservavo quella linea d’acqua che cresceva divenendo mare, osservandone le imprevedibili e mutevoli variazioni di colori e forme.
Un mondo che voleva riempire il suo calice, con le sfumature di colori del giallo, rosa e rosso, ideale sequenza che accompagna il volgere al termine del giorno, fuori dalle mura alte e antiche.
Un quartetto d’ archi di giovani e talentuose mani ricamava la serata con le loro note, musica antica ma ancestralmente presente in noi, come gli spazi di tela bianca che si intravedono nella modernità di un dipinto di Pollock. I pochi gradini che ci separano dai maestri sembravano rappresentare la brevità dello spazio e del tempo che ci separa dal nostro passato, brevità come continuità, sembra ieri, infatti che Donatella Bernabo’ Silorata iniziò il suo avventuroso viaggio in questo ideale mare, prendendo il largo , col coraggio di vedere l’ orizzonte anche se lontano, ed oggi alla settima edizione, la sua Wine&Thecity è motivo di orgoglio per la nostra città, brillante di rinnovato splendore grazie al suo impegno al suo staff.
Ad arricchire l’ inaugurazione ci sono state le fantasie culinarie di Carlo Olivari e i vini delle cantine del Movimento Turismo del Vino Campania offerti dai sommelier dell’ AIS Napoli, vini come messaggeri del lavoro di terre antiche e di uomini e donne nuovi.
Nello spirito della manifestazione vedo il vino come un invisibile filo che lega punti di lavoro ed eleganza della nostra Napoli, filo ideale che ricuce la città creandole un vestito nuovo da indossare ed in cui ritrovarsi a suo agio, con cui attraversare le nuove sfide che si presenteranno oltre questo maggio… ma se provassimo noi ad essere noi il calice di Wine&Thecity?
Un calice per il futuro, cercando di colmarci d’ amore per la nostra terra campana, in questo modo, nemmeno la tovaglia ne verrebbe a male di macchie dovute al nostro straripante entusiasmo ma sarebbe come un libro di soli colori, scritto con le emozioni che silenziose si esprimono in modo semplice, un sorriso o un luccichio degli occhi.
Buon lavoro Donatella, Buon lavoro Napoli
Scrivi un commento