Con l’intento di scoprire vecchie e nuove strade del vino irpine, qualche settimana fa mi sono ritrovata ai confini dell’areale del Taurasi, in compagnia di un gruppo di amici del “Wine Business” (il corso di Perfezionamento, intendo) e, sulla via di Paternopoli… siamo stati “folgorati” da un paesaggio sorprendente!
L’azienda Fonzone Caccese, la meta del nostro enotour, si trova esattamente lì, tra i comuni di Villamaina, Castelfranci e Gesualdo (il cui castello, in passato, è appartenuto proprio alla famiglia Caccese). Data l’innegabile bellezza del luogo ed i richiami familiari, non è affatto difficile immaginare perché il dottor Lorenzo Fonzone Caccese ed i suoi figli, napoletani, abbiano scelto questo posto per avviare un progetto enologico a cui tenevano da tempo e per stabilirvi, altresì, il loro buen retiro.
Superata la necessaria “pausa contemplativa”, con annessa pioggia di foto, siamo stati accolti e guidati da Arturo Erbaggio, stimato enologo dell’azienda, ma soprattutto indiscusso e amato leader – in stile Armata Brancaleone ;-) – di questo manipolo di ex studenti di cui faccio parte. Ma facciamo i seri…
La tenuta dei Fonzone si estende su una collinetta naturalmente circoscritta da due fiumi, il Fredane e l’Ifalco. La percorre un viale che collega gli edifici produttivi alla casa padronale e dal quale, su entrambi i versanti, si snodano i vigneti: circa 10 ettari di Aglianico, ma anche Fiano (da cui si ricava il Sequoia, una vendemmia tardiva) e Falanghina di recente impianto. Con uve provenienti da Lapio e Santa Paolina si producono, inoltre, Fiano di Avellino DOCG e Greco di Tufo DOCG. La cantina, firmata dallo studio Sifola & Sposato di Napoli, è un’ampia struttura di 2000 mq, composta per lo più da volumi interrati, con lo scopo di favorire ideali condizioni per la produzione e la conservazione del vino senza impattare sul paesaggio; la facciata esterna, invece, completamente vetrata, lascia aperto un sano dialogo “tra il dentro e il fuori”.
Dopo esserci persi per ore tra i filari di un’Irpinia meravigliosa e negli spazi di una futura cattedrale del vino, il nostro enotour si conclude nella casa “in cima alla collina”, dove ci attende Lorenzo Fonzone con la sua famiglia. La degustazione dei vini poco dopo si trasforma naturalmente in una ricca colazione di campagna, durante la quale siamo tutti inevitabilmente catturati dalla personalità del padrone di casa. Tra racconti di luoghi e persone che ha conosciuto, senza tralasciare divertenti aneddoti, ci suggerisce, infine, i suoi pilastri cardini: gli affetti ed il lavoro (parliamo con un luminare della chirurgia!!!). E, come sempre accade, nonostante l’incanto di tutto quello che abbiamo conosciuto solo poche ore prima, è il fattore umano che fa la vera differenza nella giornata trascorsa, quello che meglio riesce a veicolare il vino e il suo territorio e a farci andar via ancora più carichi di suggestioni.
Note di degustazione:
Fiano di Avellino DOCG 2012
Giallo paglierino con riflessi verdolini, naso intenso ed elegante, con predominanti note dolci di fiori bianchi e frutta fresca, al palato si conferma giovane ma già molto godibile, supportato da acidità e corpo.
Greco di Tufo DOCG 2012
Colore giallo paglierino carico con riflessi dorati, consistente nel bicchiere ed invitante al naso, con lampanti note di agrumi (pompelmo rosa) e frutta esotica (ananas) e più lievi sentori minerali, in bocca è sapido, pieno e gustoso, persistente.
Irpinia Aglianico Campi Taurasini DOC 2010
Note floreali, fruttate e speziate, con sentori di violetta, lampone e cannella, nel bicchiere si presenta di un rosso rubino brillante. All’assaggio risulta morbido e dal tannino vellutato, caratteristiche che lo rendono un vino molto gradevole e a tutto pasto.
Il racconto di un emozione che mi ha trasmesso la sensazione di essere lì con voi. Grazie per il viaggio virtuale che presto materalizzerò.